[Recensione] Mine di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro – L'attesa del soldato

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Mine

Mine è un film del 2016 di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, con protagonista unico Armie Hammer. Il film è una produzione Italia-Stati Uniti D’America-Spagna ed è anche il debutto del duo Fabio&Fabio sul grande schermo.
La pellicola segue due Marines degli Stati Uniti, Mike Stevens (Armie Hammer) e Tommy Madison (Tom Cullen), che dopo un’operazione finita male si trovano bloccati in un campo di mine; Tommy finirà su una di queste perdendo le gambe e in seguito si sparerà per il dolore, lasciando Mike da solo ad attendere gli aiuti dal campo base che non arriveranno prima di due giorni a causa di una tempesta di sabbia in arrivo. Il marine dovrà resistere quindi alle intemperie, ai pericoli della notte e anche al sonno, che se lo coglie potrebbe fargli perdere l’equilibrio e così facendo porterebbe la mina ad esplodere.
Per quanto la storia e la sceneggiatura siano di Fabio&Fabio, è inevitabile che dato il protagonista e l’ambientazione non si facciano dei confronti con i war movie americani come Black Hawk Down o ancora The Hurt Locker, sopratutto per i dialoghi e per l’ambientazione della pellicola, il medioriente. Dal punto di vista dei dialoghi, sopratutto quando a parlare è Hammer e non gli “altri” personaggi che appaiono nella pellicola che potrebbero essere o non essere illusioni date dalla sete e dal caldo al marine Stevens, hanno tutta la filippica che ci si aspetterebbe da un personaggio come quello, forse in questo si poteva decisamente osare di più, ma che non fanno risultare il film pesante quanto più figlio di un’altra patria. La struttura del film è decisamente atipica anche per il genere, i momenti di stanchezza sono pochissimi e più che altro derivano da un continuo far rimbalzare lo spettatore da visioni e sogni di Mike a flashback sia con protagonista il soldato sia riguardanti altri personaggi come il misterioso viandante che vediamo verso la parte centrale della pellicola. Non mancano riflessioni del personaggi di Hammer sulla sua vita, nonostante infatti, il personaggio sia da solo nel deserto tra le visioni e il viandante non lo vediamo mai solo, tanto che sono proprio quei momenti dove la stanchezza lo colpisce, dove rischia di fare un passo falso e lasciarci definitivamente la pelle, sono quelli i momenti che spesso poi danno luogo a riflessioni e flashback che ci fanno capire quanto la mina su cui Mike è bloccato sia solo il pretesto per raccontare ben altro.

La regia nel delineare la figura del soldato Stevens è essenziale, spesso nei war movie si parla troppo o troppo poco, non lasciando sviluppare i personaggi o le tematiche in questo Mine, Fabio&Fabio riescono a far parlare le azioni e le inquadrature, un modo di fare cinema che non si vede spesso e che lascia alla macchina da presa il compito di raccontare i personaggi e le loro scelte non a dei dialoghi o a delle voci fuori campo. Vi è una precisione quasi maniacale nella costruzione dell’inquadratura, Hammer è sempre il punto di riferimento all’interno della scena ed allo stesso ci fornisce il punto di vista all’interno della storia, infatti, prima che lui veda qualcosa noi spettatori ne siamo all’oscuro, è lui che ci guida attraverso il deserto e questo spesso ci porta a dubitare di quello che vediamo.
Il film presenta anche una grandissima cura degli effetti speciali, i due registi, che hanno fatto tutta la gavetta da tecnici degli effetti si occupano anche del comparto più tecnico, seguendo la loro creatura anche in quella parte del processo produttivo e lasciandola sola solo quando vi è da occuparsi di fotografia, musiche e scenografie, nemmeno in sala di montaggio o nella stessa fase di preparazione dei trailer. Chi lavora nell’ambito sa bene quanto sia difficile riuscire a far amalgamare i personaggi con la computer grafica e non sempre le luci o la fotografia aiutano i tecnici, eppure quei pochi che sono qui presenti, come la tempesta di sabbia, una vera sfida per molti prodotti di genere sembra reale e minacciosa tanto quanto lo sono certe visioni nella notte.
Mine è un film che dimostra che l’Italia sa andare ben oltre il genere poliziesco e la commedia e che ha tanti giovani talentuosi che hanno una loro visione e hanno appreso anche da altre scuole di cinema ma che non dimenticano la loro Italianità, per apprezzare Mine non serve un’ampia cultura quanto più la voglia di approcciarsi ad un film ibrido che riesce ad essere se non sorprendente nelle svolte di trama, almeno sa riservare delle sorprese nell’uso dell’ambiente esterno come una gabbia e che vanta un interprete d’eccezione che regge gran parte della pellicola da solo.


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