Il regista e sceneggiatore spagnolo Pablo Berger torna alla regia sei anni dopo Abracadabra e ben undici dopo l’acclamato Blancanieves con una vera e propria favola moderna: Il Mio Amico Robot.Pablo Berger entra nel mondo dell’animazione adattando la graphic novel di Sara Varon creando così un emozionante film animato, dal sapore retrò, che ci riporta nella New York degli anni Ottanta. Una pellicola muta, senza dialoghi, tenera ma allo stesso tempo malinconica e riflessiva.

Il Mio Amico Robot (Robot Dreams) è un piccolo gioiello in animazione 2D celebrato all’ultimo Festival di Cannes, premiato al Festival d’animazione di Annecy e candidato al Premio Oscar come Miglior film d’animazione. Quella raccontata è la storia di Dog, una storia sull’importanza dell’amicizia e sulla sua fragilità. In un universo popolato da animali antropomorfi dove è possibile acquistare un robot per alleviare la solitudine o per aiutare in attività domestiche, Dog, un cane newyorkese che soffre di solitudine, decide di farsi un nuovo amico, ed è così che arriva Robot. I due ben presto diventano inseparabili, passando le giornate giocando alla console, e passeggiando per Central Park fischiettando e ballando il loro brano preferito. Finché un giorno un imprevisto li separerà bruscamente.

Il mio amico robotCon Il Mio Amico Robot, Pablo Berger raggiunge vette di poesia, umorismo e malinconia che ricordano l’epoca d’oro degli studi Pixar. Partendo dal dramma che separa i due amici, il film, pur rimanendo piacevole anche ad uno sguardo giovane, veicola tematiche molto adulte riflettendo su temi profondi come la solitudine, l’amicizia, la perdita e l’impotenza davanti a certi avvenimenti. Il film di Berger conserva l’estetica e lo spirito dell’opera originale da cui è tratto, l’animazione è brillante e vivace, dal segno semplice e pulito, disegnato a mano, ricco di dettagli deliziosi senza mai essere appariscente. Il mio amico Robot riesce a elevarsi dall’essere semplice intrattenimento per il pubblico giovane, aprendosi verso più temi filosofici come l’impermanenza dei luoghi e degli esseri o l’importanza e la fragilità dell’amicizia. Una commedia drammatica agrodolce, piena di sorprese e mai scontata, il film si distingue fino al suo epilogo, andando contro le aspettative di chi guarda.

Visivamente incantati dai colori pastello e dai characters semplici dalle linee chiare tipici dei libri per bambini, è impossibile non notare i tanti riferimenti cinematografici inseriti nel film e rimanere estasiati da come ci viene mostrata Manhattan, dove vivono Dog e Robot, una celebrazione di New York degna di Woody Allen, tanto da farci pensare alla città come terzo protagonista del film.

Tra la spiaggia di Cony Island, la metropolitana urbana, Central Park, i parchi nazionali o anche le Torri Gemelle, tutto viene utilizzato per creare un universo molto ricco e dettagliato, che contrasta con la semplicità dei personaggi, L’assenza di dialogo ha portato gli animatori a prestare una meticolosa attenzione ai dettagli su come i personaggi vivono sullo schermo, i loro gesti e le loro micro espressioni suggeriscono un intero spettro di sentimenti mentre superano le rispettive prove emotive. Impossibile anche ignorare la qualità del montaggio, che ha da subito un ritmo dinamico e leggero che coinvolge fin dall’inizio. Sfruttando l’assenza di dialoghi, Berger sviluppa un film basato sullo stile grafico, sulla semplicità narrativa della favola e su un’attenta colonna sonora contestuale, che finisce per costruire un proprio forte significato all’interno dell’opera. Il mio amico Robot sfrutta tutte le possibilità estetiche ed espressive dell’animazione e della musica per costruire la sua storia, rendendola ancora più intima per ogni spettatore.

In conclusione, la pellicola racconta una storia semplice, non del tutto muta perché incorpora il suono diretto e una colonna sonora. Una storia profonda nascosta sotto la purezza di una favola per bambini, in modo che possa assumere significati diversi a seconda di chi la vede: il rapporto tra i due personaggi può essere visto come un rapporto di amicizia, amore o famiglia; così come la loro separazione può avere diverse interpretazioni. È un film chiaramente destinato a un pubblico eterogeneo di adulti e bambini, poiché qualsiasi bambino può goderselo senza problemi, ma ha anche una dimensione che può essere apprezzata solo da spettatori più adulti. Un mix molto riuscito tra due generi e due stili, commedia e dramma, cartone animato e realismo.


Il Mio Amico Robot arriva nelle sale cinematografiche italiane dal 4 aprile distribuito da I Wonder Pictures. Di seguito il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Il Mio Amico Robot
8
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il-mio-amico-robot-di-pablo-berger-una-favola-moderna-recensioneIl Mio Amico Robot racconta una storia semplice, non del tutto muta perché incorpora il suono diretto e una colonna sonora. Una storia profonda nascosta sotto la purezza di una favola per bambini, in modo che possa assumere significati diversi a seconda di chi la vede: il rapporto tra i due personaggi può essere visto come un rapporto di amicizia, amore o famiglia; così come la loro separazione può avere diverse interpretazioni. È un film chiaramente destinato a un pubblico eterogeneo di adulti e bambini, poiché qualsiasi bambino può goderselo senza problemi, ma ha anche una dimensione che può essere apprezzata solo da spettatori più adulti. Un mix molto riuscito tra due generi e due stili, commedia e dramma, cartone animato e realismo.

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