Intervista a Frédéric Brémaud: “Non c’è fumetto più puro di uno senza dialoghi ” | Speciale Lucca 2018

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Frédéric Brrémaud

E’ il primo giorno di Lucca Comics & Games 2018. L’edizione sembra fin da subito parecchio partecipata, cosa che è stata anche confermata dal bilancio ad evento concluso. C’è una gran folla intorno allo stand Saldapress, l’editore che quest’anno ha portato una serie di ospiti di primo piano del mondo del fumetto americano, ma ci sono anche due autori italo/francesi, Federico BertolucciFrédéric Brémaud, che presentano la loro nuova creatura: Brindille.

Abbiamo raggiunto Frédéric, con cui abbiamo molto piacevolmente chiacchierato non solo del nuovo fumetto, ma anche della sua produzione e del suo approccio alla scrittura di titoli muti come la saga di Love e molto altro.


Ciao Frederic! Benvenuto a Lucca? Come stai?

“Sto bene! Sono arrivato da un paio di ore, ma sono già stanco. Però è bellissimo essere qui.”

Sei qui insieme a Federico Bertolucci per promuovere l’uscita del vostro nuovo libro, Brrindille, pubblicato da Saldapress. Ti andrebbe di presentarlo ai nostri lettori? Raccontaci di cosa si tratta.

“È una storia composta da due volumi. Riassumendo, la protagonista è una ragazzina che si ritrova in mezzo ad una foresta, senza ricordare niente. Dovrà quindi capire chi è davvero, facendosi aiutare da un lupo criniera, una via di mezzo tra una volpe e appunto un lupo. E’ un fantasy che avrei volentieri inserito nella collana di Love, ma abbiamo deciso di fare un’altra cosa, appunto di inserendo l’elemento fantasy.”

Come avete deciso di raccontare la storia di Brindille? Da dove nasce questo desiderio?

“È un progetto che io e Federico abbiamo in testa da tempo, un mix di tante nostre idee. L’ispirazione, almeno per quanto mi riguarda, arriva principalmente dalle opere di Moebius, come Il Giardino di Edena. Inoltre, vivendo tra la Francia e l’Italia, quando mi trovo in Francia faccio spesso immersioni subacquee: la sensazione che mi da questa attività è di essere sospeso fra due mondi, fra la vita e la morte. E’ un limbo. Ed è la stessa cosa per il mondo di Brindille.”

Trattandosi di un racconto fantasy, ci sono delle opere letterarie che vi hanno influenzato in questo processo?

“Mi vergogno un po’ a dirlo, ma la mia cultura in merito è molto scarsa. Per quanto riguarda il fumetto, parlavo prima delle opere di Moebius, apprezzo molto il Peter Pan di Loisel. In generale però mi ispiro a racconti che non sono propriamente fantasy: ad esempio, ho appena finito di leggere Le Anime Morte di Gogol, ed è in questo tipo di racconti che secondo me si possono trovare degli elementi interessanti.”

Hai parlato prima di Love, una serie di racconti che hanno come protagonisti degli animali e che sono delle storie essenzialmente mute, prive di dialoghi. Perché queste due scelte?

“Guarda, essendo nato in campagna ho sempre amato gli animali, fin da piccolo. Mi piacciono molto i documentari, ma ogni volta che li guardo, spengo l’audio, rimanendo solo a guardare le immagini: si umanizzano troppo queste creature secondo me. E’ stato anche un caso comunque, ho presentato l’idea a Federico e abbiamo firmato subito per pubblicarlo, aspettandoci però che nessuno avrebbe comprato il primo volume.”

E invece è andata molto bene, visto che la collana conta diversi libri.

“Esatto, la continueremo infatti. E’ un mix delle mie passioni per gli animali, la natura, l’ecologia, e della voglia di Federico di disegnare gli animali senza essere disturbato dai balloon. Non c’è fumetto più puro di uno senza dialoghi secondo me.”

Perché dunque raccontare una storia muta?

