[Recensione] Made in Abyss #2 – Le prime ombre dell’Abisso

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Dopo un inizio ricco di informazioni il secondo volume di Made in Abyss comincia a lasciar trasparire quale sia veramente la natura dell’Abisso.e come esso influenzi le persone che ci vivono a stretto contatto.

L’Abisso è l’ultimo luogo inesplorato del mondo, abitato da strane e bizzarre creature, custode di misteri da tempo dimenticati, e dal quale generazioni di intrepidi “cercatori” estraggono reliquie tecnologiche che garantiscono prosperità alla città di Orth, costruita sul bordo dell’Abisso stesso. Solo i Fischietti Bianchi, tuttavia, possiedono i le capacità necessarie per addentrarsi nei suoi meandri più reconditi.

Nel primo volume abbiamo una visione potente e estremamente vivida della città di Orth e della protagonista Riko, ragazzina cresciuta in un orfanotrofio, dove i giovani vengono addestrati per diventare futuri cercatori dell’Abisso. la ragazzina ambisce a raggiungere ed eguagliare i successi della madre. Il secondo personaggio principale è Reg, un giovane con arti robotici nel quale Riko si imbatte, in maniera rocambolesca, durante un’esplorazione nel primo strato dell’Abisso per poter salire di grado. Reg però, dopo aver salvato Riko, giace svenuto e privo di sensi motivo per cui, dopo diversi tentativi finiti in nulla, verrà bruscamente risvegliato mediante una potente scarica elettrica che sembra aver il difetto di cancellargli quasi completamente la memoria. Grazie ad un piano raffazzonato Reg entra nell’orfanotrofio come aspirante cercatore dell’Abisso e i mesi passano finché improvvisamente una sonda non riporta dall’abisso notizie inattese. Lyza, madre di Riko, era scomparsa e creduta morta, ma questi ultimi ritrovamenti gettano confusione sulla giovane Riko, soprattutto la misteriosa e enigmatica lettera “In fondo all’Abisso attendo” che Riko interpreta come un messaggio della madre per se. In brevissimo tempo Riko decide di prepararsi e partire per quello che è a tutti gli effetti un viaggio dal quale non può esserci ritorno, e informai suoi amici più stretti di questa sua decisione. Nat si oppone fermamente provando a dissuadere Riko, anche con parole dure, ma sortendo l’effetto opposto. Decide quindi, anche se contrario, di guidare Reg e Riko fino al punto migliore per iniziare la loro discesa così da poterle dire addio.

In questo secondo volume Riko e Reg continueranno la loro discesa in una corsa contro il tempo per raggiungere il secondo strato prima di essere riportati indietro dalla squadra di ricerca capeggiata da Habolg e Jiruo. Tale vicenda procede molto velocemente e l’autore preferisce focalizzarsi sull’ambiente, le insidie e nuove problematiche di natura etica. I Paesaggi dell’Abisso sono maestosi, e stridono molto con l’idea che potremmo farci di un’enorme voragine, mostrandosi verdi e lussureggianti di vegetazione. La transizione al Secondo Strato è visibile per un cambio di tratti e anche di colori, c’è molta più oscurità ed ombre, come ad anticipare il grado crescente di tensione e pericoli che i due protagonisti dovranno affrontare.

Importantissima e centrale sarà l’incontro alla base d’osservazione con Ozen l’Inamovibile, famoso Fischietto Bianco, che possiede un legame molto particolare con Riko e Lyza. Ozen si presenta come un personaggio complesso e molto ambiguo nel corso del volume principalmente a causa della sua mancanza di tatto, al punto da essere brutalmente sincera nella risposte e quasi provocatoria. Inoltre diversi particolari della sua persona mettono inquietudine, la statura imponente, gli occhi neri opachi e il modo innaturale in cui a volte si piega in avanti per parlare al proprio interlocutore. Queste sue caratteristiche fanno si che la tensione cresca in maniera costante fino a gettare chiarezza sulle reali intenzioni di Ozen, sfociando in uno scontro diretto con Riko e Reg.

