Prodotto da A24 e diretto dai Daniels (Swiss Army Man) e prodotto dai Fratelli Russo, Everything Everywhere All At Once arriva in Italia il 6 ottobre distribuito da I Wonder Pictures, dopo esser uscito negli Stati Uniti all’inizio di quest’anno. L’uscita del film in patria non era così scontata, tanto che per mesi si è pensato che sarebbe uscito solo sul mercato home video o in digitale. Il grande passaparola e il clamore da parte del pubblico e della critica estera che l’ha particolarmente apprezzato ha fatto in modo che finalmente la pellicola fosse distribuita anche nel nostro paese. Noi di RedCapes abbiamo avuto l’opportunità di vedere il film in anteprima e questo è il nostro parere.

Evelyn Wang (Michelle Yeoh) gestisce una piccola lavanderia a gettoni, ha una figlia adolescente che non capisce più, un padre anziano e un matrimonio non più particolarmente acceso. Un controllo fiscale di routine diventa inaspettatamente la porta attraverso cui Evelyn viene trascinata all’interno di molteplici universi in cui ogni “Evelyn” e ogni persona che la circonda sono una versione migliore (o peggiore) dell’universo canonico. Chiamata a salvare il destino degli universi, dovrà attingere a tutto il suo coraggio per sconfiggere un nemico all’apparenza inarrestabile e riportare l’armonia nella sua famiglia.

Everything Everywhere All At Once

Il più grande incasso della storia di A24 e uno dei film più acclamati dell’anno, costato poco più di 25 milioni di dollari a fronte di un incasso di circa 101 milioni, Everything Everywhere All At Once si è aggiudicato un posto d’onore tra le migliori produzioni indipendenti di quest’anno. Nonostante sia prodotto dai Fratelli Russo, a dir poco famosi per i film del Marvel Cinematic Universe, il film dei Daniels non ha davvero nulla a che fare con un cinecomic nonostante venga pubblicizzato come il “Film definitivo sul multiverso”, nonostante di multiversi si parli. Il nome in locandina dei Fratelli Russo potrebbe preannunciare un film del genere… niente di più sbagliato. I supereroi e i supercattivi ci sono ma non vestono tute, mantelli e calzamaglie, al contrario indossano maglioncini di flanella e pantaloni in velluto, non sono tutti belli, giovani e prestanti, sono adulti, attempati, sformati e ormai stanchi della vita. Ma cosa succede quando si apre la porta su infinite possibilità non vissute e soprattutto cosa accade quando tutte queste vite collidono in una sola? Con uno stile frenetico, adrenalinico, assolutamente personale ed estremamente libero i Daniels scrivono un “anti cinecomic” che reinventa le regole del multiverso “alla Marvel” e costruiscono dei personaggi originali e non convenzionali che rimescolano le carte in tavola di un genere che fino ad oggi sembrava aver detto tutto.

Protagonista assoluta, la famiglia Wang composta da: Evelyn, Waymond (Ke Huy Quan sul grande schermo dopo trent’anni dalla sua ultima apparizione) e Joy (Stephanie Hsu), nucleo sull’orlo del fallimento economico e famigliare capitanato proprio da quella donna che sembra avere tutto sotto controllo ma che inizia a perdere le redini della sua vita e di sé stessa, ritrovandosi forse dopo aver conosciute versioni alternative della stessa Evelyn. Magistrale Michelle Yeoh, in un ruolo da protagonista dopo tanti ruoli secondari, si dimostra all’altezza di un progetto ambizioso che la vede cimentarsi con un’interpretazione fisica da vera e propria eroina action. Lo stesso vale per Ke Huy Quan nei panni dell’apparente stordito marito Waymond, un personaggio maschile atipico, caotico, quasi sottomesso, che vede nel suo “altro” degli altri universi un modo per cambiare cercando di restare sempre sé stesso. Joy è di certo il personaggio più interessante, un’adolescente che vuole semplicemente essere compresa dalla sua famiglia per il suo orientamento sessuale e per le scelte di vita che decide di compiere. Non è un caso che i Daniels, che hanno anche scritto il film, le abbiano riservato un trattamento speciale, rendendola insieme ad Evelyn il fulcro dell’intero film che non avrebbe mai preso il via senza le azioni di Waymond. Una famiglia atipica, normale nella sua stranezza che si completa in un mondo dove apparentemente tutto sembra scorrere liscio.

L’arrivo e la scoperta del multiverso trasportano Everything Everywhere All At Once e tutti i suoi protagonisti in un vortice frenetico, adrenalinico e vertiginoso in cui tutta la libertà creativa degli autori viene spinta all’ennesima potenza regalando allo spettatore sequenze epiche ed emozionanti come non si vedevano da un po’. Nonostante il fortissimo impatto visivo, sembra assurdo che il film abbia avuto un budget “così basso” ma i Daniels hanno deciso di girare l’intera pellicola all’interno dello stesso studio risparmiando su qualsiasi aspetto superfluo e investendo proprio su tutte quelle scene “da multiverso” dove il comparti tecnico esprime tutta la sua creatività, modellando, creando, vestendo e truccando i protagonisti nei modo più eccentrici possibile. Ma è proprio il connubio vincente tra regia, montaggio, sceneggiatura ed interpretazioni che fanno di Everything Everywhere All At Once un’opera unica nel suo genere che non tenta di copiare o andare ad inserirsi di prepotenza all’interno di un genere ormai sicuro per il cinema. E se da un lato la sceneggiatura si basa sull’ormai abusato cliché della famiglia disfunzionale, dall’altro si arricchisce con una serie di messaggi e trovate che si aprono ad un’interpretazione e un’analisi più ampia che va decisamente oltre il semplice film di fantascienza adrenalinico e fuori di testa.

Everything Everywhere All At Once sarà anche il film definitivo sul multiverso, ma è anche uno dei film definitivi sul nostro universo, un mondo fatto anche di persone semplici che si ritrovano ad essere eroi o cattivi o qualsiasi altra cosa in un giorno in cui tutto può cambiare. Pellicola rivoluzionaria per il cinema indipendente, l’opera dei Daniels è sì un punti di arrivo ma anche e soprattutto un punto di partenza per un nuovo tipo di cinema in cui la libertà autoriale si mette al servizio delle immagini e dello spettatore. Qualcosa di mai visto prima, in cui a risplendere è la fiamma creativa dei sui autori.


Everything Everywhere All At Once vi aspetta al cinema a partire dal 6 ottobre. Ecco il trailer italiano del film:

 

RASSEGNA PANORAMICA
Everything Everywhere All At Once
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
everything-everywhere-all-at-once-legami-famigliari-e-multiversi-nel-nuovo-film-dei-daniels-recensioneEverything Everywhere All At Once sarà anche il film definitivo sul multiverso, ma è anche uno dei film definitivi sul nostro universo, un mondo fatto anche di persone semplici che si ritrovano ad essere eroi o cattivi o qualsiasi altra cosa in un giorno in cui tutto può cambiare. Pellicola rivoluzionaria per il cinema indipendente, l’opera dei Daniels è sì un punti di arrivo ma anche e soprattutto un punto di partenza per un nuovo tipo di cinema in cui la libertà autoriale si mette al servizio delle immagini e dello spettatore. Qualcosa di mai visto prima, in cui a risplendere è la fiamma creativa dei sui autori.

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