Una cerimonia del piacere visivo, Joker di Todd Phillips ha invocato il diavolo chiedendo la perfezione e l’ha ricevuta. Il film è sicuramente uno dei più attesi di questa edizione di Venezia. Tra attesa e scetticismo, causate soprattutto dalle dichiarazioni del regista sul non volersi basare su alcuna storia a fumetti del personaggio, l’attenzione mediatica creatasi intorno alla pellicola era talmente tanta che, prima di entrare in sala, il pubblico era palesemente diviso a metà tra diffidenza e hype ma, a partire dai primi minuti, è arrivata la rivelazione: ci si trova di fronte ad un film “d’autore”, ma con una visione molto “blockbusteriana”.

Il tanto atteso film sull’acerrimo nemico di Batman, Joker, è finalmente stato presentato a Venezia 76, la sua vita, gli antecedenti alla sua “maschera” da super cattivo ed i segreti che lo circondano vengono smascherati del tutto, sempre secondo la sceneggiatura di Todd Phillips e Scott Silver. I due dichiarano di non essersi ispirati a nessuna versione cartacea della sua vita, narrata, in una delle tante versioni, nel celeberrimo “Batman – The Killing Joke” dove è possibile leggere, tramite flashback, il corso antecedente alla carriera criminosa, ma per tutte quelle persone che hanno visto il film e letto il fumetto l’affermazione dei due sceneggiatori non risulta veritiera in modo totale: difatti, la carriera da cabarettista viene inserita in modo evidente, diventando uno degli elementi fondamentali della pellicola, facendo sembrare lampante l’ispirazione all’opera di Alan Moore.

La trama è semplice: Joker (Joaquin Phoenix), conosciuto a Gotham come Arthur Fleck, è un inetto, un uomo con enormi difficoltà ad integrarsi nella società, con un sogno nel cassetto, far ridere le persone. Questo obiettivo viene reso tale dalla mamma, che, con tanta cura e amore, chiama suo figlio “Happy”, perché nella sua concezione della vita bisognerebbe sempre sorridere. Con questo motto di positività, Arthur prova in tutti i modi ad intraprendere la propria strada ma, per via del suo malessere mentale e della condizione economica e culturale nella quale si ritrova, non riesce ad integrarsi nell’assetto societario guidato dai “forti”, ed è da ciò che la sua corsa contro i poteri alti ha inizio.

Joker è una pellicola che riesce a trasmettere tanta malinconia, grazie alla gemma interpretativa di Joaquin Phoenix, attore che si è immedesimato alla perfezione in Arthur, nel suo malessere, nella sua psiche intrappolata in un corpo inerme. Si riesce a percepire la disinvoltura nell’interpretazione dalle movenze, dalla leggiadra con la quale il grande attore usa le mani e gesticola, dall’apertura mascellare, dalla mai scontata camminata e dall’arte del ritmo interiore che, dalla percezione epidermica, approda nella parte sensoriale dell’encefalo. La modulazione della voce è ineccepibile, pur simulando una frequenza stridula ed una risata alquanto disturbante, riesce a concentrare la profondità sonora all’interno della maschera facciale, situazione da non sottovalutare per via dell’ineguagliabile delicatezza che si ha nelle corda vocale. Robert De Niro, con molto dispiacere, ha invaso solo ed esclusivamente il contorno del contorno della pellicola ma, nonostante questo, si rende artefice di un’ottima performance.

Il soggetto è scritto alla perfezione anche se, come dichiarato in rassegna stampa dal regista, Joaquin Phoenix rendeva maggiormente senza direzione artistica, tanto che attore e regista hanno lavorato insieme sulla costruzione del personaggio stesso. La sceneggiatura è invidiabile, con dialoghi scritti alla perfezione, che danno vita ad un cinecomic dal lessico fiorito come mai se ne sono visti prima. All’interno della sceneggiatura emergono temi sociali forti come la “malsanità” americana nei confronti del ceto sociale povero: negli Stati Uniti d’America, la sanità è infatti privata e questo comporta problemi per chi non è in grado di permettersi le cure mediche; altro tema sociale è sicuramente la privilegiata classe che domina in modo eccessivo tutto ciò che lo circonda; e ancora, la rivoluzione politica contro chi, come Thomas Wayne, ha una forte capacità economica e non fa niente per aiutare.

La regia è impeccabile, la struttura compositiva viene evidenziata dalla sezione aurea così da rendere tutto perfetto. Le inquadrature ed i movimenti di camera rendono il film un fotogramma parallelo, con un movimento così morbido e filato da non venir praticamente percepito. La costruzione è così ben fatta da faticare a credere di trovarci di fronte ad produzione di Warner Bros., perché il film sembra più un prodotto indipendente e d’autore, più che di una major. Il comparto luci è direttamente proporzionato al resto del lavoro svolto dal regista, è perfetto: I connubi tra bagliore caldo e bagliore freddo sono stati azzeccati, e riuscire a creare una costante inquietudine tramite questo ossimoro così evidente è letteralmente un orgasmo per l’intelletto.

Non mancano gli easter-egg che, per evitare spoiler, non vi sveleremo, ma aspettatevene veramente tanti. Per tutti i fan di Batman, questo film non deluderà nessuno, né grandi, né piccini e farà apprezzare la figura bizzarra di Joker a tutto il pubblico. Il film è puro godimento visivo, una pelle d’oca che nasce all’inizio e riesce ad uscire dalla vostra percezione sensoriale solo alla fine del film, perciò il 3 Ottobre prenotate il posto perché sarà un film che resterà nella storia, un instant classic che è già un cult.