[Recensione] The Death of Superman – Dolore e sacrificio

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Quest’anno Superman compie 80 anni, un traguardo importante che è stato celebrato con vari albi e addirittura un film animato 5 anni dopo Superman Unbound (anch’esso realizzato per un’anniversario dell’azzurrone, i suoi 75 anni): The Death of Superman.
Il film è la prima parte di un’adattamento che ripercorre la saga a fumetti di La Morte di Superman di Dan Jurgens,  Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel e la successiva, Il Regno dei Supermen.
La Justice League è chiamata ad intervenire dopo che una creatura uscita da un guscio vuoto compatibile con il meteorite che si è schiantato nell’oceano e che era stato avvistato da Aquaman (Matt Lanter) inizia a terrorizzare la periferia di Metropolis. Batman (Jason O’Mara), Lanterna Verde/Hal Jordan (Nathan Fillion), Cyborg (Shemar Moore), Flash/Barry Allen (Christopher Gorman), Martian Manhunter (Nyambi Nyambi), Hawkman e Wonder Woman (Rosario Dawson) vengono sconfitti tutti dalla creatura rinominata Doomsday, quando Superman (Jerry O’Connell) è costretto ad intervenire.
Il film è diretto dal solito Sam Liu e da Jake Castorena, i quali realizzano un vero e proprio riadattamento della Morte di Superman, saga a fumetti che aveva lasciato il segno negli anni 90. Il film si divide sostanzialmente in due parti: la prima, introduttiva ci mostra l’uomo d’acciaio e il suo cast di comprimari dai cittadini di Metropolis come Bruno Manheim, Bibbo Bibowski, Lois Lane, Cat Grant, Perry White, Jimmy Olsen e altri ancora come per esempio la Lega della Giustizia e le loro interazioni con Superman ma sopratutto con Clark Kent, che finalmente nei suoi 80 anni torna a simboleggiare speranza e ottimismo all’interno anche di questo rinato DCAU. La seconda parte invece è molto più concentrata sull’azione, Doomsday è lasciato a piede libero, viene scatenata la bestia e i membri della League cadono come pedine, costringendo Superman ad intervenire e portandolo a non trattenersi nemmeno davanti ad un mostro sconosciuto in mezzo a Metropolis, persino Lex Luthor avrà il tempo di fare il rivale in questo film, risultando molto più in linea con il Lex dei fumetti che quello di molti adattamenti, forse qualcosa del vecchio DCAU però rimane in questa versione che eroicamente o egoisticamente, la differenza con Luthor è sottile, partecipa alla battaglia.
Il film, scritto da Peter Tomasi, prende quello che funzionava nella saga a fumetti della Morte di Superman, come la coralità della Lega della giustizia davanti alla minaccia e tutto il grandissimo cast di supporto di Metropolis che reagiva all’attacco di Doomsday. L’azione non è ridotta anzi, costituisce buona parte di un film con tantissimi elementi del canone DC al suo interno da risultare splendida per le iterazioni tra Supes e i comprimari ma anche tra Supes e la sua stessa città. The Death of Superman è un’adattamento molto più fedele e di ampio respiro rispetto al precedente adattamento animato, che fu Superman: Doomsday (2007), coinvolgendo tutti i personaggi che hanno reso grande Superman nei suoi 80 anni, dalla sua eredità Kryptoniana (a cui viene dedicato anche spazio all’interno del primo atto del film), ai suoi compagni della League, a Lex Luthor e persino al simbolo dello stesso Superman ossia un simbolo di Verità, Giustizia e Sogno Americano.
Sapere che probabilmente questa pellicola come le precedenti del DCAU (a parte Suicide Squad: Hell to Pay), rimarrà inedita qui in Italia è abbastanza deludente, considerando che sono tutti prodotti di buona fattura che ricordano e mischiano un’eredità di eroi e supereroi che ha plasmato l’immaginario collettivo come Batman, Superman e Wonder Woman e che in questo mondo vengono così classificati come film d’animazione di serie B.


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