Dopo la messa in onda su BBC One conclusasi lo scorso 3 aprile, debutta finalmente su Netflix Italia la sesta ed ultima stagione di Peaky Blinders, la pluripremiata serie britannica creata da Steven Knight (Locke, Taboo) ambientata a Birmingham tra la prima e la seconda guerra mondiale e ispirata vagamente dall’omonima banda di giovani urbani attiva in città dal 1890 al 1910. Le aspettative per la conclusione dell’amatissima serie tv con Cillian Murphy erano alle stelle, sarà riuscita dunque Peaky Blinders a congedarsi con onore? Grazie a Netflix abbiamo potuto vedere la stagione finale in anteprima e siamo pronti a rispondere a questa domanda!
La serie riprende subito dopo gli eventi dell’episodio finale della quinta stagione, mostrandoci le conseguenze dell’attentato fallito a Oswald Mosley (Sam Clafin), per poi successivamente fare un salto in avanti di quattro anni. Siamo nel 1933, Tommy Shelby (Cillian Murphy), sembra di nuovo essere tornato sobrio e lucido, ma quando decide di espandere il suo traffico di droga in Canada, un vecchio famiglia Michael Gray (Finn Cole), rientra nella sua vita. L’incontro dei due riaprirà vecchie ferite e questioni in sospeso mentre la famiglia non è ma stata così divisa, a partire da Arthur (Paul Anderson) di nuovo sotto controllo dell’alcool e delle droghe e Ada (Sophie Rundle) che cerca di colmare un vuoto nella famiglia.
La serie, sempre nelle mani di Steven S. Deknight, in questa sesta stagione continua sui binari già tracciati dalle precedenti, Thomas Shelby è di nuovo alle prese con il suo grande piano per uscire di scena, puntando nel frattempo anche alla distruzione del partito nazionalsocialista inglese di Oswald Mosley, un’impresa che già aveva dimostrato di non essere per nulla semplice. Purtroppo, non c’è molto altro in questa stagione: come già accaduto, Tommy si convince di volere uscire da questa vita e cerca in tutti i modi di farlo, scontrandosi con problemi insormontabili che lo ricostringono a sporcarsi le mani o completamente distruggono il suo sogno. Gli sceneggiatori sembrano che non siano più capaci di raccontare una storia con protagonista un simpatetico villain (Tommy) e scelgono quindi la via più semplice, continuare a metterlo contro uno più cattivo di lui, un nazista non di meno. Come se non bastasse, pur trattandosi di una sesta stagione, con molto da risolvere, soprattutto in famiglia, gli sceneggiatori decidono di introdurre altri personaggi come lo zio di Gina Gray, interpretata da Anya Taylor-Joy, ossia Nelson (James Frecheville); personaggio mal sfruttato e che se giocherà un ruolo nel film non ci è dato saperlo, ma che sembra di troppo come in generale la stessa trama “Americana”, che si fonde con quella relativa a Oswald Mosley, sembrando quasi un’aggiunta per arrivare a sei episodi che un vero e proprio e pensato arco narrativo.
Non tutto però quello che rientra in questa stagione è da buttare: infatti, per ogni scena di una Gina Gray poco ispirata, abbiamo Ada Shelby, interpretata da Sophie Rundle, che cattura un po’ di quell’aria che fu di Polly Gray, la compianta Helen McCrory nelle prime stagioni. Helen McCrory, scomparsa a causa di una malattia nel corso del 2021, segna una grande perdita per lo show, e per i personaggi stessi, che così come lo spettatore passano la prima puntata a piangerla, anche in maniera piuttosto efficace. Dunque, pur con i limiti dell’improvvisa scomparsa, lo show riesce a renderle omaggio e guidare i nostri personaggi, ma va comunque rimarcato che Peaky Blinders non è più la stessa senza di lei e cercare di nasconderlo avrebbe sicuramente remato contro alla serie in più modi.
Da notare che anche questa stagione ci consegna ancora appassionanti momenti che sono parte integrante del cuore della serie, ossia quelli tra Tommy e Arthur; nella sesta stagione ritroviamo un Paul Anderson davvero ridotto male, ma che riesce davvero a scaldare il cuore dei vecchi fan di Peaky Blinders dimostrandosi uno dei pochi punti che ancora ci fanno ricordare come è nato il nostro amore per questa serie. Se gli sceneggiatori sanno scrivere un rapporto è sicuramente quello tra questi due fratelli, sempre ai limiti opposti dello spettro ma sempre uniti. Infatti, se Cillian Murphy risultava quasi simpatetico nelle stagioni pre-Mosley, era anche grazie al rapporto con il personaggio interpretato da Anderson. Proprio la natura di questo rapporto è si interessante, ma dimostra anche un grande limite di queste ultime stagioni ossia il doversi distaccare sempre di più dalla famiglia per abbracciare temi ed avvenimenti più grandi di loro.
Ineccepibile come al solito il lato tecnico della serie, infatti, è impossibile non pensare a questa stagione come ad un vero e proprio piccolo film ad episodi. Sin dalla sua concezione, l’incredibile cura nei set, nelle musiche, nella regia e nella fotografia hanno fatto da padroni e quando ci si è spostati dagli ambienti sporchi di Birmingham a quelli lussuosi ci si è comunque concessi tanti modi per rendere meno evidenti possibili mancanze, che a memoria non vi sono. Certo Peaky Blinders non verrà ricordato per solo questo aspetto, ma non dare a questa serie il merito di aver fatto un vero e proprio period piece ad episodi ed aver così appassionato ed unito più fan di numerosi generi e creato un fenomeno televisivo sarebbe negare l’evidenza.
Peaky Blinders 6 conferma le paure di molti, non costituendo un vero e proprio finale, ma un preludio a quello che è il finale vero e proprio, ossia il film tanto atteso. Film che dunque servirà da vera conclusione della serie, non questa stagione che purtroppo in pieno stile Peaky Blinders, soprattutto quello delle ultime stagioni, predilige un racconto stiloso, impeccabile visivamente ad una storia più tetra e con reminiscenze di quello che fu in origine. L’aver voluto o meglio dovuto aggiungere personaggi in questa stagione non ha fatto altro che creare confusione, soprattutto nella parte centrale, prediligendo ulteriormente lo stile alla storia. La sesta stagione non lascia però completamente indifferenti anche e soprattutto grazie alle grandi interpretazioni di Cillian Murphy e Sophie Rundle, il primo come al solito grande mattatore della serie e la seconda, che riceve il difficile compito di colmare il vuoto lasciato da Helen McCrory, riuscendo ad entrare nel cuore dei fan ulteriormente ma non riuscendo pienamente a colmare quel vuoto né nella famiglia né negli spettatori. Sicuramente un bel viaggio, ma il Peaky Blinders che ci ha fatto innamorare a tutti rimane ormai una macchia sullo sfondo di un edonistico racconto novecentesco che sembra appena uscito da un romanzo di Byron.
La sesta e ultima stagione di Peaky Blinders è ora disponibile su Netflix. Di seguito potete visionare il trailer ufficiale della serie: