Durante del Lucca Comics & Games 2023, grazie a Panini Comics, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro con Marco Checchetto, disegnatore italiano in forze alla Marvel Comics.

Durante l’intervista Marco ci ha parlato della sua ormai storica run su Daredevil insieme a Chip Zdarsky (che in Italia si concluderà a breve), dei redesign dei personaggi sviluppati per la serie e di Ultimate Spider-Man, una delle testate che rilanceranno l’universo Ultimate della Marvel, su cui lavorerà insieme a Jonathan Hickman. Di seguito la nostra intervista completa a Marco Checchetto:


Ciao Marco, Benvenuto su RedCapes, prima di tutto vorremmo farti complimenti per la tua ormai storica Run di Daredevil insieme a Chip Zdarsky che personalmente considero una delle più belle di sempre sotto ogni aspetto: Storia, Disegni e Design dei personaggi.

Marco Checchetto:Grazie mille!”

A Dicembre questa Run si concluderà anche qui in Italia, come è stato lavorare con Chip Zdarsky, che ricordi porterai con te di questi anni?

Intervista Marco Checchetto DaredevilMarco Checchetto: “Allora, diciamo che quando mi hanno detto che avrei lavorato con Chip, sono rimasto un po’ di sasso perché lui era abituato a lavorare su serie comiche tipo Howard the Duck, ma anche il suo Spiderman era molto ironico. Al chè mi son detto “ma che cavolo ci azzecca con me su Daredevil?!” e invece poi nel tempo mi son detto “Cavolo! Questo sta scrivendo proprio quello che vorrei disegnare!” Così è iniziata questa collaborazione che inizialmente è stata un po’ ostica perché non ci conoscevamo, poi però è diventata una cosa simbiotica: tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto senza intoppi, divertendoci e nel design dei personaggi è sempre stato collaborativo, non mi ha mai messo paletti. E credo che sia stato tutto talmente bello che credo si sia visto anche nel fumetto in sé.”

Tra l’altro vorrei farti ancora i complimenti per i redesing dei personaggi, quello di Elektra per me è uno dei più belli degli ultimi anni insieme a quello di Spider Gwen e anche quello di Matt è eccezionale.

Marco Checchetto: “Grazie mille, pensa che sono usciti i giocattoli ancora prima che uscisse l’albo (ride). Quelli sono dei design che hanno spaccato e non me lo aspettavo, su Matt ancora ancora, ma su Elektra proprio non ci avrei scommesso una lira o forse dovrei dire un centesimo, scusate sono troppo vecchio.” (Ride)

La cosa che caratterizza la vostra run è anche il cambio di setting della serie, la prima parte è molto urbana, seria, dark e realistica con la storia incentrata principalmente sui sensi di colpa di Matt per aver ucciso per sbaglio un bandito mentre stava sventando una rapina e sul suo dubbio se costituirsi o no per l’omicidio, quindi anche tutto un discorso su quando possono spingersi i supereroi per fare del bene, un ottima tematica che non è mai stata esplorata sulle pagine del Diavolo di Hell’s Kitchen. Mentre nella seconda parte invece il setting cambia totalmente e ci ritroviamo in una storia fantasy con la guerra tra il Pugno e la Mano fino ad arrivare ad una vera e propria discesa all’inferno. Come hai gestito le due anime di questa storia? Ti è piaciuto questo cambio di registro o lo hai trovato ostico?

Marco Checchetto: “No guarda, diciamo che le parti secondo me sono anche tre più che due. Nel senso, sembra quasi che tutti gli autori che finiscono su Daredevil debbano fare la storia urbana e poi prendere la mano e tutta la parte orientale…”

Vero, tra l’altro tutte le run di Daredevil sono composte da atti: Caduta, Rinascita con momento in cui arriva ad avere un complesso del Dio…

Marco Checchetto: “…E poi alla fine finisce comunque sempre male perchè, come immagino sappiate, è una cosa interna a un po’ di tutti gli autori quella di lasciare sempre il personaggio nei casini più assoluti perchè così il prossimo team dovrà cercare di riportarlo alla “rinascita” (ride). Comunque, per quel che riguarda la prima parte urbana, che mi è piaciuta tantissimo, credo che l’apice sia stato il numero 12 quando Kingpin sbrocca nella villa. Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato “Ma non ce la faranno mai fare una cosa del genere.” (Ride)

Assolutamente, quel numero è stupendo ma anche tutta la parte di Devil’s Reign è fantastica. Il colpo di scena finale con Matt è fantastico.

Intervista Marco Checchetto DaredevilMarco Checchetto: “Ecco, la seconda parte della run per me è proprio “Devil’s Reign” in cui si vede il DD più supereroistico insieme, ovviamente, a tutti gli altri eroi. In quella storia la scena che mi ha fatto impazzire è quella in cui Kingpin ricorda, una scena bellissima in cui, tra l’altro Chip, ha voluto omaggiare Born Again. E poi l’ultima parte è appunto quella fantasy, però devo dire che è stato un viaggio pensato sin dall’inizio, lo sapevo sin dai primi numeri che saremmo finiti con Electra e la Mano alla fine. Certo, non mi aspettavo nemmeno io che sarebbe stata così fantasy da arrivare fino all’inferno, però è stata naturale. Il numero 12 della seconda run è stato molto difficile da disegnare per me perché i personaggi erano al loro culmine, sia Elektra che Matt, in più abbiamo realizzato che stavamo finendo e ammetto che è stata veramente, ma veramente dura arrivare in fondo a quella storia li perché ci dispiaceva l’idea di lasciare la serie, però eravamo arrivati alla sua naturale conclusione ed era giusto che finissimo.”

Ed è dispiaciuto tanto anche a me come lettore della serie visto che è una delle run più belle, appassionanti e disegnate meglio della storia del personaggio. Tra l’altro Daredevil è uno dei pochi personaggi all’interno del panorama dei fumetti supereroistici a non aver mai avuto delle run veramente brutte, anzi è sempre stato un personaggio molto ben trattato da tutti i team creativi che lo hanno realizzato, cosa si prova a lavorare su una serie che ha questa eredità?

Marco Checchetto: “Guarda, questa cosa è proprio pazzesca. Daredevil non è proprio una testata di prima fascia, come per esempio, X-men o Spiderman, ma quando ci arrivi senti tutto il peso di quelli che sono arrivati prima e pensi “Eh no, cavolo, devo dare tantissimo a questa serie”. Daredevil è assolutamente il personaggio più autoriale della Marvel e sentivamo che volevamo dare sempre il massimo. Fortunatamente i nostri sforzi sono stati ben accolti visto che per 5 anni di seguito siamo stati candidati agli Eisner, anche se non lo abbiamo mai vinto, e devo dire che questa cosa un po’ brucia (ride), Però non è che abbiamo perso contro chi non se lo meritava, lo han comunque vinto dei grandi autori.”

Beh dai, almeno uno ci sarebbe stato (Ride)

Marco Checchetto: “Beh sì, uno ci stava.” (Ride)

Però non dovresti abbatterti secondo me adesso potrebbe arrivare una serie che te lo potrebbe far vincere… (Ride)

Marco Checchetto: “Eh non lo so, sai stiamo parlando di una serie molto mainstream in quel caso.” (Ride)

Ecco, parliamo, per quello che possiamo, di Ultimate Spider-Man. Sappiamo che il setting della storia vedrà un Peter adulto, già sposato e con famiglia che prenderà i poteri del ragno radioattivo, quindi, in parte, potrebbe essere quello che il Peter 616 avrebbe potuto essere se non ci fosse stato One More Day, cosa ci puoi anticipare sulla serie? Come sei arrivato sulla serie?

Marco Checchetto: “Allora, molto semplicemente, una volta conclusa la run su Daredevil la Marvel mi ha chiamato e mi ha detto “Guarda, ci hai portato Daredevil in alto nelle classifiche, è stato un successo con design nuovi, con i giocattoli, non possiamo che darti questa nuova serie!” E non sarà una serie in cui disegnerò e basta, ma sarà proprio mia visto che mi hanno affidato la direzione artistica, quindi: tutte le cover e tutti i design saranno miei e supervisionerò qualsiasi cosa verrà fatta. È molto bello per me, perché non solo farò Spiderman, che è un personaggio che ho sempre voluto fare, ma farò il mio Spiderman. Penso che questo un bell’attestato di stima da parte della Marvel nei miei confronti.”

Oltretutto, essendo una nuova versione del personaggio del nuovo Universo Ultimate può essere un ottimo Starting Point per chiunque come lo fu lo Spidey di Bendis e può lasciare il segno nella mente di tantissimi lettori sia vecchi che nuovi.

Marco Checchetto: “Sì, perché non è legato a quello di Bendis o ad altre versioni, è proprio uno nuovo.”

Questo nuovo Universo Ultimate inoltre mi sembra che abbia uno spirito molto autoriale, quasi come se la Marvel abbia detto agli autori “Tieni, questo è il personaggio fanne quello che vuoi”, che un po’ era quello che era successo con l’Universo Ultimate originale prima che la Marvel decidessi di “Ultimatizzare” l’universo Marvel Classico visto che quelle idee funzionavano.

Marco Checchetto: “Guarda, ti dico, stiamo utilizzando lo stesso metodo di lavoro che abbiamo utilizzato su Daredevil. Ovvero facevamo le riunioni io e Chip, decidevamo noi cosa avremmo fatto e poi informavamo l’editor che ci diceva cosa potevamo fare e cosa no.
Daredevil è stato proprio frutto di un lavoro di squadra che non ha avuto interferenze esterne dd è quello che succederà anche su Ultimate Spider-Man.”

E com’è lavorare con Jonathan Hickman? Perché pur essendo un autore eccezionale che in Marvel ha scritto alcune delle saghe più belle in assoluto per personaggi come I Fantastici Quattro, Gli Avengers e gli X-men, lui è principalmente famoso per essere un autore di fantascienza più che un autore di storie urbane, cosa dobbiamo aspettarci dal suo Ultimate Spiderman?

Marco Checchetto: “Allora, per quel poco che posso dirti è che è una serie di Jonathan, quindi non è come la serie di Spiderman Bendis e Bagley, che son partiti e han fatto Spider-Man. Questa è una serie che parte da un’altra miniserie che è appena finita in America, ovvero Ultimate Invasion e quindi c’è già un mondo intorno alla serie di Ultimate Spiderman. Per quel che riguarda il lavoro, è diverso da quello con Chip perchè con Chip era una lavorare insieme tutti i giorni a tutte le ore insieme, mentre con Jonathan io faccio e lui approva.”

Marco, grazie mille per il tuo tempo, è stata una bellissima intervista e speriamo di rivederci presto.

Marco Checchetto: “Grazie a voi, è stato un piacere anche per me.”


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