I Migliori Film usciti nel 2016

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Tra poche ore finirà questo maledetto 2016, sono passati di nuovo 365 giorni. 365 giorni di film e noi RedCapes vi proponiamo la nostra top 15 delle pellicole che più hanno lasciato il segno in questo lungo anno.


The Revenant  

È il film che finalmente è valso l’oscar a Leonardo DiCaprio. Ma non per questo entra nella nostra top 15. I meriti di questo Film vanno alla straordinaria regia di Alejandro González Iñárritu e alla favolosa fotografia di Emmanuel Lubezki, entrambi premiati con l’oscar. Ispirato ad una storia vera, Revenant è un potentissimo film visivo, dove la vendetta del protagonista si unisce e si amalgama alla fantastica ambientazione di natura selvaggia resa eccezionalmente bene da una fotografia impeccabile. I suoni e gli ampi e bianchi spazi ci fanno vivere con ansia e trasporto il dramma di Hugh Glass e dal suo percorso di vendetta.


The Hateful Eight

Il western di Tarantino è perfetto. Tutto in una stanza, dialoghi lunghi e pregni di significati, pellicola in 70 mm e un incredibile regia d’altri tempi creano quello che è probabilmente uno dei migliori Tarantino in assoluto. Tutti i protagonisti sono stati eccezionali, Samuel L. Jackson dimostra di saper essere sempre bravissimo quando lavora con il regista. Si crea un’incredibile tensione con lo sviluppo della storia, che viene perfettamente accompagnata dalle sempre perfette musiche del nostro Ennio Morricone che finalmente viene premiato con il primo oscar.


Lo chiamavano Jeeg Robot

Enzo Ceccotti entra in contatto con una sostanza radioattiva. A causa di un incidente scopre di avere un forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia quando incontra Alessia, convinta che lui sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio. Trama semplice, di classico stampo americano ma di scrittura italiana quella di Lo chiamavano Jeeg Robot. Tutti speriamo sia il nuovo punto di partenza del cinema italiano, un cinema di genere intelligente, divertente con un idea completamente diversa da quello a cui siamo abituati. Senza muovere un passo dall’intenzione di fare un film sensato e pieno di cose da dire, Gabriele Mainetti utilizza lo sfondo per parlare e il primo piano per intrattenere con un film di supereroi perfetto e impeccabile. Il migliore film italiano del 2016 senza troppo discutere.


Lo and Behold

Werner Herzog realizza un documentario su internet. Diviso in 10 capitoli questa straordinaria opera vuole dispiegare allo spettatore i segreti del mondo digitale contemporaneo, indagando su quello che è il ruolo di internet nelle nostre vite attuali e sul ruolo che avrà in futuro. Il risultato è una delle migliori riflessioni sulla follia della società modernista. Herzog intervista i più importanti scienziati e i nomi più grossi di internet e scava nella loro mania, tirando fuori le profezie più assurde dalle menti più intelligenti.


È solo la fine del mondo

Xavier Dolan dopo Mommy non è più territorio esclusivo dei festival, ma autore conosciuto e discusso anche da noi. Amato da molti, osteggiato da altrettanti, con È solo la fine del mondo ha girato un capolavoro audacissimo, tanto che gli frutterà ancor più fama probabilmente. La trama in questo film è solo un pretesto, abbiamo infatti Louis, scrittore malato terminale, decide di tornare nel suo paese natale e rivedere la sua famiglia dopo 12 anni di lontananza, per comunicare la sua morte imminente. Ognuno reagirà in modo diverso e da qui partirà appunto il viaggio di questa nuova esperienza made in Dolan, quindi possiamo dire che si tratta di un melodrammone che rifiuta di somigliare a qualsiasi altra cosa e inventa da sé le proprie regole. Da vedere per capire cosa si intende per “nuovo” al cinema.


