Durante il Lucca Comics & Games 2023, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro con Joe Kelly e Ken Niimura in occasione dell’uscita di Sergente Immortale, edito da Bao Publishing.

Durante l’intervista, Joe e Ken ci hanno raccontato com’è stato tornare a collaborare dopo circa 15 anni da I Kill Giants, della loro nuova opera Sergente Immortale e… della possibilità di lavorare insieme su una serie di Deadpool. Di seguito la nostra intervista completa a Joe Kelly e Ken Niimura:


Joe benvenuto su RedCapes e Ken a te bentornato sulle nostre pagine.

Joe Kelly: “Il piacere è tutto mio.”

Ken Niimura: “Siamo felicissimi di essere qui a Lucca.”

A quasi 15 anni di distanza da I Kill Giants, tornate a collaborare con Sergente Immortale, com’è stato riunire questo team dopo così tanti anni?

Joe Kelly: “Abbiamo sempre voluto tornare a lavorare assieme. Abbiamo anche fatto qualche piccolo progetto dopo la conclusione di “I Kill Giants”, una storia breve di “Black Jack” per il Giappone, qualcosina per Marvel… Ma non mi sentivo di avere una storia giusta per Ken fino a quando non ci siamo ritrovati per “Sergente Immortale” che, tra l’altro, è una storia che volevo realizzare da tantissimo tempo. E Ken è stato fantastico perché lo ha considerato da subito il progetto più importante da portare avanti, anche se entrambi siamo sempre impegnatissimi. Ken lavora anche alle sue graphic novel in veste di autore unico, lui è veramente il “pacchetto completo”: scrive, disegna, parla un sacco di lingue, è una persona fantastica, mentre io sono solo un povero scrittore, quindi mi devo affidare agli altri per i disegni (Ride). Penso che fosse arrivato il momento giusto per riunire la squadra, avrei voluto succedesse prima, ma mi rendo conto che non ero pronto a raccontare questa storia, che è molto importante per me.”

Ken Niimura: La penso allo stesso modo, ci serviva del tempo per trovare il progetto giusto dopo “I Kill Giants”, una storia che coinvolgesse entrambi e che fosse importante per tutti e due. La lavorazione di “Sergente Immortale” è iniziata circa 4 anni fa, che è poi è più o meno l’ultima volta che ci siamo visti di persona prima della pandemia. Stavolta, però, non avevamo dei tempi di consegna quindi abbiamo potuto lavorarci con tutta la calma del mondo, riscrivendo e ridisegnando alcune parti fino a quando non hanno preso la forma che ci soddisfava. Personalmente sono felicissimo quando lavoriamo insieme.”

Che differenze ci sono state tra la lavorazione di I Kill Giants e quella di Segente Immortale?

Joe Kelly: “Il processo creativo è stato molto differente perché, quando ho conosciuto Ken quindici anni fa, la storia di “I Kill Giants” era già completa. Certo, ci sono state delle modifiche e Ken ha dato un contributo enorme con il suo stile, ma la sceneggiatura era pronta. “Sergente Immortale” invece si è evoluto mentre lavoravamo insieme, è stato tutto sviluppato a quattro mani. L’idea iniziale sarà anche stata la mia, ma Ken è davvero un bravo sceneggiatore e il modo in cui pensa alle storie è fantastico, approccia il racconto come farebbe un editor. Abbiamo letteralmente scritto entrambi questo fumetto, tant’è che nell’edizione americana, mi pare, invece di accreditarci come “sceneggiatore e disegnatore” abbiamo fatto scrivere “Storytellers” perché ci sembrava la definizione più giusta per come abbiamo lavorato. In pratica io ho iniziato scrivendo la sceneggiatura e Ken si è occupato degli storyboard, proponendomi mano a mano modifiche o aggiunte alle scene, spesso migliorando la storia rispetto a come l’avevo pensata in origine. Quindi abbiamo tenuto questo processo per tutta la lavorazione.”

