[Recensione] Non è te che aspettavo – Un papà e la sua bambina che da danti baci

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Non è te che aspettavo

Avete mai immaginato seriamente di rimanere coinvolti in un’incidente automobilistico ogni volta che prendete la macchina? Avete mai immaginato di prendere il tumore ai polmoni o al pancreas ogni volta che accendete una sigaretta? E dite, avete mai immaginato seriamente di poter avere un figlio disabile o malato quando pensate ad un vostro futuro figlio? La maggior parte delle persone non pensa mai alla possibilità più che concreta, che il pericolo e il dolore possano essere parte della loro vita. Come se fossimo assuefatti da un senso di invincibilità adolescenziale che ci accompagna per tutta la vita, cerchiamo inconsciamente di pensare sempre che il male non possa toccarci, che quelle cose brutte accadranno sempre e solo agli altri. D’altronde noi siamo i protagonisti della nostra vita, non possiamo essere colpiti.

Non è te che aspettavo di Fabien Toulmé è un romanzo a fumetti che racconta l’esatto opposto di quanto detto sopra. La vicenda autobiografica dell’autore narra della nascita e dei primi anni di vita di Julia, secondogenita di Fabien e portatrice di Trisomia 21, altrimenti nota come Sindrome di Down. Il fumetto esce in tutta Italia il 25 Gennaio sotto l’etichetta Bao Pubblishing.

Fabien è un ingegnere civile con due passioni nella vita: i fumetti e i viaggi, e per gran parte della sua vita riesce a coniugare il suo lavoro con la sua passione per il viaggiare, lavorando in alcuni dei luoghi più affascinanti del pianeta come l’Africa e il Sud America. In particolare, in Brasile, Fabien incontra e sposa Patricia. Dal loro amore nascono Louise e Julia. La nascita di Julia è il fulcro centrale del romanzo e della vita dell’autore stesso. Julia infatti è affetta da sindrome di Down e l’autore ammette subito, con molta sincerità e poeticità, che non era la figlia che si aspettava, non era la figlia che immaginava quando fantasticava sul nome che avrebbe avuto la bambina una volta al mondo. La parte però più intensa ed emozionante del romanzo, nonché la più densa di pagine, è anche la parte più importante, immaginiamo, della storia di Fabien e di tanti altri genitori nella sua stessa situazione, ovvero la fase successiva a quella del rifiuto, della paura e dello sconforto: la fase dell’accettazione. L’accettazione di Fabien, ovviamente non avviene tramite forzate situazioni e avvicinamenti, ma più semplicemente tramite il lento e graduale affezionarsi ed innamorarsi di un padre ad una figlia, a prescindere da chi sia o da cosa lei sia affetta. L’amore che si sviluppa, a poco a poco nelle pagine del romanzo, tra mille difficoltà e mille problemi, tra Fabien e la piccola Julia è qualcosa di talmente semplice e naturale da risultare quasi speciale.

Da un punto di vista più prettamente critico nei confronti del romanzo, la cosa che appare più straordinaria è la delicatezza con la quale l’autore permette al lettore di entrare nella sua vita. Chiaramente, come già riportato in precedenza, la vicenda narrata è commovente e straziante in più momenti, ma ciò che permette davvero lo scaturire di forti emozioni durante la lettura è causato anche e sopratutto dalla spontaneità e sincerità di una narrazione pulita e cordiale, come se l’autore e il lettore si conoscessero già da tempo e stessero l’uno a raccontare delle sue vicende all’altro durante una qualunque conversazione. Questa dinamica, a nostro modo di vedere, permettere un racconto sincero ed emozionante, che riesce ad avvicinare il lettore e renderlo partecipe di sensazioni particolarissime, che mischiano grande dolore e grande felicità.

Per quanto riguarda il lato grafico invece, il fumetto è tanto ordinato quanto pieno di colori, come se fossimo di fronte ad un libro per bambini (e magari era proprio quella l’intenzione dell’autore). I singoli capitoli, sono tutti colorati con diverse sfumature di uno stesso colore e i disegni che li illustrano sono semplici ma efficaci, mai troppo buffi e fuori contesto, ma allo stesso tempo mai troppo seri e composti.

In definitiva, Non è te che aspettavo è un fumetto sincero ed emozionante, che pur non avendolo come scopo principale, sensibilizza i lettori circa il tema degli handicap, ed in particolare sui bambini portatori di handicap, e lo fa raccontando una storia vera che all’inizio ha il sapore di un grande dramma, ma che alla fine riesce a riempire il cuore dei lettori grazie al naturale e semplice amore di un padre nei confronti di sua figlia, e, siamo sicuri, anche di quest’ultima nei confronti del padre.