The Witch

Ambientato all’epoca dei padri pellegrini americani (la vera caccia alle streghe), la pellicola mette in scena una storia che vede la famiglia del patriarca William doversene andare dalla sicura cittadini di pellegrini per stabilirsi al limitare di una foresta che viene detta maledetta. La famiglia accusata di essere filo-satanista si ritrova isolata in un ambiente ostile e cupo, dove tutto fa presagire il peggio. La pellicola si basa sulle storie di streghe tramandate da quei tempi rendendole autentiche,l’horror si sporca le mani con un realismo cui non siamo abituati ed nel film l’orrore non va cercato solo nella stregoneria ma anche nelle persone molto più che nel sovrannaturale. Un horror destabilizzante non tanto per la tematica che è ormai vista e rivista ma per come viene presentata allo spettatore. Nella pellicola anche il luogo in cui avvengono le vicende riceve un’importanza nuova,d’altronde spesso la magia ha luoghi sacri e quindi nella pellicola anche la magia nera ha un suo luogo di potere. Lo sceneggiatore e Regista, Robert Eggers ,ci avverte delle pericolosità di lasciare il seminato, non è un caso che per tutto il film, il male agisca e non venga mai mostrato però all’azione, ma viene percepito tramite assenza di musiche e suoni quasi come fosse già destinato tutto dall’inizio, come se il vero male fosse sempre in scena. Un horror atipico, ma che consigliamo a tutti di recuperare.


The Neon Demon

L’ultimo film di Nicolas Winding Refn vede una giovanissima Elle Fanning cimentarsi in un ruolo alquanto complicato, più concettualmente che figurativamente, d’altronde la trama parla da sè: Jesse è un’aspirante modella, si trasferisce a Los Angeles, dove viene reclutata da un importante stilista che la trasformerà nella sua musa ispiratrice, non prima di attirarsi le ire e le invidie delle modelle più vecchie. Questa sua entrata nel mondo della moda non sarà semplice, infatti proprio le qualità che l’hanno portata dov’è, la sua vitalità e giovinezza saranno bramate da tutte le sue “rivali”, che si ritroveranno a far di tutto per acquisirle. Il film mette in gioco sapientemente regia e fotografia che si amalgamano creando un qualcosa di sopraffino e perfettamente geometrico, gli ambienti claustrofobici in cui la protagonista si ritroveranno rifletteranno il suo stato d’animo e la sua vita che sta andando spegnendosi. Sarà pure un film criticato e non completamente capito da tutti, ma The Neon Demon è probabilmente la massima espressione dell’orrore umano e femminile, è la massima espressione della violenza di donna su donna.


Perfetti Sconosciuti

“Ormai la buona commedia in Italia è morta e sepolta!” Quante volte l’avete sentito dire? Tante volte, ad un certo punto sono quasi arrivato a crederci, fino a che non ho visto Perfetti Sconosciuti. Il Film di Paolo Genovese è stata una graditissima sorpresa, passata troppo in sordina. Eva(Kasia Smutniak) e Rocco(Marco Giallini) invitano a cena a casa loro i propri amici: Cosimo(Edoardo Leo) e Bianca(Alba Rohrwacher), Lele(Valerio Mastandrea) e Carlotta(Anna Foglietta), e Peppe(Giuseppe Battiston). I padroni di casa sono da tempo in crisi, durante la cena Eva propone a tutti di mettere sul tavolo il proprio cellulare e di rivelare ai presenti il contenuto di tutti i messaggi e le chiamate che arriveranno nel corso della serata, anche se con qualche dubbio tutti accettano, ma quello che doveva essere un gioco si trasforma ben presto nell’occasione per rivelare tutti i segreti dei presenti. Sarà proprio dal fatidico momento in cui i cellulari vanno sui tavoli che il film iniziato in modo normale mostra una grandissima qualità generale, i dialoghi e la recitazione di tutti gli attori coinvolti fa si che il film prenda coscienza di sè, distaccandosi dalla comicità spicciola e creando dei momenti veri di intimità e gioia, oltre che ilarità tra i protagonisti.


Animali notturni

Susan Morrow, proprietaria di una prestigiosa galleria d’arte, riceve un manoscritto dal marito da cui la separano diciannove anni e un rimosso che emerge prepotente dalle pagine del suo romanzo. Un thriller che avanza nell’orizzonte piatto del Texas e dentro una notte mai così nera e profonda. Una notte che cattura Susan e la inchioda al suo letto, dietro gli occhiali e una vita di apparenze. Perché Susan molti anni prima ha divorziato crudelmente da Edward per sposare Walker, che non sopporta i fallimenti e la tradisce sulla East Coast, perché Susan vive una vita che scivola abulica sulla superficie delle opere che espone. Ma niente ora è più reale di quelle pagine che consuma con gli occhi, svolge col cuore, riorganizza nella testa, risalendo il tempo e la storia del suo matrimonio. Tom Ford torna in questo 2016 con la sua seconda pellicola ed incanta. Non molti si aspettavo questa conferma dello stilista, che invece dimostra delle doti incredibili anche come regista. Animali notturni è il film più elegante del 2016, nonostante una trama complessa gestita su tre livelli narrativi e un tema estremamente drammatico Ford riesce a sviluppare il tutto con un’incredibile maestria e finezza artistica che rende questa pellicola una delle più belle del 2016.


The Nice Guys

Siamo a Los Angeles, alla fine degli anni ’70, il tramonto di un’epoca. La morte della ragazza (una pornoattrice molto famosa) e la scomparsa di una seconda (Amelia, figlia di una potentissima procuratrice interpretata da Kim Basinger) producono una reazione a catena smuovendo i poteri forti della città: Jackson Healy (Russell Crowe) e Holland March (Ryan Gosling) ne sono coinvolti in prima persona e devono assolutamente trovare Amelia per risolvere il mistero e salvare la pelle. Divertente intelligente ma soprattutto molto tecnico. In The Nice Guys accadono tantissime cose in tutti i punti delle inquadrature, le gag scaturiscono dal dialogo come dalle azioni e spesso trovano percorsi inattesi, alcune informazioni sono seminate nella prima parte per essere raccolte nella seconda. Un trionfo. Con Gosling e Crowe in grandissima forma, anche la parodia leggera del neo-noir viene perfetta.


Sully

L’ultima pellicola di Clint Eastwood vede protagonista Tom Hanks nel ruolo di Chesley ‘Sully’ Sullenberger e parla del Miracolo dell’Hudson ovvero di come quando il capitano Sullenberger ha fatto ammarare nell’Hudson River il volo US Airways 1549, salvando così 155 persone. Inutile dire che il film sul lato tecnico non pecca in nulla, la regia di Eastwood è assolutamente precisa e dettagliata offre tantissimi punti di vista sull’incidente e riesce a trasmettere l’angoscia anche quando sai che tutto andrà bene. I vari piani “temporali” che si intervallano non disturbano lo spettatore, ma danno allo spettatore l’idea di trovarsi davanti un thriller,idea molto ben sviluppata e aiutata da una sceneggiatura che pone i personaggi nella condizione di dover parlare per potersi esprimersi, ma che fa dire tanto anche nei momenti di silenzio. Inutile dire che fosse uscito in un’altro periodo avrebbe riscosso molto più successo.

http://redcapes.it/cinema/sully-clint-eastwood-recensione/


Veloce come il Vento

Che in Italia qualcuno potesse fare un film sulle corse sembrava impossibile e che quel film fosse anche una bellissima opera cinematografica sembra completamente assurdo. Invece Veloce come il vento centra tutto: protagonista, mentore, scene d’azione, inseguimenti, urla e salvataggi, training montage e fomento. Ispirandosi alla vera storia dell’ex campione torinese di rally Carlo Capone, Filippo Gravino, Francesca Manieri e Matteo Rovere scrivono una storia ex novo per mostrare bolidi e sfrecciare nel vero campionato GT a Vallelunga, Monza e Imola. Ci si trasferisce in Romagna, con protagonista un’esordiente 17enne dagli occhioni verdi e i capelli blu (Matilda De Angelis, dal primo piano mozzafiato) nel ruolo di Giulia de Martino, giovane pilota emergente, determinata a mantenere la scuderia di famiglia, e alle prese con il ritorno del fratello ex campione e ora tossicodipendente Loris (Stefano Accorsi, dimagritissimo e mai così viscido).  Rovere, come Mainetti, si cimenta con il cinema (non italiano) con cui è cresciuto, senza il timore di affrontare fasi produttive all’americana, esattamente come “certi nostri eroi di una volta” facevano western credibili, con pochi mezzi.


Kubo e La Spada Magica

Come ogni anno anche in questo 2016 sono usciti diversi film d’animazione molto validi, come Zootropolis, Oceania e La mia vita da Zucchina, ma quello che più di tutti ci ha stupito ed emozionato è stato Kubo e La Spada Magica, diretto dall’esordiente Travis Knight, presidente della Laika Entertainment, casa produttrice delle famose pellicole realizzate in Stop-Motion Coraline, ParaNorman e Boxtrolls. Il film, ambientato in un antico Giappone dai toni fantasy, narra la storia di Kubo, un giovane ragazzino che si prende cura della madre e si guadagna da vivere raccontando magiche storie agli abitanti del villaggio. Un giorno, con l’obiettivo di far luce sul proprio passato, evoca per errore un feroce spirito assetato ti vendetta, che cercherà di distruggere lui e la sua famiglia. Con l’aiuto del suo magico shamisen, Kubo affronterà diverse insidie per salvare la situazione e svelare il segreto che si cela nel suo passato. Una storia molto profonda, adatta a grandi e piccini, una colonna sonora incalzante e un utilizzo magistrale della stop-motion – soprattutto nelle scene d’azione – fanno di Kubo un piccolo capolavoro.


Capitan Fantastic

Sei bambini e il loro padre vivono nella più selvaggia natura, isolati dalla società e immersi nei boschi incolti della Weast Coast. Cacciano per cibarsi, studiano libri di fisica quantistica e politica, sono tutti forti, intelligenti ma soprattutto liberi. La loro perfetta e selvaggia vita viene però interrotta dalla morte della madre e dal conseguente funerale. Le asprezze fra il suocero e Ben, impediscono a lui e ai suoi bambini di assistere alla cerimonia, finché insieme non decideranno di intraprendere la missione “salvare mamma”. Tra le storie più belle e tenere degli ultimi anni, “Captain Fantastic“ è un film del quale è difficile non innamorarsi. Semplice e scorrevole va diretto al cuore senza farsi sfuggire un mare di risate. Il bambino che è in noi si risveglia guardando quella vita che sicuramente tutti abbiamo desiderato: sei fratelli liberi nei boschi, autosufficienti e con un padre meraviglioso che dedica la sua vita all’educazione dei propri figli. Matt Ross sforna una piccola perla per questo 2016 che grazie ad una bellissima interpretazione di un incredibile Viggo Mortensen non può non entrare di forza nei top film di questo anno.


Deadpool

Wade Winston Wilson non è un personaggio semplice da gestire, tanto è vero che nella sua precedente apparizione cinematografica, al Mercenario Chiacchierone viene letteralmente cucita la bocca. Nonostante il basso budget Deadpool è sicuramente il migliore cinecomics dell’anno a livello cinematografico, grazie ad una particolare cura nella fotografia, nei dialoghi, nelle inquadrature ricercate come quelle del buon Quentin. Il sangue zampilla in molte occasioni, con grande gioia degli spettatori che si trovano proiettati fuori dal rigore patinato a cui i Marvel Studios li hanno abituati, per godersi 108 minuti di parolacce e battute a sfondo sessuale più o meno riuscite.


In questo 2016 abbiamo assistito a molto anteprime, ma c’è un film, non ancora uscito nel nostro paese, che ci ha particolarmente colpito e per cui abbiamo deciso di inserirlo in questo articolo per darvi un piccolo assaggio della recensione che arriverà nei primi giorni del 2017.

Split

Il nuovo thriller di M. Night Shyamalan, un film cupo ed oscuro che indaga sui misteri della psiche umana. Dopo un periodo non molto brillante, lo scorso anno M. Night Shyamalan era riuscito ad interessarci con The Visit, un horror realizzato con la tecnica del Mockumentary in cui aveva dimostrato la volontà di tornare ad un tipo di cinema più in linea al suo primo periodo.
Kevin, interpretato da un magistrale James McAvoy, è un ragazzo in cui coesistono 23 personalità ben distinte, una delle quali lo porterà a rapire 3 ragazze, tra cui troviamo Casey, interpretata da Anya Taylor-Joy che abbiamo già potuto apprezzare in The Witch. In Kevin esiste una 24esima personalità, oscura e potente, pronta a sovrastare le altre 23 e prendere il controllo del povero ragazzo. Questo Split è un viaggio misterioso nella psiche turbata e frammentata di una mente estremamente dotata, realizzato con sapiente cura dal regista indiano ed impreziosito da un cast impeccabile, per quanto risicato, in cui la performance di McAvoy brilla di luce propria. Se avete amato Il Sesto Senso, Unbreakable, Signs e The Village il 26 gennaio correte al cinema, lo Shyamalan che ci piace è finalmente tornato!

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