Sherlock Stagione 4: Addio e Arrivederci – Recensione

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Si è conclusa da poco la Quarta Stagione di Sherlock e ha lasciato un grande vuoto nel cuore di tutti ma ha anche provocato sentimenti contrastanti nei fan di lunga data, noi ci schieriamo tra chi nonostante tutto è stato contento di questa Quarta Stagione.

Ma non perdiamo tempo e addentriamoci in quello che abbiamo trovato di interessante in questa Stagione, quindi se non avete terminato la visione della stagione non continuate a leggere perché farò spoiler inevitabili.

La prima puntata si apre dunque ricollegandosi alla Abominevole Sposa, portando di nuovo Holmes sul suolo Londinese per poi liquidare abbastanza velocemente il “Miss Me”, ma d’altronde già lo speciale del 2016 aveva perso abbastanza tempo a mettere in chiaro la questione della morte di Moriarty, quindi non ho assolutamente trovato un difetto il poco tempo dedicato alla questione, anzi è stato molto positivo perché non ha sminuito quindi un’intero episodio e non ha reso ridondante il “coming back” di Sherlock.

Come Sherlock ci ha sempre abituati la prima puntata non è mai ciò che ci si aspetta, e la gente questo lo dimentica fin troppo spesso, Gatiss e Moffat riescono a creare una puntata che tira i fili della scorsa stagione concludendo il “casino” della Terza Stagione e riportandoci ad una dimensione più familiare, inserendo molti intrecci interessanti tra cui il nuovo ruolo di Watson come padre e quello di Mary come Madre e Sherlock è trovato in mezzo.

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La prima puntata però non è stato solo un buon ritorno, ma è stato anche doloroso, infatti abbiamo detto addio a Mary Morstan che si sacrifica per salvare Sherlock.

C’è chi lo ha definito un colpo di scena poco strutturato e insensato, ma intanto è stato il trait d’union dell’intera stagione, aggiungendo elementi caratteriali ai personaggi di Sherlock e Watson che son cresciuti ulteriormente in questa stagione.

Tra le Tre puntate di questa stagione per esempio è stata quella più classica e più adrenalinica , con vari rimandi al passato e ha chiuso la prima delle storyline rimaste aperte che questa stagione ha chiuso.

Ora arriviamo alla puntata più forte siete pