[Esclusiva] Intervista a Labadessa – L'Uomo Uccello sono Io

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La mattina dopo essere stato ospite del FLA Pescara Festival, Mattia Labadessa si trovava alla Feltrinelli per presentare il suo primo volume: Le cose così.
Passata una dura sessione di sketch e firme, il giovane illustratore napoletano, era pronto per essere intervistato.
Labadessa non necessita presentazioni.
Se non sapete minimamente chi sia, la cosa più saggia da fare è andare direttamente sulla sua pagina Facebook
Non voglio dirvi altro.
Conoscerete Mattia Labadessa proprio come l’ho conosciuto io. Nell’intimità di una chiacchierata tra amici.
Volevo iniziare chiedendoti semplicemente delle tue esperienze precedenti a Labadessa, la tua realtà prima di tutto in questo mondo giallo e rosso.

Io lo dico sempre.. Non sono un fumettista, sono un illustratore. Infatti per quanto riguarda le esperienze precedenti ti potrei dire che disegno da una vita. Questo mi ha portato ad avere diversi agganci nel mondo dell’illustrazione. Il tutto è cominciato quando ho iniziato ad usare l’iPad per disegnare, passare al digitale a livello lavorativo ti cambia tutto. Ho iniziato a lavorare circa 4-5 anni fa come illustratore per vari clienti, principalmente dall’estero.

 
Che poi tu hai 23 anni! Eri giovanissimo quando hai iniziato a lavorare.

Si, mi è andata bene! Disegnando con un’applicazione per iPad, i creatori di questa app mi hanno notato e mi hanno fatto fare parecchi lavoretti, poi loro hanno la sede a New York! Quindi era tutto figo per me, era tutto bellissimo. Tra i vari disegni di quel periodo è nato proprio l’Uomo Uccello che poi si è evoluto stilisticamente, fino ad arrivare a quello che è adesso.

 
Una domanda forse un po’ trash su L’Uomo Uccello… C’è qualche sorta di metafora dietro la scelta di disegnarlo con un corpo da umano e una testa da uccello?

Una testa di cazzo? (Ride) No, in realtà dietro non c’è nessun significato concettuale. È un personaggio che esteticamente mi piace, è espressivo, funziona e ho deciso di portarlo avanti per questo. C’era una sorta di significato inizialmente nel progetto, che non era Labadessa, ma era questo personaggio e basta! L’idea era che noi siamo un po’ questi uccelli senza ali. La metafora poteva essere questa.. Potremmo volare ma non lo facciamo perché siamo fermi, non sappiamo che cazzo di senso abbiamo. Ci arrendiamo di fronte alla vita, di fronte alle grandi domande perché non possiamo avere risposta. Però adesso sarebbe stupido dire che questo significato si nasconde dietro l’Uomo Uccello della pagina, sarebbe una forzatura.

 
Forse anche limitativo.

Si, esatto! Perché poi chiude il personaggio in un contesto e a me invece piace sperimentare. Io non voglio essere solo un nichilista, non voglio essere sempre cinico.. Voglio far ridere o parlare di altri cazzi completamente diversi. (Ride) L’Uomo Uccello è semplicemente un personaggio a cui ormai sono affezionato e che mi sta simpatico. Onestà totale!

 
È quello che ci piace. Allora, passiamo ad altro. Mi hai detto che nasci come illustratore, quindi l’approccio con il fumetto come è stato?

Eh.. è strano! Non essendo un grande appassionato di fumetti, adesso che nel prossimo libro voglio cimentarmi in una storia cambia tutto. Perché la vignetta in quanto illustratore la affronti in modo diverso, devi fare semplicemente l’illustrazione e accostarci un messaggio. Adesso che devo affrontare una storia sarà tutto diverso. Il mio essere illustratore lo devo mettere un attimo da parte e vedere come scrivere, come tenere un dialogo che dura per 5-6 pagine.. È diverso. Quindi direi che l’approccio è particolare,  bisogna adattarsi cercando di mantenere il mio istinto da illustratore per quanto riguarda lo stile e la composizione, facendo uno studio un po’ più da fumettista. Ed è una cosa che mi manca.

