Hotel Dusk: Stanza 215 – DuSordi…forse

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“Sono della seria opinione che ogni ambito artistico, davvero qualunque, sia partizionato allo stesso modo. Esiste sempre un buon 40% di roba da buttare, aborti senza arte nè parte, opere decisamente non meritevoli del nostro tempo (se non come pietra di paragone negativa). In questo campo contiamo tutti i rip-off di titoli famosi, copie farlocche o prodotti usciti fuori da semplici incompetenti incapaci di svolgere il proprio lavoro. Avanzando, troviamo un 10% circa di prodotti “sufficienti”. Con questo voglio dire che, sebbene delle mancanze presenti, possono ancora essere sopportati. Arriva poi un secondo 40%. In questo ci sono tutti i buoni prodotti, non perfetti, piacevoli, ben fatti. Non saranno magari capolavori, ma rimangono pur sempre meritevoli.
Infine arrivano loro: i capolavori. Un 9% di capolavori. Nella storia di ogni medium, meno di un’opera su dieci finisce in questa categoria. Il singolo che viene salvato alle intemperie del tempo, che verrà ricordato dai posteri!”

Dr Coo in Quella volta che feci male i conti

DuSordi! Siamo arrivati al secondo episodio e subito ci buttiamo su un nuovo videogioco d’avventura che, tuttavia, ha poco di “indipendente”. So già che in molti potrebbero lamentarsi di questo fatto, dopotutto il titolo di oggi fu sviluppato da una software house che, in epoca Nintendo DS/Wii lavorò a stretto contatto con la grande e celeberrima Nintendo. D’altro canto mi sono sentito piuttosto obbligato a parlarne, dato che la casa in questione, la Cing, ha dichiarato bancarotta diversi anni fa. In poche parole, il titolo di oggi ormai è vecchiotto e allo stesso tempo lo potreste trovare letteralmente a due soldi in un mercatino dell’usato. Magari vi verrà messo in mano dal solito venditore ambulante intenzionato a vendervi alla stessa cifra uno stock da dodici pacchetti di fazzolettini. Non credo possa esistere una così precisa descrizione per un episodio di questa rubrica. Proprio “du-sordi”.
Ok, ok…per tutti i rompiscatole mangiapane che si lamenteranno del “non essere indie” del titolo di oggi, ho una sorpresa:

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Un Sordi
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Du Sordi

Passato il momento delle sonore minchiate, è tempo di finalizzare i convenevoli e passare al titolo di oggi. Immaginate di essere un ex detective della polizia, ora lavorate come commesso viaggiatore. Siete alla ricerca disperata di una risposta, un modo per far volar via i fantasmi del vostro passato. Per un motivo o per l’altro finite per fermarvi in uno strano hotel. Un luogo avvolto da mille misteri. Volti nuovi e vecchie conoscenze si mescolano e solo voi potrete riuscire a risolvere la situazione e scoprire cosa si nasconda…sotto la botola?

Benvenuti all’Hotel Dusk.

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Hotel Dusk: Stanza 215 è uno di quei titoli, poveri loro, che, nonostante una certa qualità, sono stati bellamente ignorati dalla maggioranza dei gamer. Bisogna anche dire che fare uscire un’avventura grafica negli anni 2000 (un noir poi!) e aspettarsi milioni di dollari di guadagni e miliardi di copie vendute…è da stupidi.
Questo perchè è un genere di nicchia. Lo è ovunque. Non tutti riescono ad apprezzare un’avventura che si prende il proprio tempo e si avvinghia poco a poco a te. In breve:

“Le avventure grafiche sono come dei polipi. Ci mettono tempo ad afferrarti ma prova a staccarti di dosso una di quelle stramaledette ventose!”

Uscito in esclusiva su Nintendo DS, Hotel Dusk è un titolo che in molti dovrebbero assolutamente recuperare, anche solo per zittire le male lingue sull’assenza di videogiochi meritevoli sulla portatile Nintendo (a parte Mario, Zelda e Metroid). Siete curiosi di sapere di cosa parli questo mirabolante gioco? Scopriamolo.

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“Tiè, pijate na stanza!”

Durante l’avventura vestirete i panni di Kyle Hyde (bel nome), ex poliziotto, ora venditore porta a porta per la Red Crown, alla ricerca di un suo ex collega sparito dalla circolazione tre anni prima, in circostanze misteriose. Durante una “missione” in cui dovrà recuperare determinati oggetti smarriti per conto dei suoi datori di lavoro, si imbatterà nell’Hotel Dusk, stamberga in cui sarà costretto a fermarsi per la notte.
Insomma ombre dal passato torneranno a tormentarlo e al nostro caro protagonista non rimarrà niente da fare se non gettarsi a capofitto nella mischia per trovare le risposte ai suoi quesiti. La mafia, rapimenti, omicidi…tutto avverrà nello stesso identico albergo.

(…E STOP! Trovandoci di fronte ad un videogioco con grande enfasi sulla narrazione e sulla storia, vorrei evitare di rovinarvi la futura esperienza con vari spoilers. Mi limiterò a fare qualche considerazione generale che possa invogliarvi all’acquisto)

Cuore pulsante dell’intera avventura è sicuramente il ricco cast di personaggi con cui potrete interagire. Durante le nostre varie peregrinazioni, incontrerete individui di ogni tipo: i gestori dell’ostello, gli impiegati che ci lavorano e clienti in viaggio. Tutti saranno davvero interessanti, ognuno con le sue caratteristiche, i loro tratti riconoscibili…e segreti da nascondere. Già, TUTTI i personaggi di quest’avventura avranno degli scheletri nell’armadio.

Quindi a chi toccherà indagare e farsi i fatti degli altri senza alcun riguardo? Esatto!

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“Bello impossibile”

A chiunque giocherà l’avventura non potrà passare inosservato l’atteggiamento di Kyle rispetto ai segreti altrui. Lui non è tipo da metterci il naso, preferisce entrarci con tutto il corpo. Senza che nessuno glielo chieda, indagherà e impiegherà tutte le sue risorse per scoprire ogni minima ombra nei passati altrui, come una vera comare di paese! Se ne vada a quel paese la decenza! Se Hyde vuole scoprire qualcosa, non c’è niente che lo fermerà.
Le backstory dei personaggi poi! Ne sentiremo di tutti i colori! Dal ragazzino scappato di casa dal padre che odia, il finto scrittore bugiardo, la finta ninfomane, il padre single con la bambina stracciacazzi…un vero circo di freaks.
Onde per cui, avrei una modesta proposta. Dato che in Italia, specie per il cinema, c’è la pessima abitudine di cambiare i titoli delle opere originali, tradurli, aggiungere secondi titoli inutili, ecco come chiamerei io questo Hotel Dusk:

“Hotel Comare Viziosa: Come farsi i fatti altrui…con stile”.

Le informazioni di cui parlavo prima, ovviamente, dovranno essere acquisite in qualche modo. Quindi parliamo del gameplay. Hotel Dusk può essere considerato una sorta di ibrido. Da un lato si avvicina molto al genere delle avventure grafiche punta-e-clicca (viva il pennino). D’altro canto ha molti elementi in comune con visual novel come Il Professor Layton (come l’enorme mole di testo da leggere).

