[Recensione] Game Of Thrones S07e05 – “Eastwatch”

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Dialoghi importanti gestiti a dir poco male, personaggi che agiscono ai limiti del ridicolo, viaggi, viaggi e ancora viaggi. è così, con queste poche parole, che si può riassumere Eastwatch, il quinto episodio della settima stagione di Game Of Thrones. Quello che sicuramente è il peggior episodio dell’intera serie, è infatti un grande minestrone, nel quale gli irriconoscibili sceneggiatori  gettano qualunque avvenimento, personaggio o situazione utile per arrivare a fine stagione in un determinato e decisamente affrettato modo.

L’impressione che si ha guardando la puntata diretta da Matt Shakman è che in sede di sceneggiatura si sia deciso di puntare praticamente tutto sulla quantità, trascurando inevitabilmente sul versante della qualità. Lo stile di narrazione “Martiniano” delle passate stagioni è ormai andato, ma i fan, redazione compresa, aveva iniziato a far pace con l’idea che uno stile diverso per due stagioni diverse era inevitabile. Il problema però con questo “Eastwatch” è che l’episodio non sembra affatto avere alle sue spalle un’adeguatamente ponderato stile di narrazione. Con Martin i fan avevano a lungo desiderato che si avverassero certi eventi e certe loro previsioni, mentre adesso David Benioff e D.B. Weiss stanno cercando in tutti i modi di accontentarli, ed è forse proprio lì che risiede il vero problema di questo episodio.

è strano quando si parla di una serie come GOT, che c’ha sempre abituati a standard ben più alti, ma ci ritroviamo purtroppo in questo caso, non solo a dover dare un voto negativo a quest’episodio, ma anche e sopratutto in difficoltà nel costruire una recensione che non sfoci facilmente in un misero elenco di ciò che non ci è piaciuto. Pertanto, segnaliamo che nella recensione ci saranno spoiler e non potremo fare a meno di citare certi eventi per giustificare il nostro così duro giudizio.

L’episodio si apre esattamente dove il precedente si era chiuso, ovvero con Jaime e Bronn salvi, sulla strada per Approdo del Re dopo il devastante attacco di Daenerys alle loro truppe e alle loro scorte di cibo. Quì la Madre dei draghi offre ai soldati della Corona la possibilità di essere risparmiati se decideranno di unirsi a lei e alla sua causa, il tutto mentre dichiara di non essere un tiranno come suo padre prima di lei o come l’attuale Regina dei Sette Regni. Tornata poi a Roccia del Drago, Daenerys riabbraccia finalmente Jorah Mormont, letteralmente, prima di lasciarlo ripartire per una delicata e pericolosa missione con a capo Jon Snow.

Intanto, a Grande inverno i Lord del Nord, scritti nella maniera peggiore possibile, cominciano seriamente a dubitare del loro attuale Protettore del Nord, propendendo sempre più per la sorella Sansa Stark. Nel frattempo Arya scopre un’antico messaggio che potrebbe cambiare i suoi rapporti con un personaggio all’interno del castello e allo stesso tempo mettere in moto una catena di eventi di una certa importanza. Ad Approdo del Re, invece, Tyrion Lannister, arrivato lì senza che gli sceneggiatori tenessero esattamente in considerazione il tempo materiale dei suoi viaggi, riesce ad organizzare un incontro segreto con il fratello Jaime, con il quale non ha contatti da più di due anni, per parlargli di un nemico comune e di una possibilità di alleanza.

Tralasciando scene e dettagli tanto mal gestiti, quanto pieni di elementi potenzialmente interessanti, l’episodio si conclude con quella che dovrebbe essere una scena epica di introduzione ad una battaglia altrettanto epica. Inutile purtroppo, dire invece che la costruzione di questa scena non da per nulla l’epicità che evidentemente ci si aspettava in fase di registrazione.

In fin dei conti, come detto in precedenza, il voto che assegniamo a questa puntata è negativo, e per la precisione non va oltre il 5. Belli come al solito, location, effetti speciali, costumi e recitazione, ma tutti questi elementi non giustificano una qualità così bassa rispetto agli standard decisamente più alti di qualsiasi altro episodio dell’intera serie.