Kimba: Il Leone Bianco di Osamu Tezuka – Osamushi Collection | Recensione

0
Kimba

Oggi vi parliamo di “Kimba – Il Leone Bianco”, il cui secondo volume (su un totale di due) uscirà a breve per la Osamushi Collection pubblicata nel nostro paese dalla J-Pop. Osamu Tezuka (1928-1989), che in gioventù venne chiamato col soprannome di Osamushi (da cui prende il nome la collana), fu l’inventore dello story manga e del primo anime;  in seguito alla vastità e qualità delle sue produzioni venne e viene tuttora considerato e soprannominato il Dio dei manga.

Proprio dalle pagine di “Kimba”, manga datato 1950, è nato il primo anime a colori della storia, uscito nel 1965 in Giappone; in Italia, invece avremo l’uscita del manga solo nel 1998 e l’uscita dell’anime nel 1977, che è anche il primo anime shonen arrivato nel nostro paese. Questa settimana abbiamo anche l’uscita nei cinema del film de “Il Re Leone”, ispirato al famosissimo cartone di Walt Disney, datato 1994.

Le analogie tra il leone di Tezuka e il leone disneyano sono molto evidenti, infatti a lungo si è parlato di plagio da parte della Disney. I produttori de “Il Re Leone” avevano negato di conoscere Kimba, anche se la collaborazione tra Disney e Tezuka era conosciuta e sotto gli occhi di tutti, come anche l’influenza reciproca nelle opere; infatti il maestro giapponese nelle sue prime opere aveva preso spunto da Disney per la dinamicità delle storie e per le caratteristiche stilistiche di design dei personaggi (non per niente si usa spesso il termine “periodo Disneyano di Tezuka” in cui le trame erano più leggere e dinamiche e personaggi disegnati come se fosse un fumettista Disney). È noto, inoltre, l’aiuto che Disney ha dato, su richiesta di Tezuka, per la realizzazione dei colori dell’anime di Kimba; infine, come ulteriore prova, in un video di produzione de “Il Re Leone”, si vede chiaramente un Simba di colore bianco!

Le analogie con “Il Re Leone”, come vedremo, sono evidenti: si ha un lutto famigliare da parte dei due sfortunati cuccioli, abbiamo un evidente percorso di crescita del leone e i protagonisti sono animali antropomorfi (parlano e si comportano come se fossero umani). Da non dimenticare, inoltre, una forte somiglianza di aspetto e di carattere di certi animali protagonisti delle due opere (Kimba, suo padre, la sua compagna, sua madre, il nemico) e con certe scene (il protagonista che parla al parente in cielo, con la sagoma delineata dalle stelle, o la nube che ha la forma del padre del protagonista). In Kimba, a differenza del cartone Disney, abbiamo anche una forte critica verso la società e la politica di noi uomini, sono infatti rappresentati nel manga anche questi ultimi, determinanti nello svolgimento delle varie vicende. Nonostante quest’opera sia una delle prime di Tezuka e abbia caratteristiche tipiche del periodo “disneyano” dell’autore, l’autore ci presenta una storia molto matura e profonda, con tematiche importanti.

La storia parte subito con un dramma, che viene presentato in modo molto veloce e crudele, infatti Kimba, il cucciolo di leone, perde entrambi i genitori nel giro di poche pagine. Siamo nella Rift Valley, che si estende dall’Egitto alla Rhodesia, e una tribù locale assume dei cacciatori, che lavorano per lo zoo di Londra, per uccidere Pandja, leone maestoso, intelligente, che odia gli uomini e, come re incontrastato, domina la giungla. I cacciatori crudeli mettono in scacco il re catturando la sua compagnia, che verrà portata verso lo zoo di Londra. Nel  secondo capitolo abbiamo la nascita del nostro protagonista, Kimba, durante il viaggio in nave, ed è anche in questo momento che scopriamo che Tezuka ha deciso di far comunicare gli animali fra di loro; purtroppo alla felice nascita segue un’altra tragedia, alla quale scampa miracolosamente Kimba.

Inizia così il viaggio di Kimba, il nostro protagonista che fin da subito ha atteggiamenti più da piccolo che da cucciolo: appena arrivato a Londra abbiamo infatti un Kimba disorientato davanti alla nuova realtà, in cui tutte le persone che lo vedono fuggono o tentano di catturarlo perché pensano sia fuggito dallo zoo; il nostro protagonista cerca quindi amici alleandosi con gli altri animali e subito si chiede perché in quel posto gli animali non possano essere liberi ma sono rinchiusi nelle gabbie. Andando avanti con la storia Kimba riuscirà a tornare nel suo paese, in mezzo alla giungla, dove cresce sia fisicamente che mentalmente e sarà un’importante guida per gli altri animali, che lo riconoscono subito come re.

Il nostro protagonista desidera un mondo dove gli animali non debbano uccidersi a vicenda, al contrario di come fanno gli uomini; per questo motivo sarà spesso in contrasto con il suo nemico Bu-Bu, ex rivale del padre di Kimba e vero cacciatore di animali, favorevole alla violenza (come aspetto e mentalità ricorda molto Scar de “ Il Re Leone”). Altro personaggio che rivedremo nel cartone Disney è la compagna di Kimba, nel manga col nome Leia, che aiuterà moralmente il re leone nei momenti di difficoltà. Ricordiamo infine Kenichi, un ragazzo che diventerà amico di Kimba; i due riusciranno a comunicare insieme perché il leone imparerà il linguaggio degli uomini.

Abbiamo visto che nonostante quest’opera sia in apparenza molto semplice e scorrevole in realtà offre molti spunti di riflessione, come la differenza tra animali che uccidono per sopravvivere, a differenza degli uomini che si uccidono per motivi futili; si ha inoltre una forte critica alla società dell’uomo che decide egoisticamente di tenere prigionieri gli animali. Infine viene rappresentata in modo molto chiaro la crescita di Kimba, da cucciolo cresciuto da solo e disorientato a vero re e guida della giungla, con pensieri decisi e molto altruistici. Anche in questa opera Tezuka evidenzia l’importanza dei rapporti tra i vari animali e persone, con un’ottima caratterizzazione dei personaggi, senza far perdere il ritmo alla storia; abbiamo infatti una storia che si svolge in modo veloce, con disegni dinamici, anche se appaiono minimali e semplici, e con tavole meno di impatto rispetto alle opere più mature dell’autore.

Concludendo possiamo dire che abbiamo di fronte un’opera molto matura e assolutamente consigliata, che va al di là di un semplice racconto che vede protagonisti degli animali, dove l’autore dimostra che la vita può essere molto dura, ma con l’aiuto degli altri possiamo riuscire a risolvere i problemi che purtroppo incontreremo.

Il primo volume, e dal 28 Agosto anche il secondo, è attualmente disponibile nelle fumetterie e negozi online; gli albi contano rispettivamente 230 e 250 pagine, con sovracopertina e di ottima carta e fattura, al costo di 12€ l’uno.

La Osamushi Collection, edita da J-Pop, propone inediti e volumi pubblicati precedentemente da Hazard e altre case editrici del Dio dei Manga. Per questa collana sono attualmente usciti anche: “Barbara”, “I.L”, “Delitto e Castigo”, “Ludwig B”, “Melmo”, “Neo Faust”, “Bersi il mondo”, “Shinsengumi” (inediti, volumi unici), “I tre Adolf”, “MW”, “Don Dracula”, “Ayako” (ristampe, in 2 volumi), “Kirihito” (ristampa, in 3 volumi). Inoltre sono già stati annunciati gli inediti: “Ambassador Magma”, “Prime Rose”, “Clockwork Apple”, “Big X”, la ristampa della raccolta di storie “Sul fondo del cielo” e della serie più famosa di Tezuka e vero capolavoro “La Fenice”.