Interazioni con l'ambiente
Interazioni con l’ambiente

Anzitutto, per giocare, dovrete tenere il DS in posizione verticale, come se fosse un libretto. I due schermi, il touch screen e quello superiore, verranno usati per compiti molto diversi. Durante le cut-scenes ad esempio forniranno maggiore immersività. Nei dialoghi generalmente serviranno per mostrare due interlocutori contrapposti. Altre volte potranno servire per mostrare qualche fondale (in versione panoramica). Oppure ancora per mostrare degli ingrandimenti di oggetti con cui sia possibile interagire in contemporanea con le reazioni del protagonista.
Durante il normale gioco, invece, il touch screen mostrerà una mappa dall’alto della stanza in cui ci troviamo e quello superiore servirà a visionare l’ambiente in 3 dimensioni. Può sembrare piuttosto scomodo, ma vi abituerete presto a muovervi con agilità (anche perchè non vi sono alternative). Nel touch screen, inoltre, potrete trovare varie icone con varie funzioni. Dalle opzioni, al taccuino (per prendere appunti in-game o vedere informazioni sulla vostra partita), l’inventario e un pulsante per poter osservare, dove possibile, ciò che avrete davanti.

"Adesso le arrivo un ceffone"
“Adesso le arrivo un ceffone”

Avrei solo una nota negativa riguardo questo sistema. Hotel Dusk, per certi versi, è un’avventura grafica “new-generation”. Con questo voglio dire che, ad esempio, non potremo raccogliere tutto quello che vorremo (come in Zak McKracken), dovremo avere un motivo per interagire con qualcosa e, non noi, ma il nostro personaggio dovrà aver capito quando interagire con qualcosa. In breve, è possibilissimo che voi vogliate fare qualcosa e il gioco non ve lo permetterà. Che peccato.

L’aspetto “visual novel” del gioco entrerà in gioco (scusate il gioco di parole…gioco) durante i dialoghi. Ci saranno varie risposte multiple utilizzabili durante le normali conversazioni, tuttavia molte di queste porteranno a dei gameover prematuri…state attenti. State certi che durante la vostra prima run finirete con una bella schermata di gameover stampata in faccia. Alcuni di questi dead-end saranno plausibili (situazione: c’è stato un furto, qualcuno mette il tutto in camera vostra per incastrarvi e voi mostrate a qualcuno la refurtiva) altri meno (come per esempio interrogare un personaggio e sbagliare una sola domanda su 5 per perdere fiducia in voi stessi e autocacciarvi dall’Hotel).

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Misteri…

Altro punto a favore di questa piccola avventura è lo stile grafico. Viene usato un miscuglio molto interessante. Da un lato i personaggi sono disegnati in bianco e nero e in due dimensioni (essendo delle sagome in movimento vi daranno l’impressione di star vedendo un fumetto che prende vita), mentre invece gli ambienti saranno in puro 3D (l’effetto è simile a Etrian Odissey sempre per NDS). Nonostante i limiti tecnici della console devo ammettere di apprezzare assai tutto il lavoro che ci deve essere stato dietro.
La colonna sonora poi, ricordatevi che stiamo parlando del Nintendo DS, è veramente fenomenale, e ci accompagnerà per bene sia nei momenti di semplice investigazione, sia in quelli dove dovremo interrogare un personaggio per scoprirne i segreti. Ho apprezzato particolarmente il fatto di poter riascoltare l’intera colonna sonora all’interno dell’avventura stessa tramite un jube-box presente in una delle location. Un ottimo lavoro.

Per quando riguarda gli enigmi non c’è molto da dire: per la gran parte sono logici e con un minimo di ragionamento raggiungerete ogni soluzione. Cosa mi ha lasciato interdetto? Ogni volta che accederemo ad un enigma lo schermo ruoterà vorticosamente ricordando una transizione di battaglia alla Pokemon…oppure l’acqua che scende giù per il tazza del water dopo aver tirato lo sciacquone. Che strana scelta di design.

Già...perchè?
Già…perchè?

Alla fine come potrei concludere? Hotel Dusk è un videogioco pieno di idee interessanti e stimolanti. Ha una storia molto appassionante e davvero ben scritta, personaggi diversi e amabili, tanti misteri e una realizzazione tecnica piuttosto buona. Si tratta di una perla che meriterebbe di essere riscoperta. Magari tramite l’emulazione o l’usato…così da offrire da questo gioco una seconda vita.
Magari.

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