Doctor Who Stagione 11 – Just Brilliant! | Recensione

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Doctor Who

Nei suoi oltre cinquant’anni di programmazione, Doctor Who ci ha raccontato le storie e le avventure del Dottore, un’alieno straordinariamente colto, ma allo stesso tempo bizzarro e divertente, proveniente dal pianeta Gallifrey e capace di rigenerarsi. Un viaggiatore del tempo e dello spazio che grazie ad una stramba astronave temporale chiamata T.A.R.D.I.S. viaggia insieme a uno o più compagni, il più delle volte originari del pianeta Terra e con loro affronta ogni tipo di avventura o minaccia per aiutare, salvare, riparare e far del bene nell’universo.

Quando nel Luglio 2017 venne annunciata Jodie Whittaker nel ruolo del Tredicesimo Dottore (un ruolo che avrebbe fattosì che l’attrice portasse dunque in scena la prima incarnazione femminile dello storico personaggio)  le reazioni dei fan furono prettamente positive, tanto che l’allora showrunner della serie, Steven Moffat dichiarò che l’approvazione della scelta da parte dei fan sui social media era pari all’80%. 

Con un’enorme carico di aspettative e curiosità generati inevitabilmente da questa grande novità, il Tredicesimo Dottore ha ufficialmente dato inizio alla sua avventura il 7 Ottobre 2018 con l’episodio The Woman Who Fell to Earth.

Prima di analizzare la stagione in generale è necessario a mio avviso, spendere qualche parola proprio per il Tredicesimo Dottore, o Dottoressa se preferite. Il nuovo Dottore è un personaggio assolutamente intelligente, brillante e divertente, empatico e stravagante. La Dottoressa ha un carattere forte e un cuore caldo, è stimolante e piena di una vitalità contagiosa per il suo eterogeneo più che mai gruppo di companions

Anche in virtù di quanto detto sopra sul protagonista e sulla sua eccezionale commistione di elementi vivissimi e tutti contemporaneamente riconducibili a quanto di meglio ci sia tra i caratteri intellettivi e psicologici dell’umanità intera, l’undicesima stagione di Doctor Who è in assoluto quanto di più fresco, attuale ed emozionante Chris Chibnall (Broadchurch) nei panni di showrunner delle serie potesse tirar fuori. Caratterizzata da episodio quasi esclusivamente delineati verticalmente dal punto di vista della trama, la stagione undici di Doctor Who ha registrato ascolti record e una vasta dose di consensi positivi da parte dei fan. Tutte le puntate di questa prima stagione con protagonista la Dottoressa di Jodie Whittaker sono infatti quasi del tutto autoconclusive e rispecchiando nel migliore dei modi tutti gli aspetti della nuova incarnazione del Dottore e al contempo ricordando ai fan più attenti, i primi episodi della serie classica del Dottore. Episodi nei quali non vi era assolutamente una trama orizzontale che collegasse le puntate tra loro, le quali invece avevano ognuna una trama autoconclusiva che puntava a insegnare nozioni di scienza, storia o educazione civica al giovane pubblico britannico degli anni sessanta. Sempre ai fan più attenti non sarà sfuggito nemmeno il palese parallelismo con i ben più recenti episodi della prima stagione del rilancio di Doctor Who del 2005, ovvero la prima sceneggiata da Russel T. Davies ed avente come protagonista il Nono Dottore di Christopher Eccleston. Una stagione nella quale era praticamente assente ogni forma di orizzontalità della trama attraverso gli episodi,eccezion fatta per il season finale, esattamente come in quest’undicesima stagione. 

L’autoconclusività delle singole puntate della serie non è stata vista di buon’occhio da molti fan della serie, che bigotti ed estremisti forse solo quanto i fan di Saint Seiya (I Cavalieri dello Zodiaco), hanno gridato allo scandalo e hanno boicottato la serie subito dopo i primi episodi. 

Quello che però questa nuova stagione di Doctor Who preme nel voler sottolineare, e che forse non è stato del tutto capito da alcuni fan, anche grazie alla quasi totale cancellazione della trama orizzontale, è quanto il mondo sia oggi cambiato rispetto a ieri e che sia in oltre in continua evoluzione. Evoluzione che in sé non è né un bene né un male, e va per tanto solamente accettata. Episodi come RosaDemons of the PunjabKerblam! e The Witchfinders trattano temi quali il razzismo, l’accoglienza e la multiculturalità, la quasi inevitabile automatizzazione del lavoro manuale, il bigottismo e la paura dell’ignoto insegnando allo spettatore tutta la valenza positiva del cambiamento e dell’accettazione dei benefici che il cambiamento e l’evoluzione portano con loro.

I nuovi companion poi, Ryan (Tosin Cole ), Yasmin (Mandip Gill) e Graham (Bradley Walsh), costituiscono, come già scritto precedentemente, uno dei più eterogenei gruppi che abbia mai accompagnato il Dottore nelle sue avventure e ognuno di essi ha la giusta collocazione all’interno dei tempi e delle esigenze narrative della serie. In generale, ciò che accomuna i tre personaggi che accompagnano il Dottore questa volta è un senso di inadeguatezza che pare contraddistinguerli, ma che appunto si dimostra solo un’apparenza, dal momento che alla fine tutti si ritroveranno coinvolti in avventure nelle quali riusciranno assolutamente ad essere utili, a cavarsela, a lottare e a supportare un nuovo e forse ancora inesperto Dottore. 

La commistione dei personaggi e delle storie di questa stagione, sommati agli oggettivamente ottimi aspetti prettamente tecnici, come regia, fotografia, sceneggiatura, recitazione ed effetti speciali, Doctor Who 11 si conferma assolutamente precisa. 

Jamie ChildsMark TonderaiSallie AprahamianJennifer Perrott sono i registi delle dieci puntate che compongono la serie (ad esclusione dell’episodio speciale di Capodanno diretto invece da Wayne Yip) e sono di fatto coloro ai quali va gran parte del merito per la sopracitata qualità tecnica dell’intera stagione. Una regia sempre pulita, quasi autoriale ma mai pretenziosa e una fotografia patinata unita a colori ottimamente bilanciati tra loro rendono ogni episodio una vera e propria gioia per gli occhi.

Ci sono voluti parecchi anni (e già dagli anni ottanta infatti che fan e produzione contemplavano la possibilità di un cambio di sesso per il Dottore) ma alla fine siamo riusciti a vedere il primo Dottore donna e per quanto visto fin’ora è una figata totale! La Whittaker porta in scena un Dottore estremamente frizzante a metà tra la leggerezza del Quarto o del Decimo e la saggezza, l’intransigenza e la curiosità del Nono o del  Dodicesimo. Un Dottore dall’intelletto acuto e brillante (brilliant! è appunto la sua catchphase ricorrente). Un Dottore che ha a cuore tutti e che trova sempre il bene in ogni essere vivente. Insomma, un Dottore perfettamente adeguato ai tempi e assolutamente necessario, per far capire il più possibile che un cacciavite che ripara è meglio di un’arma che distrugge. 

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