A due anni dall’uscita di Marvel’s Spider-Man, Insomniac Games accompagna il lancio di PlayStation 5 con una nuova avventura dell’amatissimo eroe di Casa Marvel. Questa volta però ci troveremo a vestire i panni di Miles Morales, amico e allievo di Peter Parker, già introdotto nel primo capitolo della saga videoludica, che muoverà in questo Marvel’s Spider-Man: Miles Morales i suoi primi passi da protettore della grande mela.

Marvel's Spider-Man Miles MoralesDopo 12 mesi dagli eventi narrati in Spider-Man, Miles Morales si è trasferito nel quartiere di Harlem insieme alla madre Rio (dopo la morte del padre avvenuta nel capitolo precedente), che nel frattempo si è candidata come rappresentante al consiglio comunale della città. Dopo essere stato addestrato da Peter Parker come visto nella scena finale del DLC Silver Lining, Miles ha iniziato ad affiancare Peter nel suo ruolo di protettore della città di New York cercando, come il suo mentore, di nascondere sua identità a tutti, a tutti tranne che al suo migliore amico Ganke Lee, che sarà una vera e propria spalla del giovane eroe. Peter dovrà lasciare per qualche settimana New York per raggiungere Mary Jane a Parigi per il periodo natalizio. In sua assenza, sarà proprio Miles a dover difendere tutta la città dalle varie minacce che si presenteranno. Durante una sera d’inverno, Miles si dirige insieme a Ganke alla conferenza stampa della madre, che viene interrotta da alcuni mercenari guidati da un misterioso criminale che si fa chiamare Tinkerer.

Partiamo parlando di quelle che sono le principali differenze tra Miles e Peter, che saranno probabilmente note a chi bazzica il mondo dei fumetti. Innanzitutto, i poteri: Miles, a differenza di Peter Parker, ha due poteri che al nostro, storico, amichevole Spider-Man di quartiere mancano, ovvero il Venom Strike, la la capacità di scaricare attraverso le mani una parte della bio-elettricità caricata nel suo corpo (quindi, nonostante il nome, nessun legame col celebre avversario di Peter o con il veleno) e la capacità di diventare praticamente invisibile. Tenete a mente questi due poteri, perché sono la principale novità in termini di gameplay, ma ne parleremo più avanti. L’altra, enorme differenza tra Peter e Miles è, ovviamente, l’età e l’esperienza come Spider-Man: se nel gioco del 2018 conosciamo un Peter Parker ormai in attività da diversi anni, completamente a proprio agio con i propri poteri, in Miles Morales il nostro protagonista è all’inizio della sua carriera come supereroe e protettore di New York, sia per quanto riguarda l’insicurezza ed una certa dose di scarsa consapevolezza dei propri mezzi, sia per la conoscenza dei propri poteri, che infatti scopriremo e sbloccheremo nella prima metà di questo nuovo titolo. Inoltre, Miles affronterà quello che è il più classico dei viaggi dell’eroe, e tutto il gioco sarà un racconto di formazione che ci presenterà un ragazzo inizialmente titubante, anche nelle movenze (un fattore che noteremo anche giocando) e che, man mano che proseguirà la sua avventura, prenderà coscienza delle sue abilità e del proprio ruolo di protettore di Harlem e di New York.

Queste differenze tra Miles e Peter hanno un impatto anche sul gameplay, sostanzialmente identico a quanto già visto e apprezzato in Marvel’s Spider-Man, ma con le dovute variazioni che dipendono proprio dalle diverse abilità dei due: in questo nuovo gioco, infatti, Miles ha tre alberi delle abilità; il primo, legato ai poteri ragnatela, è una versione ristretta di quanto visto nel 2018, mentre, a rispecchiare i due poteri aggiuntivi del nostro nuovo Spidey, avremo due alberi dedicati rispettivamente all’occultamento e al Venom Strike. Le conseguenze sullo stile di gioco sono facilmente intuibili: avendo una “potenza di fuoco” maggiore, Miles, a differenza di Peter, potrà ingaggiare più nemici contemporaneamente, un po’ come Batman nella serie Arkham, laddove Peter doveva cercare sempre di portare lo scontro sull’1v1. Inoltre, Miles avrà sempre la possibilità, qualora le cose andassero per il verso sbagliato, di rendersi invisibile e allontanarsi da scontri particolarmente complicati. L’occultamento, inoltre, aggiunge freschezza e soluzioni alle dinamiche stealth, anche se, è giusto ricordarlo, la capacità di scomparire del buon Miles non dura in eterno, ma ha un tempo limite, con tutte le conseguenze del caso, che vi lasciamo immaginare. Ovviamente, non solo Miles è più forte (o versatile) di Peter, ma lo sono anche i suoi nemici che, andando avanti nel gioco, troveranno decisamente modo di annullare o limitare le potenti abilità del nostro Spider-Man. In conclusione, possiamo dire che il gameplay, per quanto simile al precedente, ha sicuramente qualche variazione gradita, che dona freschezza e meno ripetitività all’avventura di Miles.

Per quanto riguarda la grafica, ci troviamo di fronte ad un titolo che, se giocato su PlayStation 4, rispecchia quanto già visto nel 2018 con il primo gioco dedicato a Peter Parker. Su PlayStation 5, ovviamente, siamo di fronte ad un prodotto che mette in mostra la potenza della nuova console di casa Sony. Sulla PS5 possiamo scegliere due diverse impostazioni grafiche, scegliendo tra 60 fps con risoluzione 4K dinamica o 30 fps con 4K nativo e supporto al ray tracing, e le differenze si vedono decisamente rispetto alla versione old-gen, mostrandoci un assaggio, in termine di fotorealismo, di quello che possiamo aspettarci in futuro per i giochi next-gen. Oltre a questo, la potenza della nuova macchina della casa giapponese ci viene mostrata anche dai velocissimi caricamenti, pressoché istantanei, grazie alla capacità di calcolo decisamente superiore del nuovo gioiellino di casa Sony. Inoltre, una particolare nota di merito va alla colonna sonora, in pieno stile hip hop, perfettamente adatta al personaggio di Miles, alla street art che caratterizza il gioco, all’ambiente di Harlem, dove si svolge la maggior parte delle vicende, e che ben si sposa con il supporto, sotto forma di murales e di costume dedicato) al movimento Black Lives Matter, di cui Miles è perfetta rappresentazione, se parliamo dei valori più puri e positivi del movimento.

La vera differenza rispetto al gioco precedente è la sostituzione di alcuni modelli 3D dei personaggi, su tutti il volto di Peter Parker, ora più espressivo e, per molti versi, simile a quello di Tom Holland, lo Spider-Man del cinema. Questa scelta da un lato rende più espressivo e meno anonimo il volto del nostro Peter, ma dall’altro ha il difetto di farlo sembrare coetaneo, se non più giovane, di Miles, andando a rendere meno credibile la figura di mentore e di Uomo Ragno ormai esperto ed in attività da anni.

Marvel's Spider-Man: Miles MoralesOvviamente, essendo questo Marvel’s Spider-Man: Miles Morales un DLC, spin-off, stand alone (la comunicazione, in merito, non è stata esattamente chiara da parte di Insomniac e di Sony, va detto) sostanzialmente uguale al titolo precedente, ne mantiene sia i pregi che i difetti: volteggiare per New York è sempre splendido e divertente, il combattimento è sempre decisamente appagante, ma anche i difetti sono i medesimi, forse anche accentuati dalla breve durata del gioco rispetto al predecessore. A fronte di una main quest dalla durata di circa 10 ore, che ci fa accumunare il gioco ad un DLC stand alone alla Infamous: Last Light più che ad un vero titolo mainline, anche in questo capitolo abbiamo il problema delle quest secondarie, ancora una volta banali e ripetitive, con l’unico scopo di trovare risorse per i potenziamenti delle abilità di Miles e sbloccare i vari costumi, anch’essi splendidi e con abilità uniche. A differenza del precedente titolo, le quest secondarie verranno assegnate a Miles tramite una trovata interessante, un’app creata da Ganke, che danno un tocco più moderno alla dinamica delle missioni e rendono l’amico di Miles molto più di una semplice comparsa. In ogni caso, siamo di fronte al principale difetto del gioco, lo stesso del precedente titolo. Nota a margine per quanto riguarda i costumi sbloccabili da Miles: è presente, tra i tanti, anche il costume che il ragazzo indossa nel film premio Oscar Spider-Man: Into the Spider-Verse (Spider-Man: Un Nuovo Universo), che presenta un particolare effetto simil glitch/lag che richiama le movenze delle splendide sequenze animate del film. Un tocco di classe che sicuramente farà felici i tantissimi fan della pellicola dedicata a Miles.

In aggiunta, va segnalata l’eccessiva facilità del titolo: non che il primo Marvel’s Spider-Man brillasse per difficoltà, non è sicuramente un soulslike, ma almeno alcune boss fight erano quanto meno più articolate, mentre in questo caso abbiamo pochi scontri e per giunta molto semplici, oltre ad un eroe più forte rispetto a quello precedente, grazie alle abilità aggiuntive. Poche boss fight come sono pochi i villain che ci troveremo ad affrontare in Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, pochi e non molto approfonditi, eccezion fatta per Tinkerer.

In conclusione, possiamo dire che Marvel’s Spider-Man: Miles Morales è sicuramente un titolo valido, che vi regalerà alcune ore di divertimento, che avrebbe potuto essere molto di più, se Insomniac e Sony avessero voluto creare un gioco completo e non una sorta di DLC stand alone. Volteggiare con Miles Morales è divertente tanto quanto farlo con Peter, combattere per i cieli ed i palazzi di New York anche, ma avremmo voluto qualcosa in più, viste le enormi potenzialità del personaggio.

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