“Per millenni l’impero militare dei Kree è stato in guerra con i nostri vecchi nemici, gli Skrull. Ora, abbiamo scoperto che la guerra è finalmente conclusa. I Kree e gli Skrull si sono alleati. Questa è la buona notizia. Quella cattiva è che la loro flotta da guerra si dirige verso la Terra. E non sappiamo il perché.” Con queste parole di Reed Richards, leader dei Fantastici 4, si apre il più recente evento cosmico di casa Marvel, Empyre, arrivato finalmente anche in Italia grazie a Panini Comics.
La premessa è semplice, come si può evincere dalle parole di Mr. Fantastic: Kree e Skrull sono alleati, guidati da Dorrek VIII, che i più conosceranno con il nome di Teddy Altman o con il nome da eroe, Hulkling, si stanno dirigendo verso la Terra o, più precisamente, verso la Luna, intenzionati a sconfiggere i Cotati, una razza aliena legata alla storia di entrambi gli imperi. Tony Stark e gli Avengers, alleati dei Cotati, decidono di difendere la razza vegetale che ha creato il proprio giardino sulla Terra, mentre Richards e compagni si ritrovano sulla nave di Hulkling, cercando di capire come gestire pacificamente la situazione. Ovviamente la situazione degenererà, come spesso accade in questi eventi e, a volte, anche nella vita reale.
Questo primo capitolo di Empyre, come tutti i capitoli iniziali delle miniserie portanti degli eventi Marvel, getta le basi per i capitoli successivi, e termina con un cliffhanger che ribalta la situazione iniziale: Al Ewing, reduce dallo strepitoso Immortal Hulk, e Dan Slott, direttore d’orchestra dei Fantastici Quattro, iniziano a mettere in campo buona parte delle pedine, lasciando ai brevi dialoghi e alle didascalie il compito di mostrarci il punto di vista dei vari personaggi coinvolti; Hulkling che sente di essere in missione per difendere la Galassia, il Super-Skrull e Tanalth, rispettivi leader militari delle due razze, che sembrano intenzionati a liberarsi dei Cotati; e ancora, i due differenti approcci di Tony Stark, quasi ansioso di porre fine al conflitto in maniera non pacifica, e di Reed Richards che, come sempre, cerca, insieme ai suoi compagni, di risolvere la questione utilizzando il buon senso per giungere ad una soluzione pacifica della diatriba.
In mezzo, Thor, ansioso di menare le mani, e She Hulk, che sta beneficiando degli effetti del Giardino dei Cotati, sulla stessa lunghezza d’onda del Dio del Tuono. Il resto degli Avengers, guidati da Ghost Rider, Pantera Nera e Captain Marvel, agiscono seguendo le direttive di Stark, che ricordano molto da vicino le famigerate “guerre preventive” alle quali il nostro mondo ha assistito spesso nell’ultimo secolo.
Su tutti, ovviamente, si ergono Hulkling, protagonista di una scena decisamente epica che coinvolge il martello di Thor, e Quoi, figlio dello Spadaccino e leader dei Cotati, amico degli Avengers e Messia Celestiale della razza vegetale, due personaggi che con poche, brevi ma intense scene, rubano la scena a tutti gli altri protagonisti dell’albo scritto da Ewing e Slott.
Dal punto di vista visivo, troviamo un Valerio Schiti in forma strepitosa, che mette in mostra tutti i miglioramenti che gli hanno permesso di diventare un artista sempre più quotato in Marvel che, dopo Guardiani della Galassia, Iron Man e questo Empyre, gli ha dato l’incarico di disegnare l’attesissima S.W.O.R.D., serie mutante che prenderà il via dopo la fine di X of Swords, l’evento mutante del 2020.
Il disegnatore romano, coadiuvato dal solito, incredibile lavoro di Marte Gracia ai colori, mette in tavola potenza, epicità (e d’altronde, con Kree, Skrull, Thor e un sacco di botte, non potrebbe essere diversamente!), una costruzione della pagina mai banale, dinamica e pulita anche nelle scene più confusionarie e caotiche, con alcune tavole decisamente impressionanti, dal Quinjet versione Ghost Rider a Pantera Nera in armatura, senza dimenticare Hulkling, personaggio con cui, oltre all’ovvio Iron Man di cui ha disegnato le gesta per diversi albi, deve avere un discreto feeling: il buon Teddy, tra le varie scene, appare anche in una meravigliosa posa, seduto sul trono, con la spada come appoggio, in un’immagine che, a molti, ricorderà un’iconica illustrazione di Arthas Menethil, il Lich King di World of Warcraft, l’MMORPG fantasy più famoso della storia. Auguriamo a Hulkling di non fare la stessa fine dell’iconico paladino decaduto del mondo di Azeroth.
Empyre si presenta quindi con un primo capitolo che, se da un lato non eccelle per originalità, con il classico sviluppo su più schieramenti, con tradimenti e fraintendimenti ed un colpo di scena finale, dall’altro lato trova proprio in questo svolgimento classico uno dei suoi pregi fondamentali: una storia solida, ben raccontata, con il giusto ritmo, un discreto cliffhanger che lascia ben sperare per la continuazione, e Reed Richards che ripete più volte il celebre “Grande Giove!” di Doc Brown. E noi, per il momento, siamo decisamente soddisfatti, e non vediamo l’ora di scoprire come le vicende di questo nuovo evento cosmico plasmeranno il futuro della branchia cosmica di casa Marvel Comics.