[Recensione] Revenge di Coralie Fargeat – La storia di una sopravvissuta

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Revenge

Revenge è un film del 2017, diretto da Coralie Fargeat ed è una nuova spinta sul genere del revenge movie tanto popolare in Francia e Canada.
Il film arriva da noi un’anno dopo la presentazione al Toronto International Film Festival grazie a Midnight Factory, che si prende l’incombenza nuovamente di portare in Italia un piccolo gioiellino rimasto senza distribuzione fin ora. Il film come tanti distribuiti dall’etichetta di Koch Media è stato vincitore del premio per la miglior regia a Coralie Fargeat nel 2017 allo Stiges.
La pellicola segue Jen (Matilda Lutz), una ragazza Americana che ha una relazione con il milionario Francese Richard (Kevin Janssens); I due dopo un’intera giornata presso la villa di lui nel deserto sono tranquilli fino a quando a sorpresa arrivano i due amici di Richard, Stan (Vincent Colombe) e Dimitri (Guillaume Bouchède), che così scoprono di Jen. Dopo una notte passata tra i fumi dell’alcol e della droga la situazione degenera con Stan che abusa di Jen e Richard si trova costretto ad uccidere Jen quando rifiuta i soldi. La ragazza sopravvivrà al tentativo d’omicidio del suo amante e così i tre saranno costretti a darle la caccia nel deserto per evitare che la situazione possa prendere una piega ancora più criminale.
La trama non è nulla di nuovo per il genere, una ragazza tradita e lasciata a morire torna a vendicarsi dei suoi aguzzini con una ferocia inaudita, ma quello che effettivamente fa molto è l’ambientazione. Il deserto è un’ambientazione inusuale per questo tipo di pellicole che preferiscono di solito giocare sull’horror puro chiudendo i personaggi in spazi angusti o soffocanti come le città, ma funziona dando modo alla protagonista di avere più punti per nascondersi e non pianificare la sua prossima mossa quanto più riprendersi dai colpi subiti. Jen non è una combattente, è una sopravvissuta, questo pare evidente dai primi attimi in cui la ragazza “Ritorna” alla vita, quando fa di tutto per riuscire a non combattere ma sopravvivere e pensare a cosa fare dopo, ma non ha prettamente in mente la vendetta, ma bensì la voglia di scappare, ma per farlo dovrà affrontare i suoi aguzzini.
La Fargeat al suo primo lungometraggio dimostra di avere una mano salda sulla macchina riuscendo a creare delle intense e sanguinolente, ma anche molto chiare scene d’azione che tengono sempre lo spettatore teso quanto la protagonista stessa. Gli spazi ampi e vuoti danno un’ulteriore senso di spaesamento e trappola alla protagonista, che si muove in queste ampie distese di sassi, sabbia e precipizi. La camera non si sposta mai troppo dai personaggi per farti percepire la tensione attraverso i volti e le movenze, persino gli stessi cacciatori sono spaesati e non riescono a capire come fa una ragazza, sopravvissuta per miracolo e con l’aiuto da qualche droga a tenergli testa.
Se c’è qualcosa nella pellicola che non convince appieno probabilmente sono le musiche, non vi è stata una cura così maniacale quanto nella regia e nella fotografia a livello musicale, riutilizzando spesso lo stesso tema che ricorre spesso e ad un certo punto potrebbe stancare, per fortuna che alcune volte viene in aiuto musica sulla scena come dall’ipod della ragazza o della televisione.
Revenge è un film che per la sua durata è molto pieno e ritrae una donna combattiva cerca di sopravvivere e non far sopraffare dall’uomo che credeva di amare, diventato il villain del film con una rapida tanto inquietante quanto propizia per dimostrare la condizione da sociopatico nascosto di Richard, che emergerà con il dipanarsi della pellicola. Sicuramente chi ha apprezzato film come Julia (2014) non può non trovare questo film adatto, sopratutto per la tensione e la maestria con cui la regista riesce con una trama così flebile a raccontare una storia completa fatta da pochissimi dialoghi e tanta azione e gore.