 
Ti sei affacciato a qualche fumetto in particolare?

Adesso l’unica cosa che ho letto è Rat-Man. Vabbè Ortolani c’ha un ironia che è geniale, lo apprezzo tantissimo! Penso che dovrei leggere altro ovviamente, mi hanno consigliato Blankets. Dicono che sia un capolavoro e che potrebbe servirmi. Ora sto puntando a questo, iniziar a leggere qualcosa, farmi un minimo di cultura per poter lavorare al prossimo progetto.

 
C’è qualche consiglio intelligente da poter dare a chi inizia a fare un’esperienza simile alla tua? Disegnatori/fumettisti che aprono una pagina Facebook dove iniziano a pubblicare illustrazioni o vignette ironiche, format del genere.

La coerenza. La coerenza per me è fondamentale. Se tu stai aprendo una pagina Facebook devi essere coerente con te stesso e con i contenuti che pubblichi e devi mantenere uno standard, ma non a livello di tematiche, più per quanto riguarda lo stile. Essere sempre giallo, con un uccello rosso, con quel tratto e quei colori ti rende riconoscibile, anche velocemente. Ti balza subito all’occhio il colore, perché è abituato, perché sa che quello è un contenuto de Labadessa.

 
Crei un’icona dopo un po’.

Infatti bisogna puntare a questo. Per me è un’icona, ma per me stesso. Io lo vedo come quando guardo i Simpsons, è come se Homer esistesse, perché non è soltanto un cartone. Io la sto vivendo così adesso, ormai lo vedo ogni giorno ‘sto Uomo Uccello.

 
Ritorniamo allora su ‘sto Uomo Uccello. Parlami del processo creativo di una vignetta de Labadessa.

Quando lavoro su una vignetta da pubblicare su Facebook c’è un’idea inizialmente, che può nascere in qualsiasi momento. Se sto fuori casa mi scrivo 2-3 parole chiave per ricordarmi cosa ho pensato. Per dire, la vignetta sull’ansioso e il sonno? Allora scrivo “ansia” e “ sonno”. Vado a casa e me lo rileggo, mi ricordo quello che avevo pensato e comincio a disegnare. I testi non ce li ho mai pronti, a meno che non ci sia una frase chiave. Però in genere comincio a disegnare quello che avevo in mente e poi scrivo i testi di getto, come se stessi parlando io con qualcuno. C’ho un personaggio davanti con una determinata espressione e scrivo. È un flusso. Per questo c’è un tono così colloquiale e intimo nei miei lavori, perché non cerco la frase poetica costruita a tavolino. Io cerco di essere onesto. Voglio essere onesto e sincero, anche il parlare di cose a volte pure imbarazzanti, è sempre legato a questo bisogno. Poi ovviamente me la rileggo, a volte cambio qualcosa, capita se ho scritto una stronzata o suona male, se è cacofonico. Però è tutto un flusso, tutto istinto.

 
So che la musica ti influenza parecchio, la ascolti spesso mentre lavori. Spiegaci questo legame con la musica.

Partiamo dal presupposto che io dalla musica voglio una determinata cosa e del resto poco mi importa. Tipo Calcutta, a me di quello che dice nei suoi pezzi non me ne frega un cazzo, a me piace emozionarmi con una canzone. Se mi tocca delle corde particolari o c’ha quel mood malinconico che mi mette in uno stato positivo per lavorare e disegnare, io me l’ascolto. Non mi interessa un cazzo. (Ride) La musica che ascolto principalmente è Ambient, Burial è un artista che mi accompagna quasi sempre. Non c’è un giorno in cui non lo ascolto. Mi fa entrare in un’atmosfera fuori dal comune, per questo il mio rapporto con la musica è davvero particolare. Per me è fondamentale quando lavoro. Io quasi non disegno senza musica, anche se sto in metro. Diciamo che lavorando sull’iPad capita di lavorare in giro o in metro, ma comunque sempre con cuffiette e musica. Mi isolo un attimo dal mondo. È una fonte d’ispirazione. Per quanto riguarda quello che ascolto.. Shlohmo mi piace tantissimo, poi c’è Io sono un Cane che secondo me è un genio. L’ho scoperto live ed è stata un’emozione assurda, anche perché non lo conoscevo. Stavo ad un evento a Napoli.. Spettacolare. La musica è fondamentale.

