La bravura di Disney nel riuscire a costruire paesaggi incredibili che possano fare da sfondo alle storie che la Casa di Topolino va a raccontare è proverbiale e largamente nota. Gli esempi che si potrebbero fare si sprecano, ma in questo caso vale la pena farne uno in particolare: Pirati dei Caraibi. Con la saga cinematografica di Jack Sparrow, Disney è riuscita a costruire un mondo di pirati vivo e continuamente in movimento, che affascinava lo spettatore, rapito da tutto il background e non solo dalla storia e dai personaggi. Tutto questo, partendo da qualcosa che metteva proprio questo mondo al centro delle attenzioni: un’attrazione di Disneyland. Un percorso fatto tra figuranti ed elementi scenici che, appunto, aveva il compito di catturare l’attenzione e intrattenere gli avventori del parco. Il film aveva poi ben poco a che vedere con la “giostra”, ma l’ispirazione, a partire dal titolo, è sempre stata dichiaratamente quella. Visto il successo della saga, nonostante gli ultimi capitoli siano stati un po’ ballerini e il futuro in attesa di novità, la casa di produzione ha deciso di ripercorrere questa strada, portando nuovamente sul grande schermo un’attrazione di Disneyland. Ed è così che nasce dunque Jungle Cruise, film diretto da Jaume Collet-Serra e che vede protagonisti Dwayne “The Rock” Johnson ed Emily Blunt.
Nel XX secolo, a Londra, la dottoressa Lily Houghton (Emily Blunt) è sulle tracce di un antico albero presente da qualche parte nel Rio delle Amazzoni: i fiori che sbocciano dai suoi rami avrebbero dei poteri miracolosi, in grado di cambiare per sempre il futuro della medicina e, di conseguenza, del mondo intero. Nel suo viaggio, il cammino della donna si intreccerà con quello di Frank Wolff (Dwayne Johnson), il capitano di un battello che porta perlopiù a spasso i turisti sul fiume e lo convincerà a partire insieme a lei ad al fratello McGregor (Jack Whitehall) alla ricerca di questo albero della vita. Ad inseguirli ed a cercare di metter loro i bastoni tra le ruote ci sarà il Principe Joachim (Jesse Plemons), militare dell’esercito tedesco che vuole i fiori dell’albero per far vincere alla Germania la Grande Guerra.
Volendo proseguire il paragone con Pirati dei Caraibi, questo Jungle Cruise ha sicuramente meno magia rispetto al primo film con protagonista Johnny Depp nei panni del capitan Jack Sparrow, ma il pubblico si troverà comunque davanti a un ottimo titolo. La pellicola è certamente più piccola, almeno per il momento, del mondo piratesco nato sul grande schermo nel 2003, ma paradossalmente nella sua piccolezza è anche più grande. Questo perché la tecnologia ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e la ricostruzione di tutto il mondo che fa da sfondo a Jungle Cruise è curata nei minimi dettagli. Ci si ricollega dunque a quanto detto in apertura di recensione, ossia la capacità di Disney di raffigurare in maniera quasi magica un mondo funzionale alla storia. In questo film la magia è toccabile quasi con mano, perché c’è stata la scelta di inserire alcune scene, alcune decisamente palesi, che facessero effettivamente riferimento alle situazioni costruite ad hoc che si possono vivere in un’attrazione di un parco divertimenti. Questi momenti, soprattutto all’inizio del film, riusciranno a strappare più di un sorriso in sala.
Dal punto di vista della sceneggiatura e dello storytelling, Jungle Cruise è un film che fa il suo. La trama è abbastanza lineare e facile da seguire, con pochi colpi di scena perché l’andamento della storia è decisamente classico. Uno di questi, però, per quanto prevedibile, è costruito bene e messo in scena in maniera veramente ottimale, in modo tale da far capire allo spettatore cosa sta per succedere sullo schermo qualche istante prima di quando effettivamente quel qualcosa succederà. In questo modo la pellicola riesce a ricatturare l’attenzione del pubblico dopo un momento di distensione, introducendo così il terzo atto e, dunque, il finale.