Ken Niimura: “Per quanto mi riguarda, quando ho realizzato “I Kill Giants” non avevo molta esperienza con fumetti lunghi e poi la sceneggiatura di Joe era già completata e perfetta. Perciò è stata una lavorazione molto standard: lui scriveva, io disegnavo.
“Sergente Immortale” invece l’ho realizzato dopo diverse pubblicazioni in Giappone, dopo aver lavorato con vari editor per il mondo, e in quanto primo lettore dello script mi veniva spontaneo dire “perché non facciamo questo o aggiungiamo quello”. Abbiamo continuato così fino a che non abbiamo trovato la giusta direzione in cui volevamo che la storia andasse. Quello che mi è piaciuto di più è che con “Sergente Immortale” siamo arrivati al punto in cui era quasi indistinguibile chi si occupava di cosa, perché abbiamo ideato tutto insieme.”

Eravate come una macchina perfetta insomma.

Ken Niimura: “Esattamente, ci è voluto un po’ di tempo per perfezionare il procedimento, ma il risultato finale è stato quello.”

Joe Kelly: “Nel prossimo progetto farò io i disegni!” (Ride)

Vi scambierete definitivamente i ruoli (Ride)

Ken Niimura: “Sarebbe bellissimo e ne sarei felicissimo! (Ride) Però vorrei aggiungere che sono felicissimo di lavorare in questo modo, perché a volte può risultare difficile lavorare in coppia. Voglio dire, ho lavorato anche con altri sceneggiatori e alcuni sono molto protettivi di quello che scrivono e lo capisco, non ho nessun problema con questa cosa. Ma noi ormai ci conosciamo benissimo e siamo estremamente rilassati nello scambiarci idee e opinioni ed è un privilegio avere un rapporto lavorativo del genere.”

Joe Kelly: “Sono d’accordo al 100%.”

Com’è nata l’idea dietro a Sergente Immortale? Di cosa parla questo nuovo graphic novel?

Joe Kelly Ken NiimuraJoe Kelly: “Mio padre era un poliziotto e abbiamo avuto un rapporto abbastanza complicato quando ero giovane. C’erano un sacco di segreti di famiglia, cose del suo lavoro di cui lui non parlava affatto e cose di cui parlava anche troppo… Una volta, per esempio, ricordo che mentre stavamo cenando, lui si è messo a parlare di una scena del delitto e io avrò avuto 8 o 9 anni, e forse non era il caso. Il nostro rapporto si è evoluto nel tempo e alla fine ci siamo avvicinati, ma non è sempre stato così, abbiamo avuto dei momenti difficili. C’erano un sacco di cose che non sapevo sul suo passato, che invece hanno avuto un impatto su come mi ha cresciuto dall’infanzia in poi. Stavo cercando un modo per raccontare una storia del genere da molto tempo, anche quando ero bambino sentendo certi racconti pensavo “wow queste sarebbero delle storie molto interessanti da per un fumetto” – ma non voglio farvi spoiler. Volevo raccontare un viaggio on the road per risolvere un crimine irrisolto, con un padre e suo figlio e il loro rapporto assolutamente disfunzionale. Mio padre purtroppo se ne è andato 15 anni fa – più o meno quando è uscito “I Kill Giants” – ci ho messo tanto tempo a scrivere questa nuova storia anche perché, innanzitutto, volevo che raccontasse proprio un rapporto padre/figlio. Col tempo ho integrato nuove idee, per via del periodo storico in cui viviamo, specialmente in America dove, mentre lavoravamo al volume, ci sono state le proteste del movimento Black Lives Matter a seguito dei numerosi pestaggi della polizia. Nella sceneggiatura ho cercato di rimanere fedele al tipo di poliziotto che era mio padre (anche se lui non era scorretto come il protagonista), ma il fatto è che perché magari sembra che gli agenti facciano un lavoro eroico, non vuol dire che siano degli eroi come persone.”

Anche in Italia nelle serie poliziesche c’è la tendenza a voler rappresentare a tutti i costi le forze dell’ordine come i buoni, ma non è sempre così.