 
Chi ti segue su Facebook da qualche tempo sa che inizialmente non eri interessato a passare sul cartaceo e pubblicare un volume. Cosa ti ha fatto cambiare idea?

Inizialmente non mi sentivo pronto, mi sono arrivate richieste di diverse case editrici dopo 4 mesi dall’apertura della pagina.. Ho detto “Cazzo, è presto! Non posso già propormi sul cartaceo senza aver fatto un vero percorso”. Pensavo di aspettare almeno un anno, ma poi ho cambiato idea perché la cosa iniziava ad allettarmi, inoltre c’era una grande richiesta da chi mi seguiva.

 
Ti volevo chiedere se in programma hai qualche collaborazione, un progetto futuro dove non lavorerai da solo.

Guarda, il prossimo libro lo sto scrivendo insieme ad un amico che non centra un cazzo con il settore, si chiama Sigiu Bellettini e non ha fatto nulla del genere in passato. Mi ha solo fatto leggere delle cose che aveva scritto pensando a l’Uomo Uccello. Mi sono piaciute un sacco e allora ho deciso di preparare il prossimo libro insieme a lui al 99,9%. Poi non so cosa può andare male, se muore o cambia idea, però dovremmo farlo. Lui tra l’altro ha scritto la vignetta sul latte.

Labadessa
 

È piaciuta molto e mi ha convinto ancora di più a voler lavorare insieme.

 
Ok, ora ci serve un po’ di fantasia. Immagina che ci sia Netflix interessata ad una serie o un film su Labadessa e tu hai il totale controllo creativo. Che faresti?

È uno dei sogni di questo periodo! (Ride) Cioè… La serie animata metterebbe in gioco tante di quelle cose.. Anche solo a pensare ad una scena con la musica, magari un pezzo di Burial, con la pioggia… Io voglio far piangere la gente se faccio una serie animata, quello è il mio obiettivo. Magari un giorno potrei fare una cosa del genere, non lo so. Lo vedo come uno di quei sogni impossibili, richiederebbe un team per lavorare, un bel budget sotto… Io ovviamente lo farei. Sarebbe come passare dal web al cartaceo, riuscendo a dire molto di più sul libro che su Facebook, il secondo step sarebbe passare dal cartaceo al filmato, anche un corto di 2 minuti. Poter mettere i suoni, i rumori, la musica… Cambierebbe tutto, per me è un sogno.

 
Continuiamo a fantasticare. Fa finta che l’Uomo Uccello sia davanti a te e dagli un consiglio.

L’Uomo Uccello sono io! (Ride) È  come se stessi parlando a me stesso… Forse gli direi di avere meno paura. Nonostante mi abbia portato fortuna, l’ansia mi fotte in un sacco di situazioni. Ti faccio degli esempi.. Io non guido. Quando ho avuto una relazione dopo tre anni stavo ancora a sudare e ad imbarazzarmi per qualsiasi cosa quando c’erano i genitori.  Oppure quelle situazioni particolari in cui ti chiudi e non riesci ad essere te stesso e devi bere almeno 3 cocktail per poter interagire con gli altri, capì? Si, forse gli direi questo. Avere meno paura. Però se poi c’ha meno paura L’Uomo Uccello fallisce.. Forse deve continuare ad avere paura..

 
Ultima domanda, hai già in mente quando finirà Labadessa?

Quando la gente si stuferà.

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