[Esclusiva] Intervista a Jacopo Paliaga e French Carlomagno, Autori di Aqualung

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aqualung

Durante la scorsa edizione di Cartoomics, siamo stati ospitati presso lo stand dell’editore milanese Bao Publishing per incontrare e intervistare Jacopo Paliaga e French Carlomagno, autori del fumetto Aqualung, di cui è recentemente uscito il terzo volume (qui potete trovare la nostra recensione).


RedCapes: Ciao ragazzi, benvenuti su RedCapes.it! Come state?

Jacopo Paliaga/French Carlomagno: “Molto bene, grazie!”.

RC: E’ la prima volta che ci incontriamo e mi piacerebbe che i nostri lettori vi conoscessero meglio, visto che abbiamo parlato di alcuni titoli che avete presentato su Wilder. Raccontateci la vostra storia.

French: “Ci siamo conosciuti per caso..”

Jacopo: “In realtà, su un sito di incontri tipo Meetic”

FC: ”Non volevo dirlo così apertamente! Scherzi a parte, ci siamo conosciuti su Facebook, abbiamo cominciato a parlare. Quando Jacopo mi ha proposto Aqualung, io ero in cerca di una storia che potesse darmi quella visibilità che stavo cercando e quindi ci siamo messi al lavoro. In realtà, mi aveva promesso che sarebbero state solo 10 pagine in bianco e nero, ma non avevo notato la clausola scritta in piccolo… Abbiamo pubblicato la serie subito online, i riscontri sono stati buoni e poi siamo stati contattati da BAO, a cui abbiamo subito proposto “Come quando eravamo piccoli” (2016) e loro poi ci hanno proposto di pubblicare anche Aqualung”.

RC: Parlando proprio di Aqualung, è appena uscito il terzo capitolo della vostra storia, con tanto di splendida variant fluorescente pubblicata da Bao Publishing. E’ una serie che è strutturata in maniera molto simile a quella di un serial televisivo, composto da varie stagioni, ma anche a quella del fumetto seriale tipicamente americano. Che soddisfazioni vi ha portato raccontare e pubblicare questa vostra fatica?

JP: “Dal mio punto di vista, ho potuto orchestrare una trama in 5 stagioni, dal buon respiro, che ci permette di spaziare molto con i generi: siamo partiti con una trama mistery, passando poi alla fantascienza e arrivando ora ad omaggiare il fumetto supereroistico vero e proprio, stile Justice League e Avengers. Ci divertiamo proprio perché riusciamo sempre a cambiare e a raccontare qualcosa di diverso.

RC: Abbiamo parlato poco fa di Wilder, il portale online che avete fondato voi e sul quale vengono pubblicati diversi titoli, tra cui proprio Aqualung. Come è nata questa idea di permettere agli autori che hanno qualcosa da raccontare di poterlo fare prima sul web e poi, magari, anche in fumetteria, facendolo tra l’altro in maniera completamente gratuita?

FC: “Noi siamo partiti appunto con Aqualung, e volendo provare a fare qualcosa di nuovo insieme ad altre persone, abbiamo pensato che, anziché aprire ognuno il proprio portale per la propria serie, fosse più interessante fondare un progetto unico dove poter riversare tutto quello che ci viene in mente”.

JP: “Parlandone poi anche con Leonardo (Favia, autore della serie Australia e editor di BAO Publishing, ndr), con Francesco Savino (autore di Vivi e Vegeta e editor BAO, ndr), e con Dario Sicchio (autore di Black Rock, sempre su Wilder, ndr) abbiamo convenuto che tutte le nostre idee potessero essere pubblicate sullo stesso sito. Aqualung e Vivi e Vegeta continuano comunque ad essere pubblicate anche sui loro siti, e poi, in stile Netflix, sono raccolti tutti insieme su Wilder, anche per evitare che si crei troppa confusione una volta che vengono pubblicate in formato cartaceo. Sono tutte proposte spontanee che escono da una cena o da un aperitivo, come è stato con Capitan Artiglio, Oscar e AlbHey Longo con Sappy”.

RC: E cosa riserva il futuro per Wilder? Avete qualche novità in cantiere? Qualche modifica?

JP: “Siamo molto contenti perché abbiamo una scaletta ben definita per tutto il 2018, addirittura stiamo cominciando a pianificare il 2019, e questo perché, essendo progetti gratuiti, gli autori ci lavorano nei ritagli di tempo libero dal lavoro. Adesso tornerà Black Rock con i 4 capitoli conclusivi, posso anticiparti che sempre Dario ha una novità in serbo per Chiodotorto, il fumetto che ha pubblicato per la Magic Press e tra un mesetto uscirà anche la seconda parte di Australia di Leonardo Favia.

RC: Avete mai pensato di passare poi anche al mercato cartaceo?

JP: “In realtà no, alla fine i numeri che abbiamo sul web sono soddisfacenti, e purtroppo non possiamo essere sicuri che chi ci legge sul web comprerà poi anche il cartaceo o viceversa, aspettando la raccolta fisica. Con Aqualung non succede perché, quando uscì il primo volume, stavamo pubblicando la seconda parte online e abbiamo in qualche modo abituato il pubblico a leggerlo sia online che su carta. Abbiamo già fatto un esperimento con Wilderworld, ma vedremo cosa si potrà fare in futuro.

RC: Toccando l’argomento internet, qualche mese fa avete collaborato con i The Jackal per la produzione del fumetto Fottuti Musi Verdi a Chi?, spin off del loro film. In quell’occasione si è visto come questi due media si possono appoggiare l’uno all’altro, come può succedere anche nel caso dei cinecomics. Cosa ne pensate al riguardo, considerata anche la vostra esperienza personale?

JP: “Quello che abbiamo fatto con i The Jackal era una cosa particolare: si trattava di un fumetto proposto da una casa editrice di prim’ordine come BAO Publishing, godevamo già di una buona visibilità, quindi con il film si è andato a chiudere un cerchio, lasciando però le due cose separate e fruibili autonomamente. Da lettore di fumetto americano invece, non so quanto il cinema si rifletta sulla vendita dei fumetti. Chiaramente c’è un’esposizione maggiore rispetto al passato, e, come è successo anche negli ultimi anni proprio nel nostro paese, abbiamo visto che il fumetto sta riscuotendo un riconoscimento a livello culturale sempre maggiore da parte di chi i fumetti non li legge da sempre e con costanza. Abbiamo poi qualche eccezione nostrana, come Monolith oppure il film di prossima uscita ispirato a “La profezia dell’armadillo” di Zerocalcare, anche se qui il processo è inverso rispetto a FMVAC. È senza dubbio qualcosa che fa bene al settore, basti guardare tutta la campagna pubblicitaria che gira dietro questi progetti, o alle continue riproposizioni e ristampe. Alla fine, succede che ti trovi in libreria anche il Thor di Jason Aaron in una versione molto elegante, cosa che dieci anni da sembrava impossibile”.

RC: Mi hai tolto le parole di bocca, Jacopo. Si parla tanto della situazione del fumetto in Italia, di come è cambiata la concezione nei suoi confronti da parte di chi non è appassionato. Come l’avete vissuta voi, sia dal punto di vista di chi fa questo di mestiere sia dal punto di vista del lettore?

FC: “Si tratta ovviamente di un vantaggio per chi fa questo di mestiere, vedi la possibilità di arrivare anche nelle librerie, la maggior fruibilità del media grazie anche a fenomeni come Zerocalcare, sono tutti fattori che vanno a nostro vantaggio. Avessimo iniziato dieci anni fa, avremmo fatto molta più fatica, ora possiamo raggiungere molta più gente”.

JP: “Io penso che tutto ciò che di buono arriva dal mondo del fumetto porta altre cose buone al fumetto, inteso ovviamente come un sistema aperto. Guarda, ad esempio, la recente apertura della nuova etichetta Feltrinelli dedicata ai fumetti: è un progetto che, se va bene, può essere qualcosa di davvero importante. La gente che rosica probabilmente non si rende conto che, se questi progetti vanno in porto, permettono ad altre persone di pubblicare le loro storie e ad altri progetti di crescere. È bello che il fumetto stia crescendo sempre di più. Dal punto di vista del lettore, invece, a me cambia poco: quando ero un ragazzino leggevo gli Ultimates da dentro il quaderno di matematica per non farmi vedere: erano violenti, e faceva figo leggere qualcosa si violento e trasgressivo. E poi mi scambiavo gli albi con gli amici, per leggere di più. Il nerd del fumetto ha sempre cercato di mantenere questo hobby come una cosa di sua esclusiva. Invece, se si condivide si porta solo a migliorare il proprio “ambiente”. Cinque anni fa la proposta era più limitata, si rischiava di meno, e Aqualung probabilmente non sarebbe mai potuto concretizzarsi. Volendo rischiare, BAO ha scommesso sulla nostra idea, che poi fortunatamente si è rivelata vincente”.

RC: Tornando a parlare di Wilder, è uscito il primo capitolo della nuova serie di Jacopo, Dharma. Ho trovato sia il trailer animato sia il fumetto in se molto belli, divertenti e anche grotteschi. Introducila un po’ e raccontacela dal tuo punto di vista.

JP: Grazie mille! L’idea originale è di Alex Regaldo, il capo del Grey Ladder Studio, una casa di produzione cinematografica di Torino. Volevano realizzare un progetto crossmediale, passando dal cortometraggio al fumetto e ad altre cose di cui però per ora non posso ancora parlare. Ho avuto piena libertà di lavorare sul fumetto, ci ho messo un po’ di esoterismo e, visto che ci sono fissatissimo, ho citato anche Naruto con un personaggio che ricorda molto Orochimaru. Ho cercato di divertirmi e di divertire, pensando che deve essere un progetto fruibile sotto ogni aspetto e in maniera autonoma, essendo una storia indipendente che però si rifaccia all’universo narrativo che stiamo creando. Ho anche la grandissima fortuna di lavorare con Laura Gugliemo, che oltre ad essere un’ottima spalla vorrei come madre adottiva: oltre a tenermi in riga, qualsiasi cosa le chieda di fare, non ho nemmeno il tempo di soffiarmi il naso che lei l’ha già fatta! Ha uno stile molto personale, riconoscibile e che si adatta perfettamente alla storia che stiamo scrivendo, sono davvero molto soddisfatto”.

RC: Attendiamo allora i vostri futuri sviluppi con impazienza. Nel frattempo, vi ringraziamo per il tempo che ci avete dedicato e in bocca al lupo per tutto!

FC: “Grazie a te!”

JP: “Gracias!”


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