È stata questa la risposta di un membro dell’Academy alla domanda in cui gli si chiedeva un parere riguardo la pungente polemica sollevata da Martin Scorsese nei confronti della linea di film targati Marvel. Il regista, dopo aver dichiarato che i film del Marvel Cinematic Universe “non sono vero cinema“, ha visto l’opinione che avevano di lui tra le (sempre più) vaste fila degli amanti dei supereroi subire un drastico cambiamento.
Per la testata Empire, Scorsese ha dichiarato:
Dopo essere stato preso d’assalto sui vari social, per placare gli animi sarebbe bastato al regista spiegare al mondo come semplicemente l’universo cinematografico Marvel non sia in linea con i suoi gusti. Invece lui, contrariamente, decide di rincarare la dose scrivendo una lettera lunga quasi 1,500 parole in cui ribadisce la sua ferma presa di posizione. “Nuff said” direbbe qualcuno.
Come se non bastasse, con questo, Scorsese potrebbe aver addirittura compromesso la sua corsa agli Oscar che lo vedeva in “pole” per l’ottenimento dell’ambitissima statuetta.
Le cose stanno così: Il mega franchise nato dal Marvel Cinematic Universe e dai suoi 23 film ha incassato più di 22 miliardi di dollari. Inutile sottolineare come parte di quell’incasso sia anche generato dai membri dell’Academy. La proiezione destinata alla visione per l’Academy di Avengers: Endgame è avvenuta a Maggio a Los Angeles e, a detta di uno degli spettatori, è stato l’evento più affollato di sempre.
Se l’Academy non ha mai ufficialmente dichiarato l’età dei membri che compongono la sua giuria, le recenti nuove aggiunte mostrano tanta diversità generazionale con un’importante attenzione verso le giovani personalità. È proprio grazie all’aiuto di questi voti che il recente “Black Panther” è divenuto la prima pellicola del suo genere ad ottenere una nomination nella categoria di miglior film.
Al tempo stesso, Martin Scorsese continua per la sua strada, certo di potercela comunque fare nonostante le numerose polemiche. E se da un lato il regista si sofferma a parlare sul New York Times dell’arte della realizzazione dei film e dell’importanza di andare al cinema per poterli vedere, dall’altro il suo ultimo lavoro è una produzione costata ben 180 milioni di dollari proprio per, contro ogni previsione, Netflix.
In altre parole, Scorsese, potrebbe essersi pesantemente inimicato tutti i potenziali voti di coloro che non solo credono che il Marvel Cinematic Universe non rappresenti il declino del cinema moderno ma che al contrario lo ritengono una forma d’arte unica, capace di trascinare persone al cinema come nessun franchise prima d’ora aveva mai fatto.
Queste strutture potrebbero benissimo proiettare anche “The Irishman“, ma Netflix preferisce adoperare una breve e più ristretta finestra per la visione del suo film in aggiunta alle date della premiere del lancio in streaming rispetto ad una formula più classica che lo vedrebbe piazzato in ogni cinema e multisala – cosa di cui Scorsese era perfettamente a conoscenza quando ha firmato il contratto con la famosa piattaforma.
Lo schieramento in difesa di Netflix, potrebbe addirittura trasformarsi in un discostamento dalle idee di chi ha a cuore il piacere di godersi un buon film al cinema e da chi ritiene che le reti di streaming siano responsabili del tracollo del cinema autoriale. Il che si tradurrebbe in un potenziale ancora inferiore di voti.
Quando “The Irishman” ha debuttato al “New York Film Festival“, individuato sin da subito come una sicura candidatura a numerosi Oscar alla cerimonia di quest’anno, tra cui miglior film e miglior regista, così come competeranno nella rispettiva categoria gli attori Robert De Niro e Al Pacino. C’è stato un momento in cui si pensava il regista potesse perdere dei voti essendo la sua una produzione Netflix, tuttavia molti credono che Martin Scorsese non avrà nessun problema ad ergersi vittorioso. Basti guardare “Roma“, ad esempio, la pellicola spagnola in bianco e nero di Alfonso Cuarón sulla sua infanzia vissuta a Città del Messico ha elevato Netflix alla pari di ogni altro concorrente della competizione portandolo a vincere, lo scorso anno, ben tre statuette (miglior regia, fotografia e film straniero).
Che i tempi siano effettivamente cambiati?
Fonte: Variety