Joe Kelly: “Esatto! Ed è questa la parte più importante, sono esseri umani. Ci sono poliziotti cattivi, che abusano del loro potere e che sono persone terribili, ma ci sono anche quelli che agiscono in una larghissima zona di grigio e cercano di fare il loro meglio, ma non sempre ci riescono.”

Joe tu hai lavorato come sceneggiatore dell’adattamento live-action di I Kill Giants, com’è stato portare la tua creazione sul grande schermo? Come hai deciso di riadattare alcuni elementi del fumetto? Sei soddisfatto del risultato finale? E tu Ken cosa ne pensi del film?

Joe Kelly: “Lavorare al film è stato fantastico, è stata una grandissima opportunità per me. Ho avuto la fortuna di poter adattare più di una mia opera in altri media, come per esempio alcune storie di Superman, ma era davvero importante per me essere lo sceneggiatore del film di “I Kill Giants”. Ho avuto anche la fortuna di essere stato molto tutelato dal produttore Chris Columbus e dal regista Anders Walter. Per quel che riguarda il processo di adattamento, a volte per via dei soldi, a volte dal punto di vista puramente creativo, abbiamo dovuto fare dei cambiamenti che avessero un senso per il film. Anders usava un termine che mi ha aiutato molto a capire questa cosa: non voleva “rompere” il film, era una cosa che diceva sempre. C’erano certe scene che lui sentiva che erano perfette nel fumetto, che avrebbero funzionato benissimo anche in un film animato, ma che in un film Live Action avrebbero fatto sorgere troppe domande e: o decidevamo che era tutto vero, o decidevamo che era tutto nelle loro teste, ma non volevamo confondere il pubblico. Volevamo fare in modo che il punto di vista fosse chiaro, quindi è qui che sono entrate in gioco la maggior parte delle modifiche rispetto al libro. Ma è stato fantastico, adoro il fatto di essere responsabile di quelle modifiche. Eravamo arrivati al punto in cui mi telefonavano dall’Irlanda, durante le riprese, per chiedermi indicazioni su cosa ci dovesse essere sui cartelloni nello sfondo e io rispondevo “Ma perché mi chiedete queste cose?!” e lo ribattevano “Perché sei tu lo sceneggiatore!”. Tutti quanti sono stati gentilissimi e amo il film, è ovviamente diverso dal fumetto, ma era il film che volevamo fare e penso che abbiamo fatto un ottimo lavoro. E poi le performance degli attori sono fantastiche, Zoe Saldana è stata veramente dolcissima e ha aiutato la lavorazione in tantissime occasioni dietro le quinte, Madison Wolfe è stata una forza della natura, con Anders siamo diventati molto amici… Siamo diventati una grande famiglia e ne sono felicissimo. Adesso, Ken, tu puoi dire che lo hai odiato.” (Ride)

Ken Niimura: “No, francamente sono d’accordo con tutto quello che ha detto Joe! Inoltre con il film possiamo vedere due versioni della stessa storia, una è come l’ho pensata io e l’altra è come l’ha visualizzata Anders. Sono anche due media completamente diversi, nei fumetti c’è la possibilità di sperimentare tutto ciò che si ha in mente solo con il disegno, mentre in un film bisogna essere più precisi perché è un procedimento più complesso, perciò capisco che alcuni possano fare il confronto tra il libro e il film e preferire l’uno o l’altro. Per me la cosa più importante è che il messaggio della storia sia rimasto, anzi onestamente il film ha aiutato “I Kill Giants” a trovare un nuovo pubblico. Mi ricordo, per esempio, che una volta fu annunciato qualcosa riguardo il film e il mio feed di Twitter è esploso, non mi era mai successa una cosa del genere! Apprezzo tantissimo quello che è stato fatto con il film e il lavoro di chi lo ha realizzato, perché sono riusciti ad amplificare il nostro messaggio e per me questa è la cosa più importante: raggiungere più persone possibile.”

