Ieri è stata resa disponibile su Netflix, la quarta Stagione di Bojack Horseman e io mi sono fatto coraggio e ho fatto il binge watching, dunque bando alle ciance e scopriamo insieme se questa nuova stagione ha tenuto fede alle promesse e se ha ripagato le aspettative dei fan.
Il finale della terza stagione aveva lasciato Bojack(Will Arnett) distrutto dalla morte di Sarah Lynn(Kristen Schaal), che dopo una notte di alcol e droga gli è morta tra le braccia. La stagione riparte proprio dalla scomparsa di Bojack, infatti l’episodio 1 della stagione si incentra completamente su Mr Peanutbutter(Paul F. Tompkins), Diane(Alison Brie) e Princess Carolyn(Amy Sedaris) ed esplora ulteriormente il rapporto di necessità e dipendenza tra Diane e Bojack, con la donna che sembra quasi aver bisogno di Bojack più di lui di lei.
Come era ovvio dal finale della stagione precedente in questa, Bojack dovrà ricostruire la sua identità ed uscire dalla sua depressione mentre gli altri personaggi vanno avanti con la loro vita, senza di lui. L’episodio 2 probabilmente è uno degli episodi più emotivamente forti dell’intera serie ma anche uno dei più “facili” dal punto di vista della narrazione, infatti si concentra sulla famiglia del nostro protagonista, dettando un quadro che abbiamo visto a sprazzi nelle stagioni precedenti ma che qui prende piena forma e sarà fondamentale per il successivo sviluppo del personaggio che arriverà ad una nuova ma “vecchia” consapevolezza. Non c’è nessun posto migliore di casa propria, dove la casa, non è un luogo fisico ma sono le persone che ti circondano. Proprio per questo il finale dell’episodio è una dichiarazione di quello che gli autori hanno voluto fare quest’anno, dopo averlo distrutto infatti hanno voluto ricostruire il personaggio.
Importanza non indifferente in questa ricostruzione il personaggio della figlia di Bojack, introdotto di sfuggita al termine della terza stagione e la disperata ricerca della madre biologica di quest’ultima. Il personaggio di Arnett in questa stagione quindi sarà molto più legato alla famiglia e alla necessità di crescere più che nelle altre stagioni, proprio questo fa di sono un’altro elemento importantissimo nella stagione, che permette al personaggio di maturare ancora di più. Bojack imparerà ad affrontare i demoni del suo passato, il suo retaggio e ad imbracciare il futuro e il suo nuovo sé stesso, che non è più tanto diverso dal vecchio Bojack, anzi semmai ne è una versione più consapevole ma sempre senza peli sulla lingua della nostra stella di Hollywoo preferita.
Quest’anno non manca la satira politica, che è sempre stata presente nella serie ma che con una completa ristrutturazione del parco personaggi e con una situazione interna allo show molto incline ad avvicinarsi a certi territori non poteva esprimersi meglio prima. Tanti erano i personaggi che potevano introdurre per farli confrontare con il nostro protagonista su argomenti politici, ma ha ripagato sicuramente di più la scelta di mettere al centro di queste trame non lui ma bensì Mr. Peanutbutter, che in questa stagione si è dimostrato importante anche per avvenimenti importanti e centrali, arrivando ad una piena maturazione come personaggio, finalmente riuscendo ad uscire dalla sua identità di simpatico Cagnolone. Quindi anche dal punto di vista dell'”amico/nemico” di Bojack gli autori hanno fatto un lavoro di ristrutturazione notevole che è stato bello vedere e che ripagherà vedere cosa aggiungerà al personaggio andando avanti con le prossime annate dello show.
Questa quarta serie si è quindi dimostrato il vero e proprio salto dello squalo per Bojack Horseman, che ha potuto chiudere tantissimi conti in sospeso e ha messo la serie su un nuovo tracciato che permetterà agli autori di sviluppare meglio nuovi temi importanti e aggiungere sempre più novità andando avanti con le prossime iterazioni della serie. Proprio perché fin ora ha dipinto un certo tipo di personaggi e ambienti tipicamente da comedy, ma che ora sembra dirigersi ancora di più su un sentiero più intimista e con molto più drama. Le stesse soluzioni narrative e persino certe scelte registiche e di costruzione dell’animazione non usuali fanno capolino in questa stagione, come ci ha dimostrato l’episodio 11 infatti anche delle animazioni meno elaborate e 2D possono creare suggestive cornici e dare un tocco inaspettatamente serio e psicadelico alla serie.
Se dovessi cercare per forza una pecca, questa sarebbe il focus che gli autori hanno messo sui personaggi, infatti seppur Bojack sia il protagonista principale, alcune volte diventa il co protagonista di episodi totalmente incentrati su Mr Peanutbutter o Princess Carolyn e diciamocela tutta, gli sviluppi di questi personaggi senza di lui sarebbero poco interessanti, ma arrivare a fare puntate dove completamente il protagonista della serie non è il protagonista, non sempre è positivo e alla lunga può diventare un problema che mina la coesione della serie.
La Quarta Stagione della serie animata più popolare di Netflix si dimostra divertente da vedere quanto più dolorosa e delicata. I personaggi antropomorfi che popolano il mondo della serie sono sempre di più rappresentanti dei vizzi e le virtù dell’umanità, la commedia e la risata di questi nuovi 12 episodi sta propria tutta nel loro essere animali, perché quando si viene a contatto con la psicologia, il dolore e la vita sono più umani degli stessi esseri umani.