Dopo Esterno Notte, serie tv in sei episodi con protagonista Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Marco Bellocchio torna dietro la macchina da presa per raccontare un altro rapimento quello del piccolo Edgardo Mortara per opera dello Stato Pontificio, una storia vera che sconvolse l’Italia e il mondo intero nel XIX secolo. Basato su Il Caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa di Daniele Scalise edito Mondadori, Rapito diventa quasi un thriller storico pregno di satira grottesca il quale intento è quello di criticare la Chiesa come Stato e non il cristianesimo come religione. Il film è ora in concorso al Festival di Cannes per l’ambita Palma D’Oro e uscirà nelle sale italiane a partire dal 25 maggio.

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo Mortara, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

The Kidnapping of Edgardo Mortara sarebbe stato il titolo del film tratto dal libro Prigioniero del Papa Re di David Kertzer che avrebbe voluto realizzare Steven Spielberg. Il grande regista americano però nel 2017 abbandonò l’idea del film, affermando di non riuscire a trovare il perfetto interprete per il ruolo del piccolo Mortara. Entra così Marco Bellocchio che non sembra affatto spaventato da questo compito, affidando il ruolo da protagonista al piccolo Enea Sala, incredibilmente adatto e bravissimo nella sua struggente interpretazione nonostante la sua giovanissima età. Torna Fabrizio Gifuni in un ruolo non da protagonista, Paolo Pierobon interpreta Papa Pio IX, una straordinaria Barbara Ronchi è Marianna Mortara la mamma di Edgardo e Fausto Russo Alesi è Momolo Mortara il padre del piccolo rapito, capace di regalare un’intensa interpretazione drammatica e struggente.

Bellocchio preferisce approfondire il lato psicologico e umano di una vicenda di portata storica che oggi è stata piano piano dimenticata. Nonostante sia basata su fatti reali precisamente documentati, il regista è interessato più nel racconto delle sensazioni, dei sentimenti e preferisce soffermarsi sul raggiro attuato dallo Stato Pontificio nei confronti di un bambino di sei anni. Ed è così che alcune figure storiche come quella di Napoleone III, Francesco Giuseppe o Cavour che intervennero a sostegno del piccolo Mortara vengono qui solamente citate. Gli stessi avvenimenti storici e passaggi intermedi tra una vicenda e l’altra non vengono volutamente approfonditi per non perdere il focus sulla modalità di narrazione scelta, caratteristica che inizialmente potrebbe disorientare.

RapitoPrivo di qualsiasi pietismo, Rapito è un dramma travestito da thriller storico, incalzato da una colonna sonora originale ad opera di Fabio Massimo Capogrosso che dopo un’iniziale parte in cui potrebbe risultare didascalica si appoggia alle scene creando un rapporto suono/immagine davvero potente. Francesco Di Giacomo cura una fotografia interamente in luce naturale che trasforma alcune scene in veri e propri dipinti in cui spiccano i colori caldi come il rosso, l’oro ma anche il giallo e l’arancione. Per la ricostruzione storica di Roma, Bellocchio si è affidato ad Andrea Castorina mentre i costumi sono curati da Sergio Ballo e Daria Calvelli.

Lo stesso Marco Bellocchio insieme a Susanna Nicchiarelli (Miss Marx) ed Edoardo Albinati (premio Strega per La Scuola Cattolica) scrivono la sceneggiatura di Rapito basata sul libro inchiesta di Daniele Scalise. Sceneggiatura che si compone di dialoghi potenti, a volti ridotti all’osso in cui sono i volti degli attori a parlare, grazie a sapienti primi piani che il regista affida a tutto il cast. La versa scoperta è senza alcun dubbio il piccolo Sala nel ruolo di Edgardo. Il giovane attore ha una capacità espressiva davvero spiccata per la sua giovane età, caratteristica che lo renderà sicuramente una stella nascente del cinema italiano.

Rapito conferma quanto Marco Bellocchio sia uno degli ultimi grandi autori del cinema italiano. La storia di Edgardo Mortara che anche Steven Spielberg avrebbe voluto raccontare in un lungometraggio, viene scandagliata dagli occhi del regista più nel suo lato psicologico che in quello storico. Un comparto tecnico eccelso, un’ottima sceneggiatura, interpretazioni magnetiche e un critica nei confronti della religione come Stato in cui abbondano scene grottesche, fanno di Rapito un film che non potrà far altro che parlar di sé.


Rapito di Marco Bellocchio è ora in concorso a Cannes per la Palma d’Oro e arriva nei cinema italiani a partire dal 25 maggio. Ecco il trailer del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Rapito
8
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
rapito-la-storia-di-edgardo-mortara-raccontata-marco-bellocchio-recensioneRapito conferma quanto Marco Bellocchio sia uno degli ultimi grandi autori del cinema italiano. La storia di Edgardo Mortara che anche Steven Spielberg avrebbe voluto raccontare in un lungometraggio, viene scandagliata dagli occhi del regista più nel suo lato psicologico che in quello storico. Un comparto tecnico eccelso, un'ottima sceneggiatura, interpretazioni magnetiche e un critica nei confronti della religione come Stato in cui abbondano scene grottesche, fanno di Rapito un film che non potrà far altro che parlar di sé.

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