[Recensione] Game Of Thrones S07e03 – “The Queen’s Justice”

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“In questo momento, tu io, Cersei e tutti gli altri,siamo solo bambini che giocano e si lamentano che le regole non sono giuste.”

Tanta, tantissima roba! Il terzo episodio della settima stagione di Game Of Thrones, The Queen’s Justice, è certamente l’episodio con più contenuti rispetto ai precedenti, ma siamo sicuri che sia anche il migliore? Durante questo terzo episodio, infatti, gli avvenimenti narrati sono tutti di vitale importanza per le storyline dei personaggi e sono inoltre tutti avvenimenti a lungo desiderati dal pubblico. Poche scene ma lunghe, pochi personaggi ma tutti di primo livello, questo è il modo nel quale gli sceneggiatori hanno deciso di impostare l’episodio.

Avendo ridotto al minimo (se non addirittura evitato, per certi casi) le location e le scene dei personaggi secondari, gli sceneggiatori fanno “spazio” e minuti alle principali location e ai dialoghi tra i veri e propri protagonisti della storia, che ritagliano inevitabilmente grandissima parte della puntata per loro stessi. Come già abbondantemente anticipato da trailer e anticipazioni infatti, in The Queen’s Justice assistiamo finalmente ad un evento atteso da anni dai fan di GOT. Stiamo parlando, ovviamente dell’incontro tra Jon Snow e Daenerys Targaryen. L’incontro dunque c’è, è ad inizio puntata ed è piuttosto freddo, così come freddi sono ancora i rapporti tra i due protagonisti, che si conoscono poco e nulla e che giustamente temono l’uno il potere e la saggezza dell’altro. Spetterà allora alla diplomazia e ai diplomatici piantare i paletti giusti a far sì che si possa intavolare una proficua discussione prima e alleanza poi tra i due sovrani.

Nel frattempo, a Grande InvernoSansa, dopo essersi fatta carico del comando affidatole dal fratellastro, scopre in se stessa una grande abilità in questo genere di cose e riceve una visita del tutto inaspettata. Dall’altro capo di Westeros, nel sud del continente, tra le vie di Approdo Del Re, Euron Greyjoy cavalca trionfante con al seguito i prigionieri e nemici della Corona, portati in dono alla Regina Cersei Lannister.

A nostro avviso, il principale pregio della puntata risiede nella grande capacità da parte degli sceneggiatori di riuscire per la prima volta ad elaborare e approfondire aspetti e situazioni di una singola location. Ci riferiamo in particolare alla location di Roccia Del Drago, dove l’incontro tra Jon e Daenerys fornisce l’opportunità di approfondire ancor di più i due protagonisti, ma anche di mettere in luce alcune importanti dinamiche che si vengono a creare tra i personaggi che interagiscono tra loro nel corso di un breve lasso di tempo. Melisandre, Varys, Ser Davos e sopratutto Tyrion, tutti loro svolgono ruoli fondamentali nello sviluppo della narrazione e ad ognuno è stato regalato un buon minutaggio, davvero un ottimo lavoro!

Tornando però alla domanda che ci siamo posti all’inizio, possiamo considerare quest’episodio come uno dei migliori episodi di GOT di sempre? La risposta è semplice, ed è assolutamente no, in quanto abbiamo assistito, nelle precedenti stagioni ad episodio magistralmente diretti e montati che ben sovrastano la quantità di eventi messa in scena quì con la qualità e la forza della narrativa. Allora mostrare tanti eventi importanti tutti insieme è un problema? Bhe… anche quì ci sentiamo di rispondere con un no. Non è un problema il fatto che ci siano adesso tanti eventi importanti da mostrare, anzi potremmo dire che è quasi inevitabile, il problema è riuscire a saperli dosare. Game Of Thrones è una serie, prima di romanzi e poi di episodi televisivi, che ha fatto della “lentezza” (concedeteci il termine) il suo marchio di fabbrica. George R.R. Martin, infatti, è bravissimo nel raccontare grandi storie a piccole dosi, riuscendo a mantenere sempre alto l’interesse del lettore, e arricchendo di volta in volta il racconto con dettagli nascosti tra i dialoghi dei personaggi. Adesso però la serie è in mano agli sceneggiatori di HBO dal momento che Martin non ha ancora ultimato i libri ai quali queste ultime stagioni si dovrebbero ispirare, ed evidentemente gli sceneggiatori sopracitati non sono abili quanto Martin nel raccontare questa storia, ma probabilmente in pochi lo sarebbero. Abituiamoci dunque, ad un GOT che d’ora in avanti sarà inevitabilmente più veloce è “scontato” rispetto a quello che siamo stati abituati a leggere e vedere in precedenza.

In definitiva, The Queen’s Justice è un buon episodio, che si distanzia dal classico stile narrativo usato in precedenza, ma che mantiene comunque pari dignità e qualità, pur essendo immediatamente differente.