[Recensione] Westworld 2×10 – The Passenger

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Westworld 2x10

Si conclude anche questa stagione di Westworld con una puntata piena di tutto quello che ci ha fatto amare la serie, un’azione bella da vedere e dubbi sul nostro concetto di realtà.
Dolores (Evan Rachel Wood), Bernard (Jeffrey Wright) e William (Ed Harris) sono diretti alla “Forgia”, mentre gli altri “hosts” iniziano il loro percorso finale verso la “Porta”. A la Mesa invece, Maeve (Thandie Newton) si riprende dagli ultimi avvenimenti e riavvia le sue funzioni per dirigersi anche lei verso la Porta e trovare così sua figlia. Nel presente Charlotte Hale (Tessa Thompson) e Karl Strand (Gustaf Skarsgard) raggiungono la “Forgia” ignari, come gli spettatori di quello che è realmente successo e di che cosa li aspetta.
Il season finale della scorsa stagione di Westworld è stato eccitante a dir poco, tanta azione e molto dilemmi attendevano i protagonisti arrivati ad una nuova considerazione di sé e del loro ruolo. Questa ultima puntata invece, per quanto abbiamo dei bellissimi momenti con sparatorie e coreografie molto belle, non riesce a replicare quell’effetto, ma non vuole neanche farlo, ribadisce ancora come questa fosse solo una parte del viaggio, la transizione degli “hosts” e la fine del parco per come lo conosciamo. Tutti i personaggi sono dove dovrebbero essere, l’ultimo gioco di Ford con il procedere della puntata si svela e con esso viene svelato un’altro segreto riguardo al codice di Bernard, che se vogliamo a sua volta ne possiede un’altro. I personaggi che abbiamo seguito per due anni raggiungono la loro naturale conclusione, alcuni in maniera più che adatta al loro stile di “vita” e altri che mostrano una maturazione finale che lascia presupporre sviluppi futuri degni di nota, sopratutto per il “nuovo” parco.
Il cuore di questa puntata finale è rappresentato dai rapporti, dai difficili adii e dalle consapevolezze di Dolores e Bernard che arrivano nuovamente a ricoprire i ruoli di turning point degli eventi, fanno procedere la storia seguendo una programmazione, possiamo dire concludendo una programmazione che gli era stata imposta e mettendo la parola fine al capitolo del parco, aprendo tantissime possibilità per le future stagioni.
In questa ora e mezza, Jonathan Nolan, Lisa Joy e gli altri sceneggiatori tirano magnificamente le fila della storia sia quella dei robot che quella dei personaggi umani, dando la loro interpretazione di vita e sfidando il concetto di mortalità e prendendo anche qualche soluzione dalla rappresentazione nei vari media del conflitto tra bene e male, tra evoluzione e preservazione della specie, tra realtà e realtà virtuale.
Nel bene e nel male è una conclusione molto più che soddisfacente che risponde non solo ai dubbi degli spettatori ma che li mette davanti alla consapevolezza che non tutto deve appagare nell’immediato quanto nel lungo corso; questa stagione si conclude dando un senso di pace a chi lo meritava e al contempo istruendo la terza stagione, che per come ci viene fatto intendere finalmente porterà questo scontro in un’altro luogo, dove i metodi saranno diversi, dove la violenza sarà sostituita da subdole mosse e dove spesso il passo tra omicidio e legittima difesa è breve, goodbye Westworld welcome World.