God Country di Donny Cates e Geoff Shaw | Recensione

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God country

Il nome di Donny Cates è da diverso tempo sulla bocca di molti lettori di fumetti per le più svariate ragioni. Texano, figlio degli anni’80, lo sceneggiatore di Austin è finito sotto i riflettori per la sua brillante e controversa run su Venom dove, in coppia con Ryan Stegman, è stato capace di dare nuova linfa a Eddie Brock “sfruttando” l’onda mediatica dell’omonima pellicola con Tom Hardy. Prima di approdare sulle pagine del simbionte partorito da David Michelinie e Todd McFarlane, Cates si è distinto per i lavori su Doctor Strange e Thanos, ottenendo il favore di critica e pubblico soprattutto con Thanos: Vince. Sorretto anche da produzioni indipendenti dal carattere più autoriale come Redneck e Babyteeth, l’autore texano è riuscito a ritagliarsi un’ampia fetta di pubblico grazie alla sua versatilità. L’opera che però ha contribuito più di tutte alla fortuna di Cates, per stessa ammissione dell’autore, è sicuramente God Country illustrata dal talentuoso Geoff Shaw. Grazie a Panini Comics, i sei numeri della miniserie Image giungono finalmente sui nostri scaffali raccolti in un unico volume cartonato oversized.

Definita come “Southern Bastards incontra American Gods”, God Country è una storia epica, dove il mitico scontro tra uomo e dio non è altro che la cornice di una profonda e sincera riflessione sull’uomo. God Country è la storia della famiglia Quinland, una famiglia sfortunata colpita dal dolore e dalla tragedia. Emmett Quinlan soffre di Alzheimer. In seguito alla morte della moglie, il figlio di Emmett Roy si trasferisce con la famiglia nella casa paterna, nelle ampie e tranquille colline texane, per aiutare il padre mentre il morbo lo deruba, giorno dopo giorno, di un frammento della sua memoria. La vita accanto ad una persona affetta da questa terribile malattia non è facile; oltre alla memoria di Emmett, l’Alzheimer sta gradualmente deteriorando il matrimonio di Roy e Janet. Un giorno, dopo l’ennesimo guaio causato da Emmet e dopo l’ennesima discussione tra Roy e la moglie Janet, una tempesta fuori dal comune si abbatte su casa Quinlan, radendola al suolo. Preso dalla disperazione, Roy comincia a scavare tra le macerie alla ricerca del padre, solo per vederlo incolume uscire dalle macerie brandendo una gigantesca spada e sbaragliare un’orda di creature apparse dalla tempesta. Impugnando Valofax, questo il nome della spada senziente, Emmett è finalmente in grado di ricordare la sua vita e i suoi affetti; purtroppo però il dio legittimo proprietario di Valofax esige che la spada torni tra le sue mani ma il texano non sarà disposto ad abbandonarla così facilmente.

Da questo incipit, si sviluppa l’epopea di God Country, opera indipendente con cui Cates fa centro di critica e pubblico. Già considerato un classico moderno, la bellezza e la potenza di God Country risiede nella sua semplicità: sullo sfondo di un mitico scontro tra uomo e divinità, il racconto di Emmett Quinlan non è altro che la storia di una famiglia. Il dramma e il dolore dei Quinlan viene rappresentato con estrema cura e rispetto dall’autore di Austin. Cinismo, rabbia e frustrazione si alternano più volte nel descrivere la situazione di Emmett e dei suoi cari, aumentando il realismo con cui la malattia viene trattata, permettendo ai personaggi di rompere la bidimensionalità della carta stampata già dopo poche pagine. Attraverso i loro dubbi, le loro paure e insicurezze ma anche dai più piccoli gesti, i personaggi di God Country, divinità comprese, risultano estremamente umani e sfaccettati, grazie anche a una scrittura diretta e concisa che, per alcuni aspetti, assomiglia a quella di Brian K. Vaughan, autore di opere come Saga e Y: L’Ultimo Uomo.

Sconfitta la malattia, il dramma poi lascia il posto alla speranza. Lo scontro tra l’uomo e il divino, seppur ricco di sentimento e pathos, passa in secondo piano diventando funzionale per l’autore del Texas per focalizzarsi sui veri temi dell’opera: l’importanza della memoria e di come essa ci renda umani, il valore della famiglia, il rapporto padre-figlio, la dignità dell’individuo sono trattati con una genuinità rara dall’enfant prodige Donny Cates, capace con l’epopea di Emmett di scuotere l’animo dei lettori soprattutto nel toccante finale.

Il compito di illustrare la storia di Emmett Quinlan è affidato a Geoff Shaw, già compagno di Cates prima su Buzzkill, poi su Thanos: Vince e attualmente al lavoro sull’ultimo rilancio dei Guardiani della Galassia. Un mix tra il Sean Murphy di Tokyo Ghost e il Jason Latour di Suothern Bastards, l’arte di Shaw ammalia e indubbiamente colpisce l’occhio del lettore.  Il tratto ruvido, a tratti cupo, dell’artista americano riesce a portare su pagina le emozioni di quest’epopea moderna. Con le ampie e calde distese texane da cornice, in God Country Geoff Shaw dimostra grande maturità artistica. Il grande pregio di Shaw è il saper portare il lettore nel cuore della scena: che si tratti di scontri adrenalicini carichi di pathos o momenti famigliari intimi, dove anche i più piccoli gesti mettono a nudo la psiche dei personaggi, il lettore si trova coinvolto sempre più “attivamente” nella narrazione, empatizzando con le problematiche che affliggono i protagonisti dell’opera, lo storytelling invece è ben bilanciato: seppur non brilli per personalità ma ripeta la stessa collaudata impostazione di tavola, Shaw alterna sequenze più serrate a situazioni più riflessive in maniera fluida senza bruschi stacchi che alternano  il ritmo della lettura. I colori di Jason Wordie poi impreziosiscono le tavole di God Country. Ricordando molto il lavoro di Matt Hollingsworth sulle tavole di Sean Murphy, i colori pastello di Wordie donano un’anima fantastica alle tavole di Shaw, in linea con l’indole del racconto di Cates. In aggiunta, un ottimo lavoro di character design, decisamente ispirato soprattutto nella realizzazione delle divinità cosmiche dell’opera che omaggiano palesemente a quelle Kirbiane, corona l’ottima prova artistica di Geoff Shaw e del comparto grafico in generale.Avvincente e intima, schietta e genuina, magistralmente disegnata God Contry di Donny Cates e Geoff Shaw è un’opera pienamente riuscita e assolutamente da leggere. Alternando il registro epico-cosmico a quello famigliare terreno, Cates e Shaw con un distinto piglio autoriale riescono a portare su carta la “storia vera” di una famiglia, facendo (ri)scoprire valori dimenticati o dati per scontato con un linguaggio semplice e sincero.