Senza Sangue è il nuovo film della nota attrice e attivista per i diritti umani Angelina Jolie, che questa volta torna dietro la macchina da presa in veste di regista e produttrice, ruoli che ha già ricoperto in passato in altre opere. La pellicola è una co-produzione tra Italia e Stati Uniti d’America: per la parte italiana figurano Fremantle e The Apartment Pictures, collegata a Fremantle, già produttrici di film come Queer di Luca Guadagnino (di prossima uscita), Priscilla di Sofia Coppola e Parthenope di Paolo Sorrentino. Si aggiunge inoltre la casa di produzione Jolie Pas Productions, fondata dalla stessa regista, che ha prodotto tutti i suoi film da regista, come Unbroken e First They Killed My Father, opere che hanno ricevuto grande plauso dalla critica.
Tratto dall’omonimo bestseller di Alessandro Baricco, il film è ambientato all’inizio del XX secolo. Tutto scorre come sempre nella casa di Manuel Roca, un medico che vive con i suoi due figli in una fattoria isolata, immersa nella campagna arida di una terra di frontiera. Ma la loro tranquillità viene spezzata quando quattro uomini armati imboccano la strada sterrata che porta alla loro casa, animati da desiderio di vendetta. Roca tenta disperatamente di proteggere i suoi figli, ma nulla può contro la ferocia degli aggressori. Molti anni dopo, Nina, ormai adulta e unica sopravvissuta della famiglia, incontra Tito, un venditore ambulante. L’incontro potrebbe sembrare casuale, ma entrambi sanno che non lo è: Tito conosce il motivo della visita di Nina, e lei lo stava cercando. Mentre tra i due si accende un confronto carico di tensione, diventa chiaro che la guerra è finita per molti, ma non per tutti. Il passato continua a bruciare nel presente, e la vendetta, come un’ombra lunga e ineluttabile, assume forme inaspettate.
Il cast non è particolarmente numeroso, ma risulta funzionale. In particolare, spicca la figura di Nina, interpretata da Salma Hayek, qui nuovamente al fianco di Jolie dopo Eternals di Chloé Zhao. Gli altri interpreti includono Juan Minujín nel ruolo di Salinas, Demián Bichir che interpreta Tito da adulto e Alfredo Herrera nel ruolo di Manuel Roca, padre di Nina. Tra tutti, è proprio Hayek a emergere per l’intensità della sua interpretazione, riuscendo a conferire a Nina una freddezza calcolata – in senso positivo – propria di una donna temprata dai traumi della vita.
La regia di Jolie gioca abilmente con i codici cinematografici, soprattutto nella parte iniziale, dove conquista con scene che sembrano uscite da un dipinto. Il lavoro registico all’inizio è molto interessante, con riprese a campo lungo e movimenti di macchina fluidi e armoniosi. Tuttavia, verso il finale la narrazione perde dinamicità, soffermandosi su un gioco di campo e controcampo durante un dialogo, che risulta meno coinvolgente. Tornando ai codici cinematografici, Jolie dimostra di conoscerli e di saperli usare per raccontare la storia di Nina e della sua vendetta personale: una narrazione ricca di spunti per un dialogo più ampio. Esemplare, in tal senso, è una scena iniziale in cui un padre armato nascosto viene inquadrato come se avesse delle ali, o una sequenza successiva in cui viene mostrata la gabbia di un uccello – simbolo evidente del desiderio di libertà, come accadeva anche in Pearl. Il film presenta un punto di vista femminile che evolve: da passivo e inerme, come quello della bambina, diventa attivo, con una Nina adulta che prende il controllo della situazione.
La sceneggiatura, scritta dalla stessa Jolie e basata sull’omonimo libro di Baricco, rappresenta forse l’aspetto meno convincente del film. Non perché manchi di stile o presenti errori, ma perché non riesce a fornire allo spettatore informazioni aggiuntive sufficienti. Se questa scelta narrativa funziona nel libro, a livello cinematografico può risultare penalizzante. Va però riconosciuto a Jolie il merito di aver rappresentato con forza il personaggio di Nina. Il film segue fedelmente il romanzo, ma forse qualche piccola modifica o una maggiore introduzione avrebbe potuto renderlo più accessibile a chi non conosce il testo originale. Per questi spettatori, infatti, il film potrebbe risultare meno coinvolgente.
Dal punto di vista tecnico, uno degli aspetti più riusciti del film è la fotografia, curata da Seamus McGarvey, già noto per il suo lavoro in Animali Notturni e nella serie di successo M – Il figlio del secolo. In questa pellicola, la sua fotografia esalta con tonalità quasi pittoriche il giallo dominante della campagna e del sole, che nel finale si fa più sporco e cupo. I costumi, curati da Ursula Patzak – nota per Io ti mangio il cuore con Elodie e la miniserie Il Conte di Montecristo del 2024 – richiamano lo stile di fine anni ’50 e inizio anni ’60 (come si intuisce dai tagli e dai modelli). Tuttavia, trattandosi di una storia senza tempo, sia nel libro che nel film, questa scelta appare coerente, soprattutto considerando il riferimento a una guerra recente all’inizio del film. Le location sono particolarmente suggestive, soprattutto quella iniziale girata in Puglia, mentre le città ricostruite sono state realizzate a Cinecittà, Roma.
Senza Sangue si presta a molteplici livelli di analisi. Oltre alle già citate scelte registiche e visive, un ulteriore elemento interpretativo è il colore giallo, dominante in tutta la pellicola. Questo colore può assumere diversi significati: da simbolo dell’innocenza perduta – soprattutto dopo le violenze subite da Nina, venduta o usata come semplice incubatrice – a rappresentazione della malattia, vista la crudezza di alcune scene. I codici cinematografici sono impiegati in modo sapiente, mostrando una buona padronanza del mezzo da parte della regista. L’unico vero punto debole è forse il montaggio, che non riesce a spiccare e tende ad appesantire il ritmo di un film che già di per sé si prende i suoi tempi.
In conclusione, Senza Sangue è un film che affronta il tema della vendetta da una prospettiva originale: un racconto audiovisivo che parla di traumi e riscatto, filtrati attraverso uno sguardo femminile.
Senza Sangue di Angelina Jolie è ora al cinema. Ecco il trailer italiano del film: