[Recensione] Predator: Life and Death di Dan Abnett e Brian Albert Thies

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Mancano ormai pochi giorni all’uscita del nuovo film dedicato a Predator, questa volta con Shane Black alla regia, e di cui vi parleremo sicuramente nei prossimi giorni. Come antipasto, vi abbiamo già parlato nelle settimane passate del volume cartonato Predator 30th pubblicato da Saldapress e che raccoglie tre capitoli, scritti da Mark Verhaiden e disegnati da Chris Warner (ospite proprio in questi giorni dell’editore italiano durante la fiera di Romics) dopo l’uscita del primo e iconico film dedicato al cacciatore di taglie spaziale. Come già fatto con Alien, l’editore italiano continua a stuzzicarci il palato pubblicando anche la serie in brossurati che si pone come ideale continuazione di Fire and Stone, ovvero Predator: Life and Death.

PREDATORCome detto poco sopra, la serie Life and Death si colloca con in maniera ben precisa nella cronologia dei film e dei fumetti dell’Alienverse, partendo infatti ad un anno di distanza da Aliens e a 43 anni dalla fine di Fire and Stone. In maniera non dissimile a come iniziava la pellicola originale di John McTiernan, la serie si apre con un drappello di soldati, reclutati dalla Weyland-Yutani per accompagnare un rappresentante dell’azienda nell’acquisizione di un nuovo pianeta, pronto per essere terraformato e colonizzato. Questi potrebbe essere però già stato raggiunto da una concorrente con l’intenzione di depredarlo prima che entri ufficialmente a far parte dell’iniziativa Nuovi Mondi che Weyland sta portando avanti. Una volta approdati, il capitano Paget e i suoi uomini si rendono subito conto non solo che il pianeta è già stato raggiunto dalla concorrenza, ma che questa è stata letteralmente spazzata via. Lo scontro con i Predator diventa dunque inevitabile, ma sembra che gli Yautja indigeni stiano proteggendo una misteriosa nave spaziale dalla natura abbastanza familiare…

Mutuando un termine direttamente dal mondo delle serie televisive, questa nuova “stagione” dell’universo espanso di Alien parte a piccoli passi, presentando quelli che probabilmente saranno i nuovi protagonisti della serie, senza anticipare nulla, fino alla sua conclusione che getta un’ombra su di loro e i cui risvolti, ce lo auguriamo, saranno molto più entusiasmanti di questo esordio. C’è tanta azione: Dan Abnett, lo sceneggiatore di questa prima “puntata”, mette in scena alcuni combattimenti ed inseguimenti che sembrano in qualche modo citare le schermaglie di Aliens, dando ovviamente molto spazio ai Predator per tendere imboscate e scatenarsi in mattanze, le cui spese, ovviamente, le faranno i poveri malcapitati. Quello che possiamo aspettarci è che vedremo senza dubbio tornare in scena tutti quelli che sono gli elementi che compongono la mitologia dell’Alienverse. Anche dal punto da vista grafico, il volume si rivela un prodotto senza infamia e senza lode: va però reso merito all’artista Brian Albert Thies di aver dato vita a dei Predator brutali, ferali, e non solo per via delle loro azioni, ma sopratutto proprio per via della loro resa grafica, merito dello stile aguzzo e grezzo del disegnatore.
PREDATOR
Tutte le grandi cose hanno dei piccoli inizi“, recita un personaggio di Prometheus, ed è una massima che potremmo applicare per questo contesto: Predator: Life and Death è il primo passo di un nuovo viaggio, un percorso che ci accompagnerà nei prossimi mesi e che ci riporterà nel mondo di Alien ancora una volta. Sarebbe troppo affrettato dare un giudizio definitivo, trattandosi comunque di un titolo che si lascia leggere tranquillamente e di cui non vediamo l’ora di avere tra le mani il seguito!