[Recensione] Doctor Who Christmas Special – Twice Upon a Time

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Doctor Who

L’universo non è come una favola. è un posto buio, spesso violento e certamente non gentile. I miracoli non accadono e nessuno fa mai del bene. Questo quantomeno di norma… ma può succedere, di tanto in tanto, che accada qualcosa di strano o di inusuale, che insomma accada una sorta di miracolo! Può succedere in oltre, che un Signore del Tempo, che per sua stessa natura va in contro al futuro e alla rigenerazione, decida, un pò per paura e un pò per stanchezza, di non rigenerarsi, di voler smettere di combattere, di voler smettere di essere il Dottore della guerra. Ogni tanto qualcosa del genere può succedere, e per la precisione è successo tutto ciò tra una notte di Natale di ormai 103 anni fa e la notte di Natale del 2017.

Twice Upon a Time, il tradizionale episodio natalizio di Doctor Who di quest’anno, segna l’addio alla serie tv da parte di Peter Capaldi e di Steven Moffat, rispettivamente dai panni del dodicesimo Dottore il primo e da Showrunner della serie il secondo. Moffat in particolare si è legato a Doctor Who dal 2005, anno nel quale cominciò a scrivere qualche episodio sotto la gestione di Russel T. Davies, per poi prendere le redini dello show nel 2010, quando divenne il nuovo showrunner. Viene da se dunque, che l’episodio nel quale due elementi così importanti devono congedarsi dai loro ruoli deve essere quanto più importante e maestoso possibile.

La puntata si apre a Ypres nel 1914, e l’attenzione si focalizza su due soldati, uno inglese e l’altro tedesco, bloccati in uno stallo all’interno di una buca nel terreno. Per qualche strana ragione però, un momento prima che i due si sparino, pur se controvoglia, il colpo che deciderà delle loro vite, il tempo si ferma e il soldato inglese si ritrova magicamente al Polo Sud. Nel frattempo un ferito primo Dottore, interpretato ancora una volta da David Bradley dopo An Adventure in Space and Time, arriva al Polo Sud col suo TARDIS dopo lo scontro con i terribili Cyberman avvenuto nell’episodio The Tenth Planet del 1966. Al Polo Sud però in quello stesso momento arriva anche il dodicesimo Dottore di Peter Capaldi, anch’egli gravemente ferito dopo lo scontro con i Cyberman e il Maestro avvenuto nell’episodio The Doctor Falls. I tre si incontrano e tra dialoghi ben scritti e situazioni recitate anche meglio, il gruppo arriva alla nave spaziale della Testimonianza, una sorta di intelligenza artificiale di Nuova Terra che preleva alcune personalità importanti nel momento della loro morte per copiarne i ricordi e farli così “vivere” in eterno.

L’episodio, magnifico lo diciamo già da subito, ruota su due elementi principali, ovvero i ricordi e la speranza, e affida questi due elementi della trama al personaggio di Bill Potts, che torna inaspettatamente ancora una volta nello show. Come già scritto sopra, più elementi dal passato più o meno recente di Doctor Who vengono mescolati in questo special. Nell’episodio, infatti, non mancheranno citazioni e riferimenti agli episodi con protagonista il primo Dottore, ma nemmeno a personaggi e pianeti visti durante le gestione Moffat.

La sceneggiatura ci regala un’intensa storia ciclica, di quelle che Moffat sa scrivere ad occhi chiusi, ricca di momenti emozionanti e memorabili. Grande attenzione è stata data poi ai dialoghi e ai monologhi. Gli incontri e gli addi e le confessioni dei due Dottori sono tutti scritti con grande cura e risultano assolutamente credibili.

Ottime le prestazioni di tutti gli attori coinvolti, da Mark Gatiss, interprete del soldato inglese di cui non vi riveliamo il nome, a Pearl Mackie di nuovo nei panni dell’adorabile Bill. Svettano su tutti però i due Dottori, entrambi eccezionali nel portare in scena due soldati spaventati e stanchi, giovani e vecchi in un modo tutto loro e del tutto fuori dal normale.  Di buona fattura anche tutti gli elementi più tecnici come fotografia, scenografie ed effetti speciali, ma era il minimo che ci si potesse aspettare da un’episodio così importante.

In definitiva, Twice Upon a Time è un’episodio maestoso e solenne, ricco di dettagli e particolari a cui i fan sono fortemente legati e che rende pienamente giustizia alla gestione di Moffat dello show e allo shakespeariano Dottore di Peter Capaldi. I fan dello show non potranno non amare quest’episodio e commuoversi durante lo speranzoso e teatrale momento della rigenerazione del dodicesimo Dottore.