Elseworlds – Alcune persone sono nate fortunate? | Recensione

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Elseworlds si è finalmente concluso e ci ha probabilmente regalato la prima versione su schermo televisivo di un multiverso DC ben cosciente di sé stesso.

Barry Allen(Grant Gustin) e Oliver Queen(Stephen Amell) si risvegliano ognuno nel corpo dell’altro, ma nessuno è cosciente di questo scambio, anzi loro due per chiunque non sono mai stati diversi da come appaiono. I due dovranno quindi imparare ad usare le loro nuove abilità per affrontare John Deegan con l’aiuto di Supergirl/Kara Danvers (Melissa Benoist) e Superman/Clark Kent (Tyler Hoechlin) mentre il Monitor muove qualsiasi eroe e personaggio di terra 1 nella sua machiavellica partita per trovare i più forti del multiverso. Il viaggio di questi eroi li porterà ad incontrare le loro paure e sfidare i propri limiti, oltre che le proprie convinzioni quando anche Batwoman(Ruby Rose), nuova protettrice di Gotham City, entra in azione.

Questa la trama in sintesi del crossover che nell’ormai consueto casino di terre e viaggi nel tempo ha avuto modo di regalarci easter egg dal mondo DC Comics ma anche dallo stesso Arrowverse, che forse ora sarebbe da considerare un multiverse. Gli easter egg ormai in questi crossover sono la norma ma con l’introduzione nel mix di GothamCity non è facile dedurre che si saranno sbizzarriti con riferimenti al mondo di Batman e persino ai suoi nemici, come Fries, L’Enigmista, il Pinguino,Bane e non solo. Ma decisamente i più interessanti non riguardano solo terra 1 ma l’intero multiverso e terra 90, qualcuno ha detto Lanterna Verde? Ma andiamo con ordine.

E’ sempre difficile definire prodotti d’intrattenimento come questi, perché con una televisione sempre più competitiva questi richiamano ad un modo di fare tv molto più da metà anni 2010, con storie episodiche e trame che seppur si dipanino nell’arco di stagioni, presentino molti “filler”, dunque sono gli stessi filler ormai a definire la qualità di questi show insieme al world building, tanto amato dai fan di questi e alla caratterizzazione dei personaggi; proprio quest’ultima e il legame che essi hanno saputo creare con lo spettatore gioca un ruolo importante nelle lunghe serie come queste che nel rinnovarsi non lo fanno mai veramente ma che quando nelle piccole cose sorprendono il fan gli fanno trovare il motivo per continuare a guardare. Un’affezione che lo porta ormai a voler effettivamente finire di vedere queste storie che lo hanno accompagnato per così tanto tempo e che si sono e volte con lui.

Elseworlds riesce a giocare con un nuovo status quo e a stabilire nuovi rapporti tra personaggi che prima non si erano mai visti come Supermane Green Arrow, o Superman e Flash, ecc… ma allo stesso tempo a raccontare del cambiamento che questi personaggi hanno subito da quando li conosciamo. Il crossover per quanto abbia una presa molto globale e preveda personaggi da più show ci ha mostrato molto un focus su Barry ed Oliver, in specie quest’ultimo,ormai rappresentato nell’immaginario collettivo da Stephen Amell, attraverso un processo di evoluzione che in 7 anni si può dire quasi al culmine. Da Stephen Amell è nato un universo e poi un multiverso, vari eroi vi sono entrati e questi nel bene o nel male sono stati influenzati da lui e sono diventati simboli e possono davvero fare la differenza già ora che non hanno raggiunto il massimo del loro potenziale, ma che hanno una fibra morale instancabile, che li guida e li porta a mettere sempre l’obbiettivo finale davanti a tutto.

Il finale stesso del crossover non è nemmeno inaspettato, ma arriva con una costruzione iniziata già nei primi minuti della terza parte, cosa molto rara in prodotti così serializzati. Il momento di momento di massima esplosione dello scontro non sarà solo un tripudio di colorati eroi ma servirà anche a mettere in chiaro quanto questi personaggi attraverso le loro tragedie non siano eroi perché scelti dal destino, ma perché il destino li ha messi alla prova e loro hanno dimostrato di avere una forza capace di contrastare la vita ed i suoi avvenimenti superiore alla persona qualsiasi, che appunto li guarda in cerca di aspirazione, loro sono eroi per loro scelta. Mai come ora negli Stati Uniti servono dei valori per giovani ragazzi e adolescenti e la televisione e anche il cinema stanno rispondendo a modo loro a questa necessità, perché tutto il mondo dell’intrattenimento è sempre servito anche questo promulgare una visione che possa seppur distanziare i pensieri dagli spettatori dal mondo reale, tenerli comunque ancorati ad esso in modo che quello che vedono possa dare loro una visione nuova e un modo nuovo di approcciarsi al mondo dove vivono, più speranzoso e meno chiuso di quello che in realtà è diventato. Qualche volta fa bene ed è divertente accendere la tv e chiedersi  “E se?”

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