[Recensione] Deadly Class Volume 5: La Giostra

0

Torna la King’s Dominion, tornano i suoi letali studenti in un quinto Volume pieno di omicidi, ninja, crucchi e inaspettatemente anche D&D.

Rick Remender e Wes Craig ci riportano in una scuola profondamente riformata dopo l’esame finale in cui hanno perso la vita Marcus Lopez e gli altri studenti del gruppo di Saya; Un nuovo anno infatti, il 1988, è alle porte per la scuola di assassini più letale al mondo, esso non solo sarà un anno cruciale per la nostra giovane assassina ninja ma anche nella realtà dei fatti storici è stato importantissimo e significativo. Tutti i nuovi protagonisti che fanno la loro comparsa in questo primo volume di un nuovo più ampio story arc rappresentano in un certo senso un retaggio degli anni 80, che stanno arrivando alla fine e con questo periodo abbandonato, anche le nuove “matricole” dovranno fare i conti con un mondo nuovo che li aspetta al di fuori. Facciamo la conoscenza di Quan, il Vietnamita che ce l’ha con tutti, dello spavaldo e irruente Helmut, tedesco fissato con D&D e con immagini di forza mascolina e della mite Zenzene.

Intanto Shabnam e il suo gruppo di giovani leader del corpo studentesco deve fare i conti con l’insicurezza del loro capo, con la diffidenza del maestro Lin che li ha usati come bestie assassine per i suoi giochi e con Saya, che ancora deve scoprire cosa hanno fatto durante le finali del precedente anno scolastico.

Remender come al solito fa un ottimo lavoro, lasciando prima in disparte il personaggio di Saya per concentrarsi sui nuovi arrivati fino a quando non la include nel mix, dando luogo ad incredibili scene ad alto contenuto di sangue e lame. L’autore qui conferma inoltre quanto il passato sia letale, passato che torna anche per la nostra giovane assassina per braccarla come nei numeri precedenti era stato per Marcus, Maria e gli altri del gruppo dei disadattati della King’s Dominion. Possiamo definire quindi lo stesso tempo passato come un protagonista della serie che si beffa dei personaggi, tornando ogni volta sempre più cattivo e assettato di sangue.

Craig dà un’altra ottima prova ai disegni, riuscendo con uno stile minimale e spigoloso a rendere benissimo l’azione e la frenesia dei vari momenti, siano essi scolastici o momenti d’azione e violenza cruda e selvaggia. Il disegnatore in questo quinto volume dimostra come dal 2014 sia migliorato tantissimo e abbia limato moltissimi difetti del suo tratto, che ora risulta perfettamente in linea con quello che i due autori stanno facendo su Deadly Class, ossia raccontare una serie ad alto tasso di assassinii, tradimenti e droghe. I colori, stavolta affidati a Boyd e Craig stesso, in parte sono ancora più decisi e repellenti. Ad esempio vi sono varie scene dove prevale il blu accompagnato dal bianco e altri colori freddi, per poi fare spazio a lunghe sequenze, dove il disegnatore gioca anche con la costruzione della tavola per aumentarne la dinamicità e dove colori dominanti sono il rosso e il giallo. Anche il nero e le penombre giocano un ruolo altrettanto importante: il numero #26 è un esempio di tale scelta, che devo dire gioca bene a favore della serie.

Questo quinto volume tra l’altro segna il terzo anno di pubblicazione della serie, che riesce a rinnovarsi cambiando un po’ il cast, mantenendo alcuni personaggi sempre in scena, più come antagonisti o comprimari in opposizione ai nuovi arrivati, ma sempre lì pronti a ricordarci di come al passato non si sfugga; persino il maestro Lin lo sa, è infatti evidente in questo volume come il vecchio preside risenta dell’incedere del tempo inesorabile e sappia quasi con matematica certezza che il suo “errore di giudizio” passato stia per tornare. Il finale non fa che confermare questa teoria, che prende sempre più piede nella mente del lettore quanto ha attecchito in quella del vecchio assassino.

Ora dopo quel finale, che vi assicuriamo non potrete mai immaginare, attendere il sesto volume sarà alquanto dura.