“Semplicemente perché gli animali non parlano. Si possono raccontare tante cose attraverso la regia e il disegno. Molti pensano che sia una cosa originale, ma ovviamente non lo è. Lo si è fatto anche nel cinema: è uscito qualche anno fa L’Artista, un film francese in bianco e nero, muto, ed è andato molto bene. E’ una cosa che è già stata fatta mille e mille volte, semplicemente viene ripresa e riproposta.”

Magari, come dicevi tu, è solo un pretesto per lasciare che siano la fotografia e le immagini a parlare, mentre nel fumetto si mettono in risalto i disegni.

“Esattamente. Non si può raccontare la stessa cosa. Ma sinceramente sono cose su cui non mi soffermo quando lavoro a Love, lo faccio diciamo “al primo grado”, in maniera elementare. Sono gli altri poi che ci trovano riferimenti filosofici, ma ci sta, così ognuno si fa la sua idea.”

A sentirtene parlare, immagino che tu non abbia trovato alcuna difficoltà a lavorare a queste storie mute.

“In realtà, all’inizio pensavo che sarebbe stato semplice raccontare una storia senza dialoghi. Invece è come lavorare senza riferimenti: con i balloon, si può gestire più meno il tempo di lettura, ma quando questi mancano, se il disegno non è bello e dettagliato, come quello di Federico, la storia verrà letta in 2 minuti, e quindi nessuno se lo comprerà. Ho dovuto quindi lavorare sul ritmo, alternare vari momenti, quelli tranquilli e quelli di azione.”

Sia Brindille che Love hanno al centro la bellezza della natura. Perché, al di la del tuo gusto personale, pensi sia importante parlare di questo argomento?

“Ogni anno cambio risposta a questa domanda. Purtroppo non ci credo più molto. Se ci fai caso, quasi tutti gli animali, a parte la volpe, sono a rischio di estinzione. E’ importante comunque, perché credo che l’ecologia sia, insieme alla tecnologia, un punto fondamentale. Con la tecnologia di oggi si può fare qualsiasi cosa, con ago minuscolo si può uccidere chiunque.”

Come può anche curarlo.

“Esatto! Però purtroppo non me ne intendo molto al riguardo. Sulla natura e l’ecologia sono un po’ più sicuro. Quando ci sono argomenti così spinosi, è normale che ci sia chi si smuove per denunciarli. Io non ci riesco, non ho una tale capacità di analisi. Perciò mostro il mondo così come è, come lo vedo. Come si è capito, sono abbastanza pessimista per il futuro della natura, ma ciò non vuol dire che ci sia ancora una speranza, bisogna provarci, ora o mai più.”

Quando hai capito che il fumettista sarebbe stato il lavoro della tua vita? E che studi hai fatto, quali sono state e sono tutt’oggi le tue principali influenze?

“Come ti raccontavo prima, sono cresciuto in campagna, quindi le mie prime storie avevano come protagonisti il cavallo, il cane, il branco, ed erano tutte caratterizzate da una piacevole solitudine. Alcune di queste le ho persino pubblicate anni dopo. Nel mentre, leggevo Topolino, Asterix.”

Ecco, quali fumetti leggevi da bambino?

“Luky Luke, Tin Tin, Tomtom e Nana, tutti francesi. E poi andavo spesso in biblioteca. Se potessi, le metterei ovunque. Mi hanno permesso di conoscere Hugo Pratt, Moebius, e tutti i più grandi nomi del fumetto mondiale. Sono loro i miei idoli.”

E oggi cosa ti piace leggere?

“Ho letto da poco L’Età dell’Oro di Cyril Pedrosa, che mi è piaciuto parecchio. Ho letto anche Lo Sparviero e altri romanzi, come Panchovilla, ma anche Camilleri. Questo, insieme a qualche numero di Spirou e Fantasio. Leggendo molto, non faccio troppa differenza fra libri e fumetti. Di italiano, ho riletto poco fa alcuni episodi di Nirvana dei Paguri.”

Ti sono piaciuti?

“Ho riso tantissimo!”

Grazie mille Frederic, è stato un piacere conoscerti e parlare con te! Buona continuazione e buona Lucca!

“Grazie mille a te!”

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