[der Zweifel] Vendetta e giustizia privata: la crisi dello stato di diritto

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Nel paese reale c’è aria di giustizialismo. Lo stato di diritto e i valori democratici diventano sempre meno importanti quando il senso d’insicurezza pervade la vita quotidiana delle persone. Farsi giustizia da soli diventa quindi legittimo davanti agli occhi di sempre più persone. Sperando che la nostra Italia non diventi  il grande set di uno spaghetti western, il tema è comunque degno di attenzione.

Nel 2009 questo argomento è trattato in Giustizia Privata (Law Abiding Citizen). Gerard Butler è Clyde Shelton, un ingegnere che ha lavorato per il governo. Lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia è vittima di un aggressione in casa. La moglie e la figlia verranno stuprate e uccise. Jamie Foxx è invece il procuratore Nick Rice. Il patteggiamento con uno degli aggressori porta alla condanna a morte del complice e ad una pena di tre anni per lo stesso, unico però effettivo esecutore del crimine. Il padre distrutto trascorre così i successivi anni della sua vita a progettare una vendetta che metta in atto quella giustizia che il sistema gli ha negato.

Non è difficile capire la rabbia e il dolore di Shelton. La sua famiglia è stata sterminata in una maniera brutale ed il responsabile l’ha fatta letteralmente franca. Come non è difficile capire il procuratore Rice che ha cercato nei limiti della legalità di ottenere la massima pena possibile per quei criminali. Anche il procuratore Rice è un padre di famiglia. Un padre di famiglia che non vuole lasciare alla figlia un mondo in pieno far west.

La sfiducia nel sistema e nella giustizia portano Shelton a diventare un terrorista e a uccidere persone innocenti per raggiungere i suoi scopi. Gli istinti umani sono bassi e violenti. Per questo l’uomo si è dato un sistema che limitasse l’emotività nell’amministrare la giustizia. A volte sembrerà ingiusto ma è l’unica cosa che ci separa da una folle spirale di violenza. E dall’iniquità di una giustizia sommaria, pronta a dare in pasto alla folla un colpevole qualsiasi per placare gli animi piuttosto che per fare giustizia.

Un esempio della follia che un sistema di valori e giustizia personale può comportare si ha nel film del 2007 di Marco Martani, Cemento Armato. Giorgio Faletti è Franco Zorzi, alias il Primario, boss della mala romana che sguinzaglia i suoi uomini alla ricerca di un ragazzo colpevole di avergli rotto uno specchietto. Questo ragazzo è Diego Santini, interpretato da Nicolas Vaporidis, alla ricerca anche lui degli uomini colpevoli dello stupro della sua ragazza. Gli stupratori coincidono fortuitamente con il Primario e il suo scagnozzo, così che Diego si avvicina da solo a chi lo sta cercando. Se il boss vuole farsi giustizia per un motivo futile e pretenzioso, solo per riempire il suo ego, Diego non sceglie di rivolgersi alla Polizia per denunciare la violenza subita dalla sua compagna. La vendetta diventerà l’unico obbiettivo per Diego, e farsi giustizia diventerà più importante della sua stessa vita.

Ma a volte non è solo la vittima di un crimine a desiderare una giustizia rapida e senza le lungaggini di un processo equo e democratico. Ci sono anche dei giustizieri, che ritengono dalla loro superiorità morale di poter sostituirsi alla giustizia nel sentenziare a morte.

Tra questi non può che figurare Dexter Morgan, protagonista dell’omonima serie tv. Dexter è un ematologo della squadra omicidi della polizia di Miami che convive con un oscuro passeggero. È un serial killer che uccide assassini, stupratori, pedofili e chiunque possa essere un pericolo per la società. Cresciuto con un rigido codice morale dal padre adottivo -che voleva contenere e limitare la sua violenza- sfrutta il suo lavoro nella polizia per ricercare i suoi obbiettivi e sentenziarne la morte, dopo averne accertato la colpevolezza. Per questo devia le indagini, mente, costruisce una realtà diversa per amministrare la sua giustizia. La colpevolezza delle vittime non diminuisce l’efferatezza delle esecuzioni di Dexter. E nemmeno l’illegalità.

Se un privato cittadino si sostituisce alla legge chi ne stabilisce i limiti del suo intervento? Un codice ideato da sceneggiatori di una serie tv o la propria personale sensibilità? Può esserci giustizia al di fuori della legge e dello stato di diritto?

Sono domande importanti che richiedono una profonda analisi interiore. Sperando comunque di non dover mai metterci nei panni né delle vittime né dei carnefici.