[Recensione] Tin Star 1×07-08 – Exposure & This Be the Verse

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Manca una settimana al season finale(si non preoccupatevi il rinnovo è già arrivato) di Tin Star e da quello che si evince in queste due puntate nulla sarà più come prima.

Jim/Jack(Tim Roth) è sempre più determinato a scoprire chi è l’assassino del figlio, spinto anche dalla moglie, Angela(Genevieve O’Reilly). Questa assurda vendetta però porta Jim sempre più lontano dalla figlia, Anna(Abigail Lawrie), la quale, sente sempre di più l’influenza magnetica di Whitey(Oliver Coopersmith) nel mentre Elizabeth(Christina Hendricks) continua le indagini su Reverie e sui traffici di Gagnon(Christopher Heyerdahl), arrivando a scoprire persino come le accuse rivolte dal capo della polizia potrebbero non solo essere vere ma anche costituire una parte, molto piccola, di quello che la North Stream Oil ha fatto in Canada e nelle riserve.

Le due puntate sono inevitabilmente legate a doppio filo, sopratutto per l’importanza che certe scoperte, che avvengono nella settima puntata portano poi ad una situazione violenta ed action nella puntata successiva. 

Se la serie ha avuto un momento di adagio nella parte centrale, sopratutto mirato a sviluppare i personaggi e far entrare lo spettatore nell’ottica del piano di vendetta di Whitey/Simon, oltre che per esplorare ulteriormente il rapporto matrimoniale tra Jack e Angela ora si preme sull’acceleratore, i personaggi sono stati ben definiti, hanno una loro psicologia che fa di loro molto più che stereotipi e che rende ancora più interessante vedere lo sviluppo.

I personaggi meglio tratteggiati rimangono comunque Jack e Whitey che sono due vere e proprie forze della natura, anche il giovane Coopersmith è da elogiare; Spesso quando si trova davanti il personaggio di Tim Roth riesce ad esprimere un misto complicato di sentimenti quali rabbia,riverenza e rammarico in modo convincente e il merito in questo caso non va solo alla sceneggiatura ma anche(e sopratutto) all’attore, che si è trovato fin ora a doversi confrontare con un vero e proprio grande volto scavato del mondo del cinema e della televisione come Roth e a regalare una bella performance. 

Le puntate inoltre ci regalano molti momenti con Christina Hendricks, il cui personaggio, Elizabeth, introdotto fin dalla prima puntata in modo molto convincente ha avuto sempre meno screen time col passare delle puntate, ma che qui vede tutti i suoi sforzi di arrivare alla “verità” compiuti.

Ma non solo il personaggio femminile della Hendricks ne esce rinvigorito da questi due pieni episodi, ma anche quello di Angela, interpretata dalla O’Reilly, la quale ci regala sul finire dell’episodio 8 molti momenti badass.

La regia è sempre quella a cui ci ha abituato fin ora la serie, da standard Inglese, chi è abituato a vedere tante serie tv sa come questo tipo di approccio ad un prodotto funzioni, sopratutto perché si tratta di un metodo semplice e facilmente riproducibile da vari autori che indirizzati dal pilota riescono quindi a proporre qualcosa di fedele e mai troppo disomogeneo anche nell’impianto visivo e di messa in scena, naturalmente questo non vuol dire che ci siano puntate più o meno riuscite, ma serve solo a far capire come alla fine il prodotto finale, sia riuscito ad utilizzare al meglio questo standard, senza dimenticarsi qualche piccola libertà, come varie sperimentazioni nel montaggio e nella messa in scena delle scene d’azione della serie, che da classico poliziesco Inglese sono poche ma visivamente d’impatto.

Dunque anche questa settimana posso ritenermi soddisfatto di Tin Star, mi sono trovato questa serie su Sky senza molto preavviso e sono stato attirato dalla presenza di Roth e ovviamente in generale dalla qualità delle produzioni Sky e Britanniche, la speranza maggiore è che non venga mandato tutto in vacca con gli episodi finali per poter dare un contesto alla stagione successiva, ma confido in Joffe e sopratutto per quello che riguarda la stagione 2, il materiale da trattare c’è e quindi il rischio più che altro è relativo agli attori e alla stanchezza che certi(Tim Roth su tutti) alcune volte dimostrano quando devono occuparsi di un solo personaggio per un periodo di tempo molto lungo, ma chissà che Tim Roth non abbia trovato il suo nuovo Cal Lightman.