Se c’è un regista in Italia che riesce oggi come ieri a portare tantissime persone a vedere i suoi film mescolandosi con la cultura italiana questo è Gabriele Muccino. Muccino è uno dei pochi registi italiani ad esser andato a lavorare a Hollywood, infatti, dopo aver diretto varie pellicole tra la fine degli anni 90 e gli inizi degli anni 2000 in Italia, ha avuto una fortunata svolta di carriera che lo ha portato per vari anni in America dove ha collaborato con Will Smith in due lungometraggi (La ricerca della felicità e Sette Anime). Successivamente, sempre in America, il regista ha realizzato altri due lungometraggi non troppo fortunati sia sul mercato americano che nel resto del mondo, i quali lo hanno portato a tornare dopo 10 anni anni a lavorare in Italia, dove negli ultimi quattro anni ha portato ben 3 lungometraggi, di cui il suo ultimo A casa tutti bene è stato un grandissimo successo con quasi 10 milioni di incasso. A 2 anni esatti da quest’ultimo film, Muccino è tornato con un nuovo racconto popolare tutto italiano raccontando la storia di quattro amici lungo 40 anni dal 1980 ad oggi: interessantissimo vedere come sia cambiato il paese in cui viviamo.

Il film parte con uno dei quattro protagonisti, interpretato dall’attore feticcio del regista ovvero Pierfrancesco Favino (che qui è alla sua quarta collaborazione con lui) che di spalle fuma una sigaretta mentre vede i fuochi d’artificio. Vediamo poi la macchina che si avvicina a quest’ultimo, il quale inizia a parlare allo spettatore rompendo la quarta parete e iniziando a raccontare la storia di questa amicizia e di come siamo arrivati a questo momento.

L’incipit non brilla per originalità: moltissimi film hanno sfruttano questo espediente narrativo. Inoltre, ancor meno originale e interessante è il fatto che gli attori col passare della durata continuino sovente la rottura della quarta parete, gestita non nel migliore nei modi, rendendola solamente un escamotage narrativo per sbloccare alcuni momenti morti della pellicola. Dopo l’introduzione di Favino, il film ci trasporta in una discoteca nel 1982, dove incontriamo Giulio (Favino da giovane interpretato da Francesco Centorame) e Paolo (Kim Rossi Stuart da giovane interpretato da Andrea Pittorino) ed è da qui che la narrazione prende ufficialmente piede: i due protagonisti da lì a poco conosceranno Riccardo (Claudio Santamaria da giovane interpretato da Matteo De Buono) e Gemma (Micaela Ramazzotti da giovane interpretata da Alma Noce) e la storia si dipanerà appunto fino al Capodanno 2020, in cui ha avuto inizio il lungometraggio.

Gabriele MuccinoQuello che cerca di fare Muccino è senza ombra di dubbio un esperimento interessante che in Italia era già stato fatto dal grande Ettore Scola con il capolavoro C’eravamo tanto amati nel 1974, del quale Gabriele Muccino, come ha espressamente detto, ha preso alcuni elementi molto importanti. Ovviamente non siamo minimamente ai livelli del grandissimo film del maestro Scola, ma in compenso con Gli anni più belli si può dire che viene fatto un lavoro sicuramente interessante su vari aspetti e anche se ci sono moltissime banalità di scrittura ci si trova di fronte ad un lavoro italiano abbastanza pregevole.
La cosa migliore, come in quasi tutti i lungometraggi del regista è la recitazione degli attori: Muccino in tutti i suoi film riesce a tirar fuori il meglio dai suoi protagonisti, e qui con Santamaria, Favino e Kim Rossi Stuart mette insieme un tris di attori formidabile, i quali, grazie alla loro bravura e a una buona sceneggiatura (anche se fallace in vari punti) riescono a trasportare lo spettatore per più di 2 ore ad una storia semplice fatta di dialoghi ben padroneggiati e di bei momenti visivi, diretti da Muccino con una mano come al solito abbastanza buona, anche se ci sono a volte delle sbavature e molti movimenti di camera evitabilissimi.

La controparte femminile recitativa, ahimè, non è eccezionale: come protagoniste troviamo Micaela Ramazzotti, che come sempre ce la mette tutta nei ruoli che interpretata, anche se mostra di essere tutt’altro che camaleontica nelle interpretazioni, nemmeno con il passare degli anni a cui il film ci mostra. Come co-protagonista troviamo, invece, la cantante Emma Marrone, alla sua prima prova recitativa, la quale dimostra sicuramente tenacia anche se deve migliorare ancora moltissimo.

La sceneggiatura, come detto, è buona ma a volte fallace innanzitutto perché mette soprattutto in risalto tradimenti e molti altri temi banali approfondendo di meno cose più interessanti messe in gioco come la politica, l’istituzione e la dura realtà del lavoro, ma soprattutto non riesce a dare lo spazio giusto ai 4 protagonisti nelle stesse epoche: infatti, Paolo, interpretato da Kim Rossi Stuart nella prima parte, è come se fosse il grande protagonista, mentre nella seconda parte viene lasciato molto più in secondo piano e il suo personaggio fa perdere completamente l’interesse allo spettatore, risultando anonimo. I personaggi interpretati da Favino e Santamaria, se nella prima parte sono poco rilevanti, nella seconda diventano i veri protagonisti e i loro personaggi assumono un ruolo più interessante diventando anche loro stessi più coinvolgenti. C’è da sottolineare una cosa in particolare in favore del film, ovvero i 4 attori che interpretano loro da giovani sono identici alla loro controparte adulta: bisogna quindi lodare la scelta di casting, mentre un po’ meno il trucco che ci vuol far credere che Favino o Santamaria senza barba e con i capelli tinti abbiano 24 anni.

Gabriele Muccino, in conclusione, confeziona un film d’intrattenimento d’autore (se così possiamo chiamarlo) discreto, che potrà far commuovere, ridere e emozionare lo spettatore. Pur con i suoi difetti riesce ad essere un buon lavoro con delle scene anche belle e autoironiche: una tra tutte quella dove due di loro entrano nella fontana di Trevi citando La Dolce Vita di Federico Fellini rendendosi però conto da soli che il paragone Mastroianni e la Ekberg è impietoso.


Gli Anni Più Belli, nuovo film di Gabriele Muccino uscirà nelle sale cinematografiche italiane giovedì 13 Febbraio 2020. Di seguito potete visionare il trailer del film:

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