Torna ancora una volta Clint Eastwood alla regia di un nuovo progetto che dipinge le sorti di un eroe americano. Dopo aver diretto American Sniper con Bradley Cooper, Sully con Tom Hanks e Ore 15.17 – Attacco Al Treno, è la volta di focalizzarsi sulla storia di Richard Jewell, guardia di sicurezza che ha tentato di sventare l’attentato alle Olimpiadi estive di Atlanta nel 1996. Eastwod vuole portare sullo schermo una vicenda che ancora una volta scava nel marcio degli Stati Uniti, questa volta incolpando le forze dell’ordine e i media.

Nel luglio del 1996, durante un concerto in onore delle Olimpiadi estive di Atlanta, la guardia di sicurezza Richard Jewell, (Paul Walter Hauser) riesce quasi a sventare un attentato che sarebbe potuto essere disastroso. Con il suo intervento tempestivo, Jewell casualmente si imbatte nello zaino bomba, e allertando la sicurezza, fa in modo che molti civili siano risparmiati dalla morte. Nelle prime ore dopo l’attentato Jewell è dipinto come un eroe nazionale, ma dopo una soffiata dell’FBI alla reporter Kathy Scruggs (Olivia Wilde) Jewell si trasforma da eroe ad artefice dell’attentato. Iniziano così per l’uomo quattro settimane da incubo in cui solo il suo improvvisato avvocato Watson Bryant (Sam Rockwell) e sua madre Bobi Jewell (Kathy Bathes) sembrano essere dalla sua parte in una nazione che lo sta mettendo alla gogna.

Di certo Eastwood non si tira mai indietro quando c’è da raccontare della corruzione del sistema americano, non è nuovo a questi temi. Questa volta, dopo il successo di Gran Torino, torna ad occuparsi di una persona comune, non più di un cecchino o di un pilota di aerei, ma di una semplice guardia di sicurezza, che per colpa di un sistema corrotto, si ritrova ad essere ingiustamente accusato. Perché sì, per l’FBI accusare Jewell dell’attentato, sembra essere la cosa più semplice. Un uomo di mezza età, scapolo, che vive ancora con la madre, appassionato di armi e di caccia con una formazione militare alle sue spalle, detta così il perfetto profilo di quelle che fino a quel momento erano le perfette caratteristiche dei serial killer. Il sistema però non ha sempre ragione, in questo caso ha torto, ma a pagarne le conseguenze è proprio un innocente. Richard Jewell si fa portavoce di tutte quelle minoranze che costantemente, non solo negli anni 90, sono prese di mira, solo perché considerate diverse, strane agli occhi del mondo, un discorso più che mai attuale. La storia che Eastwood decide di raccontare è tratta dal famosissimo articolo: “American Nightmare: The Ballad Of Richard Jewell” scritto da Marie Brenner per Vanity Fair.

A colpire nel film, non è tanto la regia che si fa statica e priva di ogni virtuosismo, ma le interpretazioni di due attori che reggono l’intera pellicola. Per la prima volta in un ruolo da protagonista Paul Walter Hauser, che dopo esser stato giustamente notato in I,Tonya e BlcKkKlansmen, ha in questo film il ruolo centrale e portante. Easwood ha voluto ritrarre la sua figura in maniera dolce ed ingenua. La produzione del film grazie a molteplici ore di interviste, filmati d’epoca e racconti provenienti dalle persone che sono state vicine a Jewell è riuscita insieme ad Hauser a riportare sul grande schermo la figura di Richard in modo del tutto rispettosa. Importantissimo è stato il contributo di sua madre Bobi. Il vero Richard Jewell è deceduto nel 2007 in seguito ad un arresto cardiaco, ma probabilmente avrebbe apprezzato il suo ritratto nel film. Altro caposaldo della pellicola è la performance di Sam Rockwell, qui nei panni dello squattrinato ed improvvisato avvocati di Richard, Watson Bryant. Dopo il clamoroso successo di Tre Manifesti Ad Ebbbing, Missouri, Rockwell si conferma ancora una volta un attore dalle molteplici facce e dal talento ineguagliabile. La sua performance in questo film spicca tra le altre, risultando una delle caratteristiche migliori dell’intera pellicola.

Il cast si compone anche di altri grandi nomi dello star sistem hollywoodiano, come Kathy Bates (fresca di nomination allOscar, proprio per il ruolo della madre di Jewell), brillante la sua interpretazione, forse un po’ troppo azzardata però la nomination come miglior attrice non protagonista agli Oscar 2020. Presenti nel cast anche Jon Hamm nel ruolo dell’agente dell’FBI fittizio Tom Shaw e Olivia Wilde nel ruolo della reporter Kathy Scruggs, colei che per prima ha accusato Jewell di essere il terrorista dopo un discorso avuto proprio con l’agente Shaw. Il personaggio dipinto dalla Wilde è per tutto il film assolutamente spregevole, e scritto in maniera approssimativa e grossolana, tanto che i legali e la famiglia della vera reporter (deceduta nel 2001) hanno mosso un’azione legale nei confronti della Warner Bros. che distribuisce il film, in quanto nella pellicola viene alluso ad un ipotetico rapporto tra la reporter e l’agente di polizia; momento inserito esclusivamente ai fini della trama e mai stato confermato. Secondo i legali della stessa Scruggs il ritratto fatto della donna è assolutamente sbagliato e sessista.

Richard JewellLa regia che Eastwood decide di adottare è statica e minimale, sono le performance degli attori a dare corpo al film. La fotografia è patinata, capace di rendere la scena evanescente, quasi come fosse tutto un sogno. Sono prediletti i primi piani sugli attori, specialmente sulla Bates e su Hauser. Tali primi piani sono capaci di mettere in risalto l’espressività degli attori, un modo per far arrivare la loro innocenza e la loro ingenuità dritta allo spettatore, il quale si sente accusato per aver permesso che l’odio nei confronti di Jewell si sia sempre di più ingigantito.

Richard Jewell è un film non perfetto, il quale scopo primario è quello di riscattare la figura ingiustamente accusata dell’uomo, che però si limita solo in parte di raccontare la storia. Preferisce non andare troppo in profondità, ma seguire le vicende dal punto di vista dell’accusato, mostrando parzialmente i tentativi goffi, quasi ridicoli delle autorità nell’accusare un uomo che vede nella figura del pubblico ufficiale, l’unico “salvatore della patria”, rendendosi presto conto che il mondo da lui tanto venerato non tarda a voltargli le spalle.


Richard Jewell è diretto da Clint Eastwood e prodotto da Leonardo Di Caprio e Jonah Hill. Il film è distribuito da Warner Bros. e sarà nei cinema italiani a partire dal 16 gennaio 2020. Di seguito il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Richard Jewell
7
Articolo precedenteThe Eternals – La trama sarà legata a Avengers: Endgame
Articolo successivoSaint Seiya – I Cavalieri dello Zodiaco Deckbuilding | Recensione
Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
richard-jewell-di-clint-eastwood-ritratto-di-un-eroe-americano-recensioneRichard Jewell è un film, il quale scopo primario è quello di riscattare la figura ingiustamente accusata dell’uomo, che però si limita solo in parte di raccontare la storia. Preferisce non andare troppo in profondità, ma seguire le vicende dal punto di vista dell’accusato, mostrando solo in parte i tentativi goffi, quasi ridicoli delle autorità nell’accusare un uomo che vede nella figura del pubblico ufficiale, l’unico “salvatore della patria”, rendendosi presto conto che il mondo da lui tanto venerato non tarda a voltargli le spalle.

Lascia un commento