[Recensione] Annabelle 2: Creation – Buona la seconda

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Annabelle 2: Creation(Titolo originale: Annabelle Creation) è una pellicola del 2017 per la regia di David F. Sandberg(Lights Out) sulla sceneggiatura di Gary Dauberman, il quale già aveva sceneggiato la prima pellicola con protagonista la bambola posseduta, Annabelle.

La trama della pellicola è molto semplice, dodici anni dopo che un giocattolaio ha perso la figlia in un tragico incidente accoglie in casa sua, molto grande e molto vuota, delle ragazzine orfane e una suora, un modo per l’uomo di redimersi dalla tragedia che ha colpito la figlia 12 anni prima e tutto sembra andare per il verso migliore fino a quando una sorta di forza maligna inizia ad insinuarsi nella vita delle ragazzine e sembra avere un collegamento con una bambola, creata proprio dall’uomo prima della morte della figlia.
Messa giù così la trama non sembra nulla di troppo originale anzi in un certo senso sembra addirittura contraddire quello che abbiamo scoperto nella prima pellicola, di cui questo film ne è il prequel ricordiamolo; Ma anzi riesce in una impresa per niente semplice ossia quella di rendere meno casuale la causa scatenante del primo film e a metterla in un contesto più ampio che ben si colloca nell’universo di The Conjuring, perché facciamone una ragione ormai ad hollywood se non hai un universo con collegamenti non vai da nessuna parte ed è un gran peccato.
Per il resto la pellicola ha uno svolgimento abbastanza classico, con il male che si insinua sempre più con il passare del tempo nella vita delle ragazze, prima colpendo quelli che sono i più deboli, andando a toccare così un altro topos degli horror del nuovo millennio ossia quello della parte più debole della compagnia che ne diventa quello più forte.

La regia di Sandberg , che qui dimostra di non essere più alle prime armi è più consapevole delle limitazioni date dalla sceneggiatura e dagli attori, sopratutto ragazzine, e le usa a suo vantaggio, aiutato anche da una fotografia molto buona e suggestiva e da degli effetti speciali non troppo invasivi, per lo più pratici più che computerizzati, dati da fili,luci e movimenti veloci di camera e specchi.
I Jump scares sono ovviamente presenti ma non sono troppi e non appesantiscono la visione anzi sono il numero giusto e inseriti senza seguire la tecnica dell’accompagnamento musicale o della rimozione di esso, rendendoli prevedibili dallo spettatore.
Da un certo punto di vista il fatto che Sandberg venisse da una pellicola dove ha dovuto studiarsi alcune nozioni relative all’utilizzo della luce e dell’oscurità nei film ha fatto si che al secondo tentativo, certe scelte che in Lights Out erano interessanti ma non eseguite con completa perizia, qui risultino più studiate e nettamente di altro livello e probabilmente ne è complice anche il budget più alto rispetto al suo precedente lavoro.
Inoltre un’altro punto a favore della pellicola è il fatto che la sua posizione nell’universo condiviso di Conjuring sia chiaro e mantenga riferimenti a pellicole che vengono dopo temporalmente, ma che noi abbiamo già visto o pellicole che vengono prima temporalmente e che noi vedremo prossimamente come appunto, The Nun.

La pellicola è quindi il secondo capitolo di una saga già avviata ma allo stesso ne è un prequel che è migliore sotto tutti i punti di vista del suo predecessore e riesce in parte a far rivalutare allo spettatore il primo capitolo del 2014, se siete amanti dell’universo di The Conjuring e cercate un buon horror da vedere in questa torrida Estate, Annabelle: Creation fa al caso vostro.