[der Zweifel] Un Lupo mannaro Americano a Londra

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“Un lupo mannaro americano a Londra” è forse uno dei film più belli del regista americano John Landis. Uscito vincente e con il titolo di regista cult dopo il successo internazionale di “Animal House”, demenziale commedia del 1978 e “The Blues Brothers” del 1980, Landis persegue la strada di autore sopra le righe, divertente, spiritoso affrontando questa volta il genere dell’orrore.

Sui film horror non c’è mai stata una giusta denominazione controllata; si attribuisce a tale genere ogni film che provochi nello spettatore anche una leggera paura interiore o un po’ di ribrezzo. In questo caso, la pellicola che uscirà nelle sale cinematografiche nel 1981, è sempre stata in bilico se essere considerata o meno appartenente alla scia degli horror veri e puri. Benché non del tutto così, “An american werewolf in London”, titolo originale, è un classico del cinema che è davvero un peccato non vedere.

 

Mescolando la demenzialità con il brivido, Landis ruba qualche idea di contorno da chi aveva già sperimentato questo genere, a dir poco delicato, negli anni che lo precedettero, e insistendo verso un’umoristica descrizione degli eventi, crea un qualcosa di estremamente divertente, inusuale, mai visto fino a quel momento o poco sperimentato. Ricordiamo che Mario Bava, dal quale Landis prende ispirazione e anche  Lucio Fulci, erano gli unici riusciti a costruire insieme pellicole con una struttura apparentemente tendente al solo terrore, ma anche con una esplicitamente scherzosa e grottesca vena caratteristica. I primi film che mi tornano in mente e che ritengo doveroso citare, di questi due registi e che, sono “Reazione a catena”, con l’inaspettata scena finale, e “Non si sevizia un paperino”, in cui Fulci al tema della pedofilia riesce a mettere in mezzo anche toni che si discostano un po’ dalla tematica centrale con un notevole spirito comico riuscendo a non renderli estranei alla trama. Il lavoro di Landis è molto più esplicito e l’apparente mancanza di tensione e suspense dell’inizio, prepara ad un improvvisa esplosione sanguinolenta che prende alla sprovvista lo spettatore.

David Kessler (David Naughton) e Jack Goodman (Griffin Dunne), sono due giovanotti americani in gita nelle fredde brughiere dell’Inghilterra del nord quando un’innocua tappa nel villaggio di East Procktor si trasforma in un incubo. Cacciati dal pub “l’agnello macellato” dove Jack si era permesso di domandare a cosa servisse la stella a cinque punte disegnata sulla parete, sono costretti a vagare di notte nella strada deserta stando sempre attenti alla luna, secondo il consiglio di uno degli uomini incontrati alla locanda, i due Sbagliano strada e ritrovatisi nel bel mezzo della brughiera sono attaccati da uno strano animale che uccide Jack e ferisce David che viene portato all’ospedale di Londra dando inizio al vero incubo per il ragazzo. Tra sogni e teorie che turbano l’inglesissimo temperamento del Dottor Hirsch, David si innamora della graziosa infermiera Alex ma nello stesso tempo la morte dell’amico non lo lascia tranquillo. Sarà lo stesso jack, sotto forma di zombie in putrefazione, che gli farà visita annunciando che alla prossima luna piena egli diventerà un lupo mannaro e che per evitare questo dovrà togliersi la vita. David cerca invano di convincere il dottore e Alex della sua natura mostruosa ma questi non lo credono e lo prendono per matto; specialmente Alex che non si rifiuta di ospitarlo qualche giorno nel suo appartamento e di passare con lui una focosa notte d’amore. Jack torna a fargli visita durante la notte, in un ancor più evidente stato di putrefazione, cercando di convincerlo a suicidarsi prima della trasformazione. Il giorno seguente Alex va al lavoro lasciando David solo in casa e non appena spunta la luna piena la metamorfosi può avere inizio, la sequenza che prenda il via diventerà poi iconica, il giovane americano diventa un licantropo e semina il panico negli ambienti sia benestanti sia in quelli più malfamati della città. Nel frattempo il Dottor Hirsch, che era andato a East Procktor, viene informato da un pastore del villaggio che la situazione è drammatica e che l’americano e la città di Londra sono in grave pericolo. Risvegliatosi allo zoo, nella gabbia dei lupi, David torna a casa seminudo dove lo attende Alex, la quale sembra divertita da quella bizzarra situazione. Informata di ciò che il dottore ha scoperto, la ragazza lo porta da Hirsch, ma David ricorda quello che è successo e in preda alla disperazione scappa rifugiandosi in un cinema porno di Piccadilly Circus dove lo attende Jack e le sei vittime che aveva brutalmente ucciso la notte scorsa, anch’esse non morti. Deciso a togliersi la vita, non appena torna la luna nel cielo londinese, la trasformazione è inevitabile e scatena il caos nel bel mezzo di Piccadilly, provocando una serie di incidenti automobilistici senza fine. Intervengono i corpi speciali e anche Alex e il dottore accorrono sul posto. Ritrovatosi in un vicolo ceco, David sotto forma di lupo è accerchiato da uomini armati pronti a sparare. Riesce a raggiungerlo Alex che si fa largo tra la folla e i poliziotti e cerca di salvare la vita al ragazzo. Quest’ultimo, in un attimo di lucidità e spinto dall’amore per la ragazza, decide di farsi ammazzare da una raffica di mitra, ritrasformandosi nei resti senza vita di un essere umano. Il film si chiude sotto le note della canzone “Blue Moon” dei “The Marcels”.

