[Recensione] Star Trek: Discovery 1×15 – Mi prenderai per mano?

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Star Trek: Discovery 1x15

Siamo arrivati finalmente arrivati alla puntata finale della prima stagione di Star Trek: Discovery, finale che come da promesse chiude le trame, giustifica l’intero contesto e promette una nuova Federazione.

Philippa Georgiou (Michelle Yeoh) guida una squadra composta da Michael Burnham (Sonequa Martin Green), Sylvia Tilly (Mary Wiseman) e Ash Tyler (Shazad Latiff) su Qo’Nos, il pianeta natale dei Klingon. La missione assegnatali dall’ammiraglio Cornwell, consiste nel piazzare un drone nel sottosuolo del pianeta per attaccare i punti strategici e militari dell’Impero, almeno in superficie; infatti Georgiou ha concordato con l’ammiraglio e Sarek (James Frain) che l’unico modo per vincere la guerra è fare una scelta drastica, ossia distruggere l’intero pianeta. Burnham, dopo che Tilly l’ha avvertita del pericolo decide di provare un’alternativa, ossia stipulare una sorta di “Pace” tra la Federazione e l’Impero Klingon, usando L’Rell (Mary Chieffio). Burnham con l’aiuto di un Ash Tyler che finalmente ha preso coscienza della sua natura e l’ha accettata convincerà la Klingon a prendere il controllo dell’impero minacciando i casati di far detonare la bomba piazzata dalla Federazione nei vulcani del pianeta e mantiene la sua promessa di lasciare andare l’imperatrice Georgiou, che capiamo così tornerà in qualche modo. La puntata si chiude con la definizione di un nuovo status quo, ossia Tyler al fianco di L’Rell mentre Burnham viene reintegrata nella flotta stellare come Comandante e ufficiale scientifico della USS Discovery e recita davanti al pubblico e all’intero comando della flotta stellare il credo su cui baserà la sua vita d’ora in poi e che ben si confà alla federazione che abbiamo sempre conosciuto e amato. La prima missione della Discovery non è nemmeno iniziata che subito in rotta verso Vulcano vengono contatti dalla Nave della flotta Stellare classe Constitution, NCC-1701 capitanata dal Capitano Pike, che richiede aiuto.

Sembrava impossibile, eppure ce l’hanno fatta, gli sceneggiatori di Star Trek: Discovery sono riusciti dopo una stagione in cui abbiamo visto una Federazione dei Pianeti Uniti molto diversa da quella che siamo abituati a conoscere, farci trovare una Federazione Unita, più pacifica e pronta ad intraprendere con coraggio la missione principale, ossia “esplorare l’universo alla scoperta di nuovi e strani mondi”.

Inoltre sono riusciti a fare quello che speravo e volevo non facessero ossia redimere agli occhi dell’equipaggio e degli spettatori, l’imperatore Georgiou che ne esce come un personaggio certamente molto più complesso e figlio del suo universo, ma che possibilmente potrebbe portare risvolti futuri interessanti.

Sarà dunque interessante vedere come la situazione si risolverà dato che la USS Enterprise, che non è mai apparsa nella serie spin off, ha chiesto aiuto per problemi non identificati e proprio la faccia dello stesso Sarek e di Michael alla notizia raccontano una storia parecchio interessante. Che su quella nave ci sia già Spock? Vedremo una versione più giovane di Spock nella stagione due di Star Trek: Discovery? E in che modo questo sarà legato alla trama portante della seconda stagione? Dovremmo aspettare per saperlo.

Questa prima stagione si è rivelata un bel viaggio, un viaggio che finalmente mi ha fatto di nuovo credere che Star Trek potesse tornare sui nostri schermi televisivi, un viaggio che tra alti e bassi, inconsistenze di continuità si è concluso in modo piacevole e coerente con quello che è il brand e fa presumere positivamente per la seconda stagione.

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