“E ogni volta che il Blitz se ne andava, succedeva qualcosa di straordinario”. Parafrasando questa massima che How I Met Your Mother ha insegnato ai suoi spettatori, ci si può riferire così a quanti non hanno ancora visto la serie CBS con protagonisti Josh Radnor, Jason Segel, Alyson Hannigan, Neil Patrick Harris e Cobie Smulders, terminata esattamente 6 anni fa negli Stati Uniti d’America ma che rimarrà per sempre nei cuori dei fan.
La serie di Carter Bays e Craig Thomas è diventata negli anni una vera e propria pietra miliare dell’epoca moderna delle serie tv, affollando le conversazioni tra amici con citazioni, riferimenti e discussioni in merito, come se si fosse direttamente coinvolti nella storia. Ed è proprio questo il punto di forza di How I Met Your Mother: il coinvolgimento.
Ma occorre andare in ordine. HIMYM inizia nel 2005 e il protagonista Ted Mosby racconta ai suoi figli nel 2030 la storia di come ha conosciuto, per l’appunto, la loro mamma. Si tratta di un semplice quanto originale incipit per iniziare a raccontare la sua vita e quella dei suoi migliori amici. Al netto di un inizio un po’ lento, man mano che la serie inizia a macinare episodi, ecco che lo spettatore inizia ad interessarsi del punto di forza dello show: i personaggi.
I personaggi dello show col passare delle puntate acquisiscono sempre di più i connotati di persone reali, in carne e ossa che lo spettatore sembra conoscere da sempre. Perché? Perché HIMYM racconta, la maggior parte delle volte, di dinamiche plausibili tra amici. Scommesse vinte e perse, amori che nascono e finiscono, viaggi insieme, serate passate a raccontare aneddoti e momenti in cui si festeggiano insieme i traguardi raggiunti. Una comicità basata su fatti che chi rimane incollato allo schermo potrebbe aver già vissuto o potrebbe vivere in un futuro. Una comicità basata su relazioni verosimili tra i personaggi, un gruppo di amici come tanti ne esistono nel mondo e nei cui membri è facile immedesimarsi: il sognatore Ted; l’amico di sempre Marshall che fa coppia fissa con Lily, un po’ la figura materna all’interno della comitiva; il cinico ma comunque morbido Barney; l’ambiziosa (e ambita) Robin, l’ultima arrivata che però si inserisce da subito nelle dinamiche del gruppo. E su questi cinque personaggi si basa tutta quanta la serie. Sulla loro amicizia, sulla loro vita personale, sul loro condividere e condividersi ogni giorno, sapendo di poter sempre contare l’uno sull’altro. Ed è per questo motivo che HIMYM piace così tanto, perché regala allo spettatore cinque amici che, in un modo o nell’altro, sono pronti ad ascoltarti, a rallegrarti, ad aiutarti nei momenti difficili o semplicemente a farti passare venti minuti in buona compagnia.
Nonostante sia una sit-com, non mancano momenti incredibilmente profondi che ancor di più fanno empatizzare il pubblico con i personaggi: basti pensare al momento in cui scompare il padre di uno dei protagonisti, situazione che, presto o tardi, tutti quanti vivono nella propria vita. Il lutto, l’accettazione e il superamento dello stesso sono descritti in una maniera così cristallina ma al tempo stesso leggera da far passare determinati messaggi con la stessa facilità con cui Barney porta a casa sua una ragazza la sera. E proprio come quello appena citato, la serie non si fa problemi a toccare temi estremamente delicati, come la difficoltà di essere genitori, l’impossibilità ad avere figli, la continua ricerca di una figura paterna mai avuta, le difficoltà di ricominciare dopo la fine di una relazione.
Sono tutti elementi che riducono al minimo la distanza tra spettatore e personaggi, come se chi guarda fosse effettivamente seduto al tavolo del McLaren’s Pub con i Ted, Marshall, Lily, Barney e Robin, a sorseggiare un drink tra una risata e l’altra.
E alla fine di tutto, poco importa se il finale non è esattamente all’altezza delle aspettative, se ha fatto imbestialire una buona fetta degli spettatori e ne ha delusi altrettanti. Perché come in ogni rapporto d’amicizia che ognuno ha nella propria vita, ciò che rimane sono i momenti. Ed un finale di una serie tv non cancella i momenti passati con i personaggi. E allora non venga messo in dubbio il valore di uno show che probabilmente non farà la storia ma che certamente ha fatto la nostra storia, facendoci passare momenti indimenticabili con i nostri cinque amici e che potranno essere rivissuti in eterno. Succeda quel che succeda, How I Met Your Mother è destinata a rimanere con noi, vita natural durante. Perché è il destino che regola le vite dei personaggi che abbiamo imparato ad amare. Un destino che, per quanto lo si possa forzare, si compirà sempre e comunque, esattamente come hanno dimostrato le puntate più importanti. Esattamente come ci ha dimostrato il finale di serie.
Piaciuto o meno, il finale di HIMYM è in linea con quello che è il tono della serie, ossia una rappresentazione della vita. E durante il percorso di una persona non tutto accade per determinate ragioni. Ci sono ripensamenti, svolte inaspettate, dietrofront, pentimenti e novità. Ed è proprio questo che è How I Met Your Mother. La rappresentazione della vita di cinque persone, con un focus più ampio su quella di Ted, il quale si ritrova per tutto il tempo a gestire una vita che però lui non sente pienamente sua. E quando riesce a trovare la felicità, il destino fa la sua parte. Negativa o positiva che sia. Ed è esattamente quello che succede ad ognuno di noi, ogni giorno della propria vita. Il destino interviene e dice la sua. Che ci faccia esclamare “Aw, Man!” o un sempreverde “Legen.. Wait for it… Dary!”. Che sia un corno francese blu o un ombrello giallo.