 

 

Tutto il film è una grande parodia con dei risvolti drammatici e anche comici. Iniziando dalle prime scene nel pub dove il tizio racconta la barzelletta dell’americano che getta dall’aereo il messicano gridando “Ricordati di Alamo”, quando Jack torna sotto le sembianze di zombie chiedendo un pezzo di toast oppure quando David cerca di farsi arrestare a Trafalgar Square gridando “Prince Carl is a Faggott. Queen Elizabeth is a man”. Per questa battuta Landis fece aggiungere nei titoli di coda l’augurio al Principe Carlo e Diana per le loro nozze. Il regista americano scandalizza e mina il self control inglese portando un americano lupo mannaro per le strade di Londra. Un trucchetto divertente che poi si conclude con una parodia di se stesso e dei suoi stessi film. Se in “The Blues Brothers” c’erano una marea di incidenti automobilistici in cui nessuno si faceva male, qui Landis ripropone la stessa sequenza divertentissima da vedere ma con dei risvolti drammatici e sanguinari; una strage incontrollata dove non si sa più se ridere o piangere. C’è dell’altro; sebbene la semplicità della trama, infatti essa fu lasciata semplice per concentrarsi attentamente sulla lavorazione degli effetti speciali. David Naughton, che fu scelto da Landis dopo averlo visto nello spot della Dr.Pepper, si sottomise a dieci ore di trucco per sei giorni consecutivi per la scena della metamorfosi in lupo mannaro che dura in tutto tre minuti. Il supervisore al trucco e agli effetti Rick Baker vinse l’oscar nello stesso anno. Il film porno trasmesso nel cinema fu creato appositamente dal regista.

Assieme al lato umoristico e più ludico, c’è quello profondo che tocca l’inconscio con scene davvero stranianti quanto affascinanti; come il sogno nel sogno di David. Il tutto è addolcito da canzoni di musica country, blues, rock come “Bad Moon” dei CREEDENCE e “Moondance” di Van Morrison, descrivendo quegli anni 80’ come l’era del punk, dell’ancor sfumato “amore libero” nell’isola del bon ton e della famiglia reale.

Michael Jackson e John Landis durante le riprese del video musicale “Thriller”

Michael Jackson, rimasto affascinato dal film e dagli effetti speciali, chiamò proprio Landis per girare il video musicale “Thriller” del 1982.

Concludiamo augurandovi una Buona visione!