Devil: Rinascita di Frank Miller e David Mazzucchelli | Recensione

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Devil: Rinascita di Frank Miller e David Mazzucchelli

Per festeggiare l’uscita della terza stagione di Marvel’s Daredevil, noi di RedCapes abbiamo deciso di parlare di Devil: Rinascita, in originale Daredevil Born Again, saga a fumetti che fa da ossatura di questa terza stagione.
Originariamente, Born Again è stato pubblicato su Daredevil 227-233 ed è stato curato da Frank Miller e David Mazzucchelli.
Miller precedentemente aveva già avuto a che fare con il diavolo di Hells Kitchen, infatti, va a lui il merito della rinascita artistica e di storie del personaggio; è stato proprio un giovanissimo Miller a riplasmare personaggi come Kingpin (di solito nemico associato a Spider-Man), Il Gladiatore e creare personaggi come Elektra, Stick, La Mano, I Casti e tanti altri rivitalizzando un personaggio che seppur storico per Marvel, ormai stava cadendo nel dimenticatoio. I villain di Miller non erano solamente però super o boss criminali erano anche le stesse persone e gli stessi vizzi dell’uomo, come racconta in “Roulette”, una delle storie più significative e con un Devil incredibilmente umano. Sarà sull’idea dell’umanità e sul concetto di fede persa e ritrovata che Miller poi costruirà Born Again, la sua opera magna sul personaggio. Tutti quelli che verranno dopo di lui: Kevin Smith, Joe Quesada, Brian Bendis, Ed Brubaker, David Hines, David Lapham, ecc… dovranno fare i conti con quello che lui ha raccontato in quella storia, sia perché poteva rappresentare un’arco di conclusione per il personaggio sia perché effettivamente era magistralmente scritta e disegnata.
Con Born Again però Frank Miller decide di fare qualcosa di diverso dalla sua run, o meglio, decide di darle una conclusione epica seppur a distanza di anni e lo fa con l’aiuto del talentuoso David Mazzucchelli, con cui poi collaborerà nuovamente sul titolo DC Comics che ripercorre il primo anno del Cavaliere Oscuro, Batman: Anno Uno.
La storia vede Wilson Fisk finalmente venire a conoscenza dell’identità segreta di Devil e iniziare ad organizzare così la sua vendetta. Matt Murdock sarà così trascinato nel fango da Fisk, con tutti i suoi amici contro o allontanati dallo stesso Murdock per salvarli dalla mano del boss criminale. Matt col passare del tempo non riuscirà più a far quadrare la sua vita di Devil con quella di avvocato e ciò coinciderà proprio con il colpo finale del boss criminale alla carriere anche da vigilante di Murdock, infatti Kingpin riesce ad incastrare Devil per omicidio.
L’antefatto della storia è decisamente intrigante e mostra quanto lo scontro tra Matt e Wilson in questa storia sia non solo fisico ma anche e soprattutto mentale, una sorta di proto guerra di terrore del boss criminale di New York City al diavolo custode di Hells Kitchen. Questa scelta di mettere lo scontro tra i due antagonisti a livello mentale e non solo fisico fa decisamente rientrare la storia nel genere thriller, che insieme ai suoi elementi sporchi, alla presenza di una femme fatale dal passato di Murdock, Karen Page e gli ambienti sporchi e criminali della grande mela danno alla storia anche un’aria da Noir d’altri tempi (NDR: Miller non ha mai nascosto la sua ammirazione per tale genere, tant’è che la presa di Miller su Batman con Mazzucchelli similarmente a questa storia rappresenta in tutto e per tutto gli svolgimenti dei classici film noir, che riscriverà poi con il suo Sin City mischiandolo al genere pulp).
Miller si concentra nel tratteggiare ed omaggiare ogni elemento caratterizzante del personaggio di Matt Murdock e del suo alter ego Devil, dalla sua attività legale che è centrale nel primo atto della storia e la sua vita come vigilante che diventa punto focale del motivo per cui la sua vita sta andando a rotoli e che dimostrerà quanto spesso sia più eroe Murdock del suo alterego, tant’è che solo quando Matt riprenderà in mano la sua vita potrà anche tornare il Diavolo e affrontare l’ennesima minaccia superumana che Kingpin gli ha messo davanti, un pericoloso e deviato esempio dell’estremo sentimento da guerrafondai dei cittadini Statunitensi, Nuke; portando così anche una critica non indifferente alla società insieme al loro disinteresse per chiunque gli sia intorno o sotto di loro.
Similarmente a tutte le opere che vedono protagonista Devil anche questa presenta tantissimi riferimenti alla religione, essendo Matt un cattolico, elemento che spesso ha dato da discutere, sia per le apparenze del suo alter ego da vigilante, sia per come decide di agire, ponendolo in diretta contrapposizione con il suo credo. La storia però non usa inutilmente questo legame di Murdock con la religione anzi lo richiama con scelte narrative e di costruzione della tavola che inevitabilmente aggiungono un’altro sottotesto ad un’opera già fitta di elementi e punti da sviscerare come fu la precedente run sul personaggio e opere come Amore & Guerra, Elektra Assassin e persino il meno riuscito ma comunque affascinante e postumo a quest’opera, L’uomo Senza Paura con John Romita Jr.
Il principale punto di collegamento religioso della storia è rappresentato da Suor Maggie, la madre perduta di Matt, che come la Vergine Maria, raccoglie e cura Matthew dalle sue ferite e piange le lacrime che lui non può versare o perché non ne ha più o perché non può permettersele. Sarà suor Maggie che accoglierà Matt, perso tra le strade di Hells Kitchen dopo che ha vagato ed ha dormito rannicchiato per terra come a simboleggiare la caduta im basso dell’uomo. Ancora più espliciti i riferimenti al cristo in croce nella parte 4 della storia, dove Matt è praticamente crocifisso, ma ancora più potente la resurrezione del diavolo nel capitolo 5 prima della battaglia finale.
Come dicevamo questa storia stabilisce una volta per tutte anche il ruolo di Devil nell’universo Marvel e seppur l’appartenenza dello stesso personaggio a tale universo in questa storia sia quasi nemmeno toccata, quando viene fatta, ossia quando Nuke viene scatenato in città e Matt/Devil è l’unico sulla sua strada, quando non ne può più, quando serve aiuto per ricostruire non vediamo Spider-Man o qualche eroe metropolitano vediamo loro, i Vendicatori: “Un soldato che con la sua voce potrebbe dare ordini ad un Dio e li da”
L’arte di David Mazzucchelli è uno dei pregi di questa storia, al tempo Miller stava cambiando il suo stile, lo stava incanalando verso quello che poi avrebbe caratterizzato Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora e Sin City, serviva dunque un disegnatore che sapesse rendere la crudeltà di New York e di Kingpin, l’epicità della battaglia e anche saper rappresentare l’animo umano dilaniato e quindi la scelta di Mazzucchelli risulta non perfetta di più. Le tavole del disegnatore sono perfette, costruite ad hoc, lo sguardo del lettore si sposta come se stesse guardando un film, dall’alto verso il basso e poi da sinistra a destra, catturando ogni dettaglio ed ogni piccolo omaggio al lavoro precedentemente fatto da altri oppure ancora solo un piccolo vezzo che rende ancora più personale la scena. Mazzucchelli dunque diventa così un’estensione di Miller riuscendo anche ad azzeccare con la profondità personale un finale che in una sola pagina esprime tutta la storia e tutto quello che ci si aspetta e che si spera per Devil, ma soprattutto per Matt Murdock.
Una storia di caduta e rinascita, una storia che ha portato il nostro protagonista al limite della sopportazione ma che infine regala anche un lieto fine seppur con un retrogusto amaro.