Anche la regia, firmata da Jaume Collet-Serra, che sta lavorando ancora con Dwayne Johnson per Black Adam, è funzionale a quello che è il film: la macchina da presa riesce a valorizzare le scene d’azione con i movimenti giusti ed a rendere particolarmente frenetici alcuni momenti in cui effettivamente i personaggi sono in ansia e le inquadrature indugiano in maniera giusta sui loro sguardi e sulle loro azioni. Ciò che però è veramente suggestivo nella regia è certamente la resa degli ambienti: si è già parlato della tecnologia, che ha permesso di ricostruire digitalmente gran parte delle zone della foresta amazzonica, ma il modo in cui poi tutto questo è portato sullo schermo è veramente incredibile. I colori, i suoni, i pericoli della notte, le tinte calde del giorno, tutto quanto in Jungle Cruise è splendido da vedere, anche il battello diroccato di Frank. Per non parlare poi della bellezza con cui viene raffigurato l’albero al centro della ricerca di Lily, con uno stile che agli affezionati ricorderà certamente Uncharted 2, capitolo in cui Nathan Drake era alla ricerca proprio dell’albero della vita. Solo in alcuni punti, e perlopiù con gli animali, la CGI non convince a pieno, dimostrandosi eccessivamente finta e probabilmente una maggiore cura anche sotto questo punto di vista avrebbe dato un’ulteriore marcia in più al film.
Le performance attoriali sono buone, soprattutto quelle dei personaggi che hanno più spazio. La Lily di Emily Blunt è una donna risoluta, decisa a raggiungere il proprio obiettivo e fortemente emancipata, al punto dal non vergognarsi di indossare dei pantaloni in un periodo storico in cui le donne erano, purtroppo, legate a dei preconcetti e portate a frequentare decisamente altri ambienti. L’attrice è bravissima nel trasmettere tutto questo sullo schermo, compreso il brivido dell’avventura che prova il suo personaggio. Il lavoro della Blunt però non si limita a questo, perché riesce anche a sfaccettare in maniera più approfondita la co-protagonista del film, bucando lo schermo nei momenti in cui deve far fluire la paura ma anche quando Lily decide di mostrare il suo lato più tenero. Insomma, Emily Blunt è veramente in parte e si è rivelata una scelta veramente azzeccata. Ottimo il lavoro anche di Dwayne Johnson, che da anni ormai è un attore completo e che ha dimostrato di saperci fare anche al di là delle scene d’azione. Il suo Frank vive alla giornata, cerca di sbancare il lunario come può, ma nasconde anche un grande segreto. Johnson è bravissimo in tutte queste situazioni e dimostra di avere i tempi comici giustissimi per aggiungere qualcosa tipicamente in salsa Disney alle scene d’azione o quelle più rilassate: la spensieratezza che arriva da una battuta, un commento o anche un semplice sguardo. Dwayne Johnson riesce benissimo in tutto questo, lo ha dimostrato più volte e forse proprio per questo motivo è l’idolo di molti amanti del cinema. Frank Wolff non sarà un personaggio eccentrico come il Jack Sparrow di Johnny Depp, ma forse Disney con Dwayne “The Rock” Johnson ha trovato un attore che riesce a portare decisamente più pubblico in sala. Decisamente macchiettistica invece la prova di Jesse Plemons, che è costretto ad interpretare questo principe con un accento marcatamente tedesco. Il suo personaggio, nonostante sia uno dei villain del film, è perlopiù di contorno, tant’è che anche la sceneggiatura non lo approfondisce più di tanto. Chi è approfondito è invece il McGregor di Jack Whitehall. Il fratello di Lily è anche lui una macchietta, ma è anche protagonista di un bel momento di introspezione in cui si racconta e la scena è di una tenerezza veramente azzeccata, grazie all’interpretazione dell’attore, che è riuscito a cogliere l’anima del personaggio, tanto nei momenti in cui fa da comic-relief (che sono la maggior parte del suo screentime), quanto in quelli più seri.
Jungle Cruise è veramente un bel film, che riesce a dare al pubblico la giusta dose di azione unita a mistero e personaggi interessanti e divertenti da conoscere e seguire. Al netto di una storia non originalissima e in alcuni punti pigramente scontata, il film mette in scena un mondo veramente mozzafiato, che sembra essere vivo ed effettivamente reale. Le scene d’azione sono molto ben coreografate e danno quel brivido al pubblico, che seguendole sarà sempre più coinvolto. In alcuni punti una CGI un po’ ballerina potrebbe far storcere il naso, ma il tutto verrà compensato da quanto già detto e dalle performance degli attori, tutti assolutamente in parte al punto da dare l’impressione che tutto il cast si sia effettivamente divertito nel girare il film. Jungle Cruise è certamente una pellicola da vedere, per passare un paio d’ore in spensieratezza e visitare luoghi esotici e vivere un’avventura pur restando al buio sulla poltroncina del cinema.
Jungle Cruise arriverà al cinema domani 28 luglio e sarà disponibile anche su Disney+ tramite Accesso VIP a partire dal 30 luglio. Di seguito, il trailer ufficiale del film: