[Recensione] Westworld 2×06 – Phase Space

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Westworld 2x06

Con Westworld abbiamo ormai superato la metà stagione e ci stiamo inoltrando nell’ultimo atto di questa stagione controversa, che sta per portare a compimento, si spera, i percorsi di alcuni personaggi come Bernard e Maeve, ma sopratutto William.

Per iniziare, la puntata ci rivela finalmente a quando appartengono quegli attimi all’inizio di ogni puntata in cui assistiamo a una chiacchierata/interrogatorio di Dolores (Evan Rachel Wood) e Bernard (Jeffrey Wright), sono momenti in mezzo che si pongono prima dell’arrivo della Delos con Karl Strand (Gustaf Skarsgard), ma dopo il momento in cui Elsie e lo stesso Bernard stanno accedendo al “Cradle“, il sistema contenente i dati e le informazioni degli hosts. Nel frattempo William (Ed Harris) e la figlia, Grace (Katja Herbers) riprendono il tempo perduto. Maeve (Thandie Newton) e il suo gruppo concludono il loro viaggio a ShogunWorld, ma per questa improbabile compagnia non è sicuramente finita.

Questa puntata di Westworld ci permette di dare uno sguardo a tutte le narrazioni più interessanti, quella di Dolores e Teddy (James Marsden), quella di Bernard e quella di William e certamente abbiamo ancora un pò di ShogunWorld che fa sempre piacere vedere. La storia relativa a Dolores è probabilmente quella più lenta nella costruzione, infatti, dopo lo scontro con gli uomini della Delos, ormai 3 puntate fa non è proceduta molto, se non in questa puntata che finalmente sta per portare a pay off molte storyline. Bernard continua la sua missione di scoperta, alla ricerca di risposte e alla ricerca di un modo per riprendere il controllo del parco e questa sua ricerca lo porterà a fare una scelta sconsiderata, entrare nel Cradle. Della storyline relativa a William ne abbiamo visto anche di questa molto poco e considerando il ruolo che l’uomo gioca sia nella storia del parco che in quella relativa all’arma di “Glory” è abbastanza insolito. Finalmente Maeve conclude la sua ricerca e ci si può preparare ad inaspettati risvolti ora che anche questa compagnia dovrà fare i conti severi con la situazioni del parco e degli hosts.

Questa sesta puntata è senza ombra di dubbio piena di risvolti e vede l’inserimento di un ulteriore concept importantissimo per il genere, la realtà virtuale ad alveare, speriamo venga gestito bene nei prossimi episodi perché potrebbe portare sorprese gustose per i fan della serie ed aggiungere qualcosa all’intera mitologia e già in quel poco che abbiamo visto di essa ci siamo trovati un’inaspettata sorpresa che nessuno avrebbe potuto prevedere e che è stata giocata proprio sul mistero e l’attesa.

Per quanto abbia apprezzato di più questa puntata, che nettamente è molto più in linea con lo stile delle prime di questa stagione, ha ribadito il problema principale di questa stagione, le troppe storie e i troppi piani temporali; fin’ora ci si è concentrati solo su 2 piani temporali ad episodio ed alcune volte con anche l’aggiunta di qualche flashback ma abbastanza palese, ma stavolta i troppi piani temporali che sempre più si avvicinano con le tempistiche al fatidico momento del mare si stanno rendendo problematici, sopratutto per quello che riguarda la gestione dei personaggi che o scompaiono per intere puntate o quando sono in scena non ricevono la giusta attenzione.

La puntata risulta godibile e si arriva alla fine con una voglia di saperne di più immensa, sopratutto per quel “nuovo” concept che vi è stato inserito, ma dall’altra parte vi è un fastidio nel trovarsi davanti troppe linee temporali che inevitabilmente avranno una fine comune e proprio in virtù di questo, serve necessariamente una gestione puntuale sopratutto di quella di Dolores e Bernard che sono le più intricate e quelle che tendenzialmente i fan vogliono vedere incrociarsi.