Vi avevamo già parlato del Volume 1 di Nailbiter di Joshua Williamson e Mike Henderson e ora in attesa dell’uscita del Terzo Volume della serie, vogliamo placare la vostra sete di sangue e serial killer con la recensione del Secondo Volume.
Il volume 2 contiene i numeri #6-10 della serie Americana pubblicata per Image Comics e che prende spunto dai casi di cronaca più famosi ed efferati ,dall’immaginario collettivo di film e serie tv thriller con protagonisti i cosiddetti serial killer , ma anche da altri fumetti, ospite d’onore di questo secondo volume sarà lo scrittore Brian Michael Bendis, famoso scrittore della Marvel e che ha una certa affinità con il crime.
Se il primo volume della serie ci aveva presentato tantissime somiglianze con il thriller alla Silenzio degli Innocenti,Se7en e compagnia impostando la narrazione come fosse un thriller ad alto contenuto di azione, questo secondo volume ci fa confrontare con un altro tipo di incubo e di thriller, quello psicologico e subdolo, dove il male si insinua nella vita di tutti i giorni di un qualsiasi uomo e lo porta sulla strada della perdizione , tipico delle pellicole di John Carpenter o David Cronenberg.
Gli insetti e le figure decadenti fanno da protagoniste in questo secondo volume. Iniziamo con una madre disperata che ha perso qualcosa e sta per far perdere la sua stessa creatura che porta in grembo, per poi incontrare la figura di un reverendo bigotto e con la faccia come il culo, poi ovviamente ci sarà anche la malvagità papabile che invade tutta la città dal sottosuolo e trasforma persone buone in mostri, che l’unica loro colpa è di non essere riusciti a vederla in tempo.
Williamson continua il buon lavoro di caratterizzazione dei personaggi iniziata nel volume 1, dando più spazio ad Alice e allo sceriffo Crane, delineando sempre di più dei personaggi femminili forti ma con segreti oscuri o dubbi. Edward “Mangiaunghie” Warren diventa sempre di più un personaggio con vari sfumature non solo un efferato killer e uno psicopatico abile a nascondere la sua natura, il personaggio che però rimane più statico nella caratterizzazione è l’agente Finch. Finch risulta il tipico duro Carpenteriano che ha un passato oscuro e che si trova bene tra i mostri, ma li ripugna cercando allo stesso tempo di non considerarsi lui stesso un mostro, ma sa bene che non potrà reggere la farsa a lungo.

All’interno del capitolo con protagonista Bendis assistiamo anche ad un’interessante monologo di Edward che si rivela ulteriormente per qualcuno ben più che solamente informato dei fatti e una figura molto “maledetta” e quindi più interessante da vedere all’opera.
Henderson invece qui utilizza uno stile e dei colori molto più scuri e saturi di nero, per rendere l’oscurità montante nel sottosuolo della cittadini di Buckaroo. Rispetto al volume 1 l’efferatezza delle scene è minore per lasciare posto a visioni inquietanti e insetti schifosi che bucano le pagine.
Il titolo di questo secondo volume è chiaramente una citazione alla colpa della cittadina perché tutti chi più chi meno ha collaborato alla nascita dei vari macellaia di Buckaroo e quindi ha le mani sporche del sangue delle loro vittime.
Chi ha apprezzato il volume 1 si troverà un secondo volume molto più interessante e ricco di avvenimenti oltre che inquietanti retroscena sulla cittadina e sui suoi abitanti è quindi consigliato anche in questo che come al solito ci viene proposto da saldaPress in un brossurato al costo di 14,90€ , con cover gallery e una back up molto divertente e inquietante sul Mangiaunghie.