[Recensione] Captain America: Il Primo Vendicatore – Battesimo del fuoco

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Captain America

Un tizio vestito come una bandiera, che affronta le potenze dell’asse… con uno scudo?! Considerando che Captain America doveva rappresentare l’incarnazione della potenza made in USA, il suo character design sembrava quasi un’ammissione di vulnerabilità, una coperta intessuta nel comfort super-eroico più che un supersoldato.
Certo, respinge proiettili di ogni forma e dimensione e si, la possibilità di usarlo come un frisbee, senza l’incombenza di dover correre a raccoglierlo ogni volta, rendono lo scudo di Cap un gadget niente male per il primo (e unico) super-soldato Americano.
Captain AmericaSebbene la fedeltà di Captain America a questo accessorio vagamente ridicolo sembrasse intrisa di una qualche specie di arroganza (ehi Adolf vengo a prenderti a schiaffi con una mano dietro la schiena, anzi, dietro lo scudo!), similare alla disabilità di personaggi come Daredevil, che rendono le sue abilità una sovracompensazione trionfante (e nevrotica) di una mancanza, nella visione d’insieme, Cap è un personaggio che funziona in tutto e per tutto.

I dubbi sullo scudo, e sulla figura del Capitano in generale, sono stati quasi del tutto messi a tacere dalla pellicola del 2011 targata Joe Johnston, dove Captain America è interpretato da Chris Evans, ex interprete della Torcia Umana nelle pellicole del 2005 e del 2007 dedicate ai Fantastici 4.

Le origini “fumettistiche” del personaggio non sono tra le più complesse del Marvel Universe, il che ha sicuramente avvantaggiato una trasposizione più che mai fedele dal media originale. Johnston, nella prima parte del film, sviluppa ulteriormente un’idea già proposta da Ed Brubaker  durante la sua run dedicata al più potente boy-scout d’America (no, non quello col costume blu e il mantello) incrociando le origini proposte nel fumetto agli eventi che hanno portato alla pubblicazione dello stesso: Cap è un personaggio pre-confezionato creato dalla propaganda Americana per vendere buoni di guerra e per rincuorare le famiglie dei soldati sul come la guerra stava procedendo oltre oceano ma, nel contempo, ciò è anche la copertura per un vero super-soldato che prende parte ad azioni di combattimento top secret.

Captain America

Nella sua vita pre-eroica, Captain America è Steve Rogers, un tanto coraggioso, quanto gracile ragazzo di Brooklyn. Nel 1941, Steve desidera disperatamente arruolarsi e combattere per il suo paese. Scartato alla visita di leva a causa del suo fisico gracile, egli viene notato dal dottor Abraham Erskine (Stanley Tucci), un misterioso scienziato Tedesco (un rifugiato fuggito dalla Germania nazista) che lo recluta per un progetto scientifico segreto: il “Progetto Rinascita“.
In questa sua prima incarnazione del personaggio, la testa di Chris Evans è stata chiaramente editata in CGI sul corpo di un ragazzo molto gracile. In alcune scene, tale espediente ha come risultato quello di far sembrare il corpo di Evans/Rogers quello di un ragazzo di 12 anni. L’effetto è decisamente inquietante, soprattutto perché il viso di Evans è circa del 30% troppo grande, come un personaggio dei cartoni animati: affiancato da un beagle e con indosso una maglietta con un tema a “zig-zag” potrebbe essere Charlie Brown.
Se si fosse rivelato un cattivo, le sue quotidiane umiliazioni e quell’enorme testa dall’aspetto alieno avrebbero creato un background psicologico molto plausibile… Ma, naturalmente, Steve diventa un eroe dinamico, spronato dal suo comandante Col. Chester Phillips (Tommy Lee Jones) e innamorato di una bella donna in uniforme, Peggy Carter (Hayley Atwell), agente in prestito dall’intelligence Britannica.

La prima azione militare di Captain America, che fugge dallo showbiz per correre a salvare i suoi commilitoni, sembra quasi voler omaggiare “Flags of Our Fathers” il film di Clint Eastwood del 2006 (dedicato alla battaglia di Iwo Jima) dove i soldati devono (al contrario di quanto accade a Steve), riproporre in modo fittizio gli eventi bellici che li hanno portati alla celebrità, per pubblicizzare la vendita dei “war bond.”

Captain AmericaIn seguito, una volta acquisite le sue abilità super-eroiche, a Captain America verrà contrapposta una vera e propria nemesi. Il personaggio in questione è un criminale nazista chiamato Teschio Rosso (o Red Skull), interpretato da Hugo Weaving, capo di un’organizzazione interna alle SS, simile ad un culto teutonico, chiamato Hydra. Questo personaggio ha sperimentato in prima persona gli effetti del “siero del super-soldato” che, amplificandone i tratti negativi (perché si.) lo trasforma in un coplayer di Voldemort con un make-up un pò troppo rossiccio. L’accento tedesco di Weaving sembrerebbe (ovviamente non parliamo della versione doppiata) essere un “omaggio vocale” alla performance di Christoph Waltz in “Bastardi Senza Gloria” di Quentin Tarantino. La contrapposizione tra il Teschio Rosso e Captain America è sicuramente di forte impatto e gli scontri che ne derivano sono ben orchestrati in particolare sotto il punto di vista coreografico. La loro diatriba è abbellita da un alone composto dal contesto bellico/internazionale che contribuisce a dare un tocco di dramma in più al tutto.

Captain America

Benché il Teschio sia la classica nemesi proposta dall’universo cinematografico Marvel, egli porterà in modo efficace il protagonista all’epifania che lo trasformerà in un super-eroe anche a livello morale. Sarà proprio il culmine di questo percorso di crescita del personaggio a rendere il film, in modo rinfrescante (per gli standard di un “film sulle origini dell’eroe”), meno “salutare” di molti altri cine-comics, dando però una marcia in più al personaggio di Evans:

Il Capitano è un eroe non per le sue abilità, ma per la sua volontà.


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