Grazie mille per la risposta!

Ken Niimura: “E poi siamo potuti andare sul set, abbiamo conosciuto Zoe Saldana, siamo stati sul red carpet… mi sono sentito particolarmente realizzato in quei momenti.” (Ride)

Ti sei trasformato in una piccola superstar anche se per solo un giorno (Ride)

Ken Niimura: “Esatto! (Ride) E potrò raccontare queste cose ai miei nipoti un giorno!”

Siamo arrivati all’ultima domanda, ovviamente il vostro ultimo lavoro è Sergente Immortale, ma avete già in mente una nuova storia per rimettere insieme questo team? E inoltre, questa è una curiosità personale: Joe, tu sei il padre del Deadpool che tutti conosciamo…

Joe Kelly: (Ride)

…Tutti quanti sembrano dimenticarsi questa cosa ma tu sei il vero padre di Deadpool. Certo, Rob Liefield avrà anche creato il personaggio, ma tu hai reso Deadpool il Deadpool che tutti conosciamo e amiamo nella tua storica run con Ed McGuinness, quindi la mia domanda è: realizzeresti insieme a Ken una miniserie su Deadpool?

Ken Niimura: “Oh cavolo…”

Joe Kelly: “Sarebbe pazzesco!”

Ken Niimura: “Sì, facciamolo! Non mi importa quello che dice lui, sì!”

Joe Kelly: “Sarebbe sicuramente pazzesco vedere Ken disegnare Deadpool!”

Ken Niimura: “Lo ammetto, non avevo mai pensato a questa cosa ma ora che mi ci fate riflettere…”

Joe Kelly: “Neanche io! Voglio dire, Ken può disegnare qualsiasi cosa, in “Black Jack: Heartless” (short story basata sull’opera di Osamu Tezuka pubblicata sulla rivista giapponese “Tezucomi” – ndr) abbiamo fatto un sacco di scene d’azione, anche “Sergente Immortale” ne è pieno. All’inizio lui era spaventato all’idea di disegnare le scene con le automobili, ma Ken può fare di tutto! Non l’ho mai visto disegnare supereroi con pistole giganti che fanno battute, sarebbe una cosa totalmente folle e bellissima.”

Ken Niimura: “Qui a Lucca c’è pure Marvel da qualche parte, se mi aspettate un attimo vado a proporglielo subito! Se anche voi vedere C.B. Cebulski in giro diteglielo per favore!”

Joe Kelly: “Tornando alla domanda sui progetti futuri, appena siamo arrivati qui a Lucca abbiamo subito iniziato a parlare di cosa vogliamo fare dopo “Sergente Immortale”. Non vogliamo aspettare altri 15 anni per fare di nuovo un fumetto assieme! L’obbiettivo è, ovviamente, fare qualcosa a cui siamo legati emotivamente come i nostri progetti precedenti. “I Kill Giants” e “Sergente Immortale” sono ovviamente due storie completamente diverse, ma hanno lo stesso DNA e vogliamo usarlo anche in un’altra opera, per completare questa sorta di “trilogia” vagamente connessa dall’essere ambientata a Long Island, dallo stile in bianco e nero di Ken e dagli elementi legati alla famiglia che hanno contraddistinto le prime due opere. Ci stiamo lavorando su.”

Ken Niimura: “Esatto. Oppure Deadpool, vedremo.” (Ride)

Oppure potreste fare l’ultimo capitolo della trilogia e poi il capitolo perduto: la miniserie su Deadpool.

Joe Kelly: “Giusto, potremmo già scriverla.”

Ken Niimura: “Esatto. E poi la proponiamo dicendo “Eccovela qua, per favore pubblicatela!”

Ragazzi è stato un vero piacere parlare con voi ed è stata un’intervista fantastica, grazie mille per la vostra disponibilità

Joe Kelly: “Grazie a voi!”

Ken Niimura: “Grazie, il piacere è stato tutto nostro.”


 

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