Tuttavia l’unico modo in cui si può veramente tentare di comprendere le motivazioni una persona così imperscrutabile quale è l’Inamovibile non è ascoltando le sue parole, ma vedendo il suo passato, che è anche come si chiude questo volume: con un flashback dei principali avvenimenti riguardanti Ozen e Lyza. In pochissime pagine si scalano vette emotive immense passando da situazioni liete e gioiose a tragedie molto intime e potenti.

Tutti i personaggi che compaiono in scena risultano egregiamente caratterizzati e ottimamente sviluppati dal punto di vista psicologico, soprattutto i protagonisti. Riko, ad esempio, è “solo” una dodicenne, che però dimostra una capacità di adattamento e una resilienza mentale insolite per la sua età, senza che ciò vada ad intaccare la sua credibilità come personaggio.  Ha un estrema carica positiva, anche se questo la porta a fidarsi troppo delle persone che incontra. Contrapposta a Riko, i cui obiettivi e le motivazioni sono rivolti verso il futuro, troviamo Reg, un personaggio il cui fulcro si trova in un nebuloso passato che viene svelato progressivamente. Egli, oltre ad avere un corpo molto particolare e innaturalmente resistente, è dotato di un forte senso di ciò che è giusto e sbagliato, e ricopre la funzione di “osservatore esterno” poiché è maggiormente allineato con la nostra scala di valori, offrendoci spesso spunti di riflessione. Se Riko è il cervello del gruppo indubbiamente Reg è il corpo, entrambi saranno indispensabili l’un l’altro per sopravvivere durante la lunga discesa negli strati più profondi dell’Abisso, anche se al momento attuale non sembrano ancora del tutto preparati al viaggio che li aspetta.

Dal punto di vista stilistico, Made in Abyss risulta atipico: si può apprezzare un’insolita combinazione di tratti a matita e sfondi acquerellati, che rendono ogni tavola più simile ad un’illustrazione che alla pagina di un manga nel senso stretto del termine. Per quanto riguarda i dialoghi e la composizione delle pagine, invece, inizialmente si alternano una struttura tipica e classica che viene sostituita da composizioni più complesse e dinamiche, quali riquadri asimmetrici, funzionali all’illustrazione degli eventi. La narrazione risulta dunque densa di contenuti visivi che, tuttavia, non ne compromettono la fluidità, anzi ci introducono gradualmente al mondo dell’Abisso. Ulteriore nota positiva è l’occasionale inserimento a fine volume, da parte dell’autore, di appendici contenenti informazioni aggiuntive su fauna, flora e artefatti tecnologici.

Per ciò che concerne l’ambientazione, questa rientra nei canoni del dieselpunk, nonostante talvolta venga erroneamente definita fantasy: le tecnologie e le reliquie di un’epoca da tempo trascorsa alludono a ben precisi elementi di quell’immaginario collettivo, soprattutto vista l’assenza di magia. Il tratto e la narrazione forniscono una pletora di dettagli, che lasciano, tuttavia, un alone di mistero. Ci si ritrova in un mondo vivo, dinamico, di cui si possono cogliere scorci nuovi che lo rendono sempre più interessante, senza, tuttavia, apparire come un’artificiosa forzatura.

Non va dimenticato, però, che quest’opera è un seinen e tratta tematiche complesse e mature che vengono introdotte in maniera magistrale oltre che con il parlato, anche tramite spunti visivi. Abbiamo infatti l’impressione che ci sia sempre qualcosa di “non detto” e “fuori posto”, e viene lasciato intuire che i valori morali del mondo narrato apparentemente siano paragonabili a quelli del lettore, ma se ne discostino profondamente. Il mondo in cui sono narrate le vicende presenta una realtà estremamente complessa, sinistra e talvolta inquietante che inizia ad intravedersi solo alla fine di questo volume.

Si accennava alla vastità di tematiche presenti: esse risultano sempre affrontate in maniera pertinente e con la dovuta gravità. Ci si imbatte infatti non solo nell’esplorazione e nella scoperta scientifica, ma si riflette anche su diversi dilemmi: l’ineluttabilità della morte, la religione e l’aldilà. Anche se queste riflessioni sono sempre lasciate volutamente incomplete  facendo si che sia il lettore a riempire i vuoti con i suoi ragionamenti.

Il manga in Italia è edito da J-Pop al costo di 7,90 euro con sovraccoperta ed è uscito il 31 Maggio


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