[Recensione] The Gifted 1×01 – eXposed

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Dopo il debutto di Inhumans, arriva anche un’altra serie supereroistica, stavolta di ben altra qualità, sto parlando di The Gifted, serie Fox ambientata nell’universo degli X-Men, prodotta da Bryan Singer e con come showrunner Matt Nix.

La serie segue le vicende della famiglia Strucker, composta da Reed(Stephen Moyer), Caitlin(Amy Acker), Lauren(Natalie Alyn Lind) ed Andy(Percy Hynes White) la quale è costretta a mettersi in fuga dopo che i poteri Mutanti del figlio più giovane, Andy, vengono alla luce durante un ballo studentesco. Vivendo in un mondo dove i Mutanti sono braccati dalla legge e dai Sentinel Services, la famiglia Strucker si trova costretto a rivolgersi al gruppo di Mutanti Clandestino comandato da John Proudstar(Blair Redford) e Lorna Dane(Emma Dumont), quest’ultima tra l’altro è ora in custodia presso un edificio governativo e Reed sa benissimo dove, in quanto ex procuratore per la procura di Atlanta nella sezione anti Mutanti. 

La prima puntata, eXposed, diretta da Bryan Singer, si comporta benissimo come introduzione alla serie. Lo spettatore nei primi minuti viene calato in questo oscuro mondo dove i Mutanti ormai sono abbandonati a sè stessi, un mondo che ha creato delle leggi al limite di quelle razziali e che si serve di una polizia federale per il controllo della popolazione Mutante, i sentinel services, che utilizzano quelli che potrebbero benissimo essere i figli di mezzo di Trask, creatore delle sentinelle. Non viene rivelato molto sulla collocazione temporale, ma è improbabile che la serie sia nella timeline principale dopo Days of Future Past e anche in quella di Logan quindi, ma il posto dove potrebbe trovare posto è sicuramente la linea temporale post Conflitto Finale, quello che vede poi Logan dover tornare indietro nel tempo per aggiustarla e se così fosse sarebbe molto interessante perché ci darebbe un interessante sguardo what if, a cosa sarebbe successo se avesse fallito nel suo intento e intanto stabilisce un importante topos della mitologia degli X-Men ossia le realtà alternative. 

I Personaggi presentati sono degli archetipi della narrazione dei fumetti supereroistici e in specie di quelli dedicati agli uomini X, ma non risultano mai troppo insopportabili(tranne Marcus). Reed è probabilmente uno dei personaggi che attira già l’occhio dello spettatore, forte e sicuro, convinto che la legge sia l’unico modo per tenere l’ordine, ma che presto si renderà conto, quando si troverà a fronteggiare il suo amato sistema, quanto ci sia di sbagliato e non detto al pubblico; Lauren ed Andy sono forti insieme ma deboli presi da soli, dal punto di vista della recitazione la Lind è sicuramente più capace di White e quindi lo spalleggia in tutti i modi riuscendo a regalare anche dei bei momenti, per ora la madre, interpretata da Amy Acker(Person of Interest) non è pervenuta e sinceramente spero con tutto il cuore non rimanga così in disparte, perché mi dispiacerebbe molto, sopratutto dopo averla vista nel ruolo della cazzuta per anni. 

La regia di Singer è quella a cui il regista ci ha ormai abituato da anni ma desaturata, niente colori per questo mondo alla rovina fatto di grigi, palazzi abbandonati, zone marcescenti e prigioni tecnologiche. In questa puntata il colore più caldo che troverete è il rosso della luce di emergenza oppure quello delle esplosioni, ma se state cercando colori che indichino una possibile speranza non ce ne sono. 

Effetti speciali non esageratemente scabrosi, anzi per una produzione televisiva sono di più gli effetti fatti sul set o con le luci rispetto a quelli al computer che quindi danno una maggiore realtà al tutto(nonostante il potere di Lauren andrebbe limato quello si).

Il debutto quindi convince, non annoia e mette la voglia di andare avanti nella visione sopratutto perché nei 44 minuti di durata della puntata allo spettatore vengono dati così tanti input che ne vuole sapere di più, vuole capire come si è arrivati ad una certa situazione e vuole anche capire come un’altra situazione si risolverà, quindi eXposed fa quello che ogni buon episodio pilota dovrebbe fare introduce lo spettatore allo show e al mondo dello show, mettendo curiosità sul proseguimento ma dando anche per scontato pochissimo, anzi dimostra di avere la voglia di raccontare sia per parole che per immagini e questo, in un panorama televisivo, almeno nell’ambito supereroistico troppo didascalico certe volte non è da sottovalutare.