[Biglietto da Visita] Il Miracolo – Niccolò Ammaniti sbarca in televisione

0
Il Miracolo

Questo Martedì ha debuttato su Sky Atlantic la nuova serie Originale Italiana “Il Miracolo“, creata da Niccolò Ammaniti e prodotta da Skyla cui prima stagione si compone di 8 episodi da 50 minuti l’una.

Dopo una retata nel nascondiglio di un boss dell’Ndrangheta, le forze dell’ordine trovano una misteriosa madonna che piange sangue senza fermarsi. Quest’ultima verrà nascosta a tutti dal Generale Giacomo Votta (Sergio Albelli), che istituirà una squadra fidata e contatterà il Primo Ministro, Fabrizio Pietromarchi (Guido Caprino), che si renderà presto conto dei pericoli che il ritrovamento può comportare in un’Italia che rischia di uscire dall’Unione Europea. In contemporanea alla storia della misteriosa madonna, seguiamo quella personale dei vari personaggi coinvolti, delle loro famiglie e di Padre Marcello (Tommaso Ragno), un sacerdote particolare.

Alla sceneggiatura troviamo Ammaniti, Stefano Bises, Francesca Marciano e Francesca Manieri. Dal punto di vista della scrittura ci troviamo di fronte ad un prodotto particolare, con una narrazione che risulta essere ampia e dedita a tratteggiare i personaggi ancor prima del mistero stesso. Quest’ultimo, pur assumendo rilevanza sin da subito, si manifesta anche sotto forma di minaccia esoterica, ricordando film del mistero e dell’orrore di altri tempi. L’introduzione al misterioso oggetto è breve, mentre più tempo è dedicato alle discussioni e ai dubbi dei protagonisti. Ci vengono presentati il Primo ministro e la moglie, la sua aiutante e un misterioso uomo, Marcello, che più avanti si rivelerà essere un prete amico di Pietromarchi. Il tempo che viene dedicato a tratteggiare i personaggi è necessario e di estrema importanza ai fini della narrazione, poiché è proprio nel momento in cui lo spettatore viene a conoscenza dei caratteri e delle storie dei personaggi che l’elemento estraneo arriva a colpire. In questo modo il più impercettibile cambiamento viene recepito attivamente dallo spettatore, che si trova così maggiormente coinvolto nella vicenda.

La regia, affidata ad Ammaniti, Francesco Munzi e Lucio Pellegrini, è incredibilmente curata in ogni minimo aspetto. Gli ambienti sono claustrofobici, incutono timore e riverenza nello spettatore, che in ogni momento della visione sente quasi una mano invisibile muoversi nell’ombra e seguire i protagonisti. Anche gli eventi mondani sono pervasi da quel senso opprimente e sinistro che si posa quasi delicatamente e inconsciamente in scena, non lasciando scampo a nessuno, come se quel “miracolo” non fosse altro che un’ennesima prova o una condanna a morte da cui non si può scappare. Ci si chiede se quell’oggetto stia giudicando, sia un avvertimento o solo un ennesimo caso inspiegabile. Ma per quanto possa esserlo, non è un caso che l’evento si sia verificato in Italia. Seppure la laicità dello stato viene affermata da più passi della costituzione, la religione trova un posto importante nella società Italiana tanto che spesso non può essere scissa dalla politica, questione evidente nei primi minuti quando la vicenda viene affidata ad una carica politica, quindi neutrale, e non ad una religiosa, ecclesiastica.

Il Miracolo nelle sue prime due puntate si dimostra una serie imponente, affascinante, diversa dalle solite produzioni Italiche. C’è molto di ciò che ha reso grande il cinema Italiano degli anni ’70 e ’80, dai richiami di certe inquadrature fino ad una scelta fotografica ben precisa. C’è un mistero, c’è la religione, c’è la tensione sessuale e la bellezza vuota degli ambienti mondani e politici della capitale, il tutto messo insieme, per ora, in maniera abile e interessante da vedere, ma anche dura e, soprattutto, terribilmente vera.