La Vita in un Attimo di Dan Fogelman | Recensione

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Ampiamente criticato negli Stati Uniti e messo in tantissime flop 10 annuali dello scorso anno, arriva solo ora in sala qua in Italia con un ritardo di soli 6 mesi con una piccola , ma importante casa di distribuzione.

Nel manifesto del film troviamo la scritta “dai creatori di This is Us“, ed effettivamente a visione compiuta per chi conosce e apprezza la serie non rimarrà insoddisfatto, anzi; il film sembra uno spin-off o una puntata allungata della serie televisiva che da alcuni anni sta facendo impazzire tante persone in tutto il mondo. In questo film, diretto proprio dal creatore della show troviamo tutti gli elementi che lo caratterizzano, ovvero: famiglia, unione, tanti personaggi, vicende che si collegano, morte, amore, tragedia e molto altro ancora.

Il film è un guilty pleasure perfetto, per tutte le persone che amano le storie intrecciate con tutta una vena romantica dietro. Dico guilty pleasure, perché è un progetto completamente sbagliato che inizia in maniera terribile, con alcune scene veramente deliranti, come la prima dove si ha un cameo di Samuel L. Jackson che interpreta se stesso , e subito dopo altre scene con quello che dovrebbe essere il protagonista del film ovvero Oscar Isaac, che anche qui pur avendo una sceneggiatura a tratti assurda riesce bene a recitare dimostrandosi anno dopo anno, il grande attore che è. Oltre a lui, abbiamo un cast ben gremito che spazia da Olivia Wilde a Annette Benning, da Olivia Cooke (la co-protagonista di Ready Player One) fino ad arrivare a Antonio Banderas, tutti loro cercano di dare il meglio per questi personaggi che sarebbero pure interessanti, se non fossero però completamente distrutti da dialoghi veramente assurdi e troppo lunghi da risultare irreali, anche se in alcuni piccoli momenti riusciti, come ad esempio il dialogo tra Banderas e Rodrigo. Il grande problema è la divisione in capitoli, (dove in ognuno di questi troviamo l’elaborazione di una storia che si va a sviluppare su più piani temporali), sarebbe stato più bello vedere un unica storia dove si sviluppavano gli stessi temi , ma non in questo modo, perché risulta davvero troppo piacione e paraculo visto che affronta per la maggior parte della durata (troppo lunga) tutti temi molto banali come la morte e ovviamente come dice il titolo: la vita.

Come in Copperman abbiamo anche qui (pur essendo un progetto con una produzione più grande) un invecchiamento terribile e realizzato male soprattutto nei personaggi femminili, visto che con gli uomini basta allungare la barba e si riesce più o meno a far credere il passare degli anni. Il fatto che questo film sia brutto è complice anche del finale (la cosa più stucchevole di tutte) che si conclude nella maniera più prevedibile possibile, che é anche accompagnato da una musica pomposa da blockbuster d’amore alla Nicholas Sparks. A tanti questo progetto sicuramente piacerà perché con tutti i suoi difetti e i suoi errori , si fa amare e se entri nel mood giusto puoi anche divertirti, però entrare nel mood devo ammettere è stato molto complicato.