[Recensione] Lanterna Verde/Freccia Verde: Il Poliziotto e l’Anarchico

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Gli Anni 70 e il mondo del fumetto

Quando si parla di Lanterna Verde/Freccia Verde c’è da fare una premessa molto importante, tanto che viene fatta anche nella prefazione del DC Absolute uscito per Planeta (ricordate saltate pure le prefazioni, ma intanto vi perdete perle). Siamo negli anni 70, il fumetto è in continuo mutamento, i supereroi Marvel sono “appena” nati e la DC Comics produceva industrialmente storie spesso one shot con eroi improponibili oppure con Batman, sarà in questo clima che Dennis O’Neil e Neal Adams creeranno anzi ridefiniranno questi due eroi unendo due opposti accumunati dal colore dei loro sgargianti costumi (in linea col tempo) che funzionano benissimo, ossia Hal Jordan e Oliver Queen.

Pareva abbastanza sciocco incentrare una testata intera sulle avventure di due improbabili “amici” ma non fu così, sopratutto perché contro ogni scommessa l’idea piacque, all’inizio. Nelle intenzioni degli autori, Hal e Oliver avrebbero girato gli Stati Uniti alla ricerca dei vari “casi”, il loro obbiettivo era porre l’accento su questioni che fin ora veniva ignorate, come lo sfruttamento Edilizio, lo spaccio di droga, il sistema Giudiziario e anche la situazione degli Indiani D’America e il Razzismo.

Purtroppo come tutte le belle idee del periodo ebbe un successo immediato ma non duraturo, nessuno saprà mai come andrà ma dopo soli 13 numeri la testata chiude e le strade dei due si dividono per poi incontrarsi su altri albi della DC.

Ma cavolo se furono 13 numeri pieni di interessanti contenuti e comprimari!

Green Lantern Vol.1 #76 No Evil Shall Escape My Sight

Inizia qui la grande epopea di Dennis O’Neill e Neal Adams su Lanterna Verde/Freccia Verde, 24 pagine in cui Hal Jordan deve scontrarsi con la cruda realtà, il suo grido di battaglia, il suo “Nessun malvagio sfugga alla mia ronda.” urlato veemente e sempre con fermezza non ha più significato, anzi più che significato, non ha riscontro nel mondo moderno. LV ha sempre guardato al mondo, mai al piccolo, lui ha un settore non può occuparsi di un solo “quartiere” ma può la stessa terra essere considerata solo un “quartiere” nonostante la sua grandezza? O’Neill e Adams pongono Hal grazie alle parole dure e vere di Oliver Queen nella condizione di chiedersi se effettivamente lui stia portando giustizia, iniziano a fargli considerare l’esistenza dei bordi grigi nella giustizia. Questo numero non è solo l’inizio della serie ma qui il personaggio di Lanterna Verde inizia a subire delle modifiche che renderanno quindi ancora più giustificate molte direzioni e svolte drammatiche ed eroiche che prenderà nel futuro mentre Freccia Verde diventa un anarchico, un eroe per i deboli che con i suoi “gadget” non combatte solo il crimine ma aiuta la comunità. Si parte da un crimine di poco conto come un’aggressione e si inizia solo a scalfire la “lanterna” che è l’America.

Green Lantern Vol.1 #78-79 A Kind of Loving, a Way of Death!

Su questo numero non mi ci soffermerò più di tanto, ma è importante ricordare come FV, al tempo, fosse sul lastrico e quindi oltre alla sua professione di eroe l’unica cosa che lo tenesse ancora su era l’amore per Dinah Lance aka Black Canary, che qui viene usata come pretesto narrativo per raccontare in modo molto diretto il fascino da setta, qui non è Oliver a far rinsavire Hal, anzi è Hal a riportare il suo migliore amico alla dimensione da eroe che si era prefissato, facendogli capire che l’egoismo spesso porta a gesti estremi.

Abbiamo anche vari intermezzi che puntano a raccontare storie più intimiste e meno da guardare al quadro generale come “Anche un Immortale può Morire”, primo caso in cui un Guardiano di OA viene messo sotto processo per aver provato emozioni umane.

Green Lantern Vol.1 #85-86 Snowbirds Don’t Fly

Come dicevamo più su l’egoismo e la solitudine portano a gesti estremi e questo in parte si ricollega dunque agli avvenimento di “A Kind of Loving, A Way o Death”. Questa storia in due parti probabilmente è ricordata per due qualità principali, la prima, la cover esplicativa e famosissima oltre che ormai citata ovunque di Neal Adams e la seconda è che è stato uno dei primi fumetti a parlare di abuso di droghe in giovani ragazzi. O’Neill e Adams era in prima linea in quegli anni per combattere questo fenomeno e lo fecero spesso con la penna e la matita, dovevano far conoscere il problema, non solo condannarlo, per questo “I Drogati non volano” è una delle storie più importanti mai apparse su un fumetto Americano ma anche uno dei momenti più neri della vita di Oliver Queen e Roy Harper.

FV ormai lontano da Star City da abbastanza tempo vi fa ritorno trovandosi un Roy che apparentemente lo accoglie, ma in realtà sotto, lo odia, lo trova egoista e si sente abbandonato, questi sentimenti saranno notati da Hal Jordan che sa bene cosa vuol dire perdere una figura paterna e nonostante Roy l’abbia ancora è anche peggio quando senti di venire ignorato. Questi sentimenti, espressi benissimo in un dialogo all’interno del numero #86 riassumono perfettamente la condizione di molti ragazzi di quell’epoca e di ora che si sentono traditi e abbandonati e trovato conforto nello sballo (volo) che la droga gli produce.

Dunque siamo di fronte ad una storia di ristabilimento della persona e denuncia sociale oltre che di una delle mazzate psicologiche mai date ad un lettore di fumetti in quel periodo.

Arriviamo dunque poi ai numeri conclusivi, i meno ricordati nell’immaginario collettivo ma da non scordare, che vedono Oliver superare una crisi esistenziale, What Can One Man do?” è sopratutto un numero profondo ma anche una sorta di continuo della strada intrapresa dall’arciere di Smeraldo verso la completa definizione del suo essere un uomo, percorso iniziato con la tragica storia di Roy Harper. Sempre in questa conclusione Hal incontra John Stewart, la seconda LV del settore 2814, e qui anche la LV più anziana impara una lezione, impara che come poliziotto la linea grigia è scomoda, ma porsi in quella spesso permette di vedere il quadro dell’insieme.

Ho parlato per tanto eppure ho scalfito solo parte della superficie di questa magistrale opera, sicuramente la presenza di temi come il razzismo, la delicata situazione degli Indiani e anche la droga furono un incentivo non da poco a spingere la casa editrice a troncare la serie, perché si, si parla di basse vendite, ma il successo praticamente immediato che ha avuto la serie nelle successive ristampe e proposte può essere stato veramente causato dal cambio dei tempi? Gli stessi Marv Wolfman e George Perez trattarono di nuovo gli argomenti qui scalfiti in modo approfondito sulla loro serie dei Giovani Titani con un successo ben maggiore, sta di fatto che rimarremo comunque con una serie grandiosa e che ha fatto storia, vendite o non vendite, quindi se non avete ancora recuperato questa opera affrettatevi perché di storie come queste ce n’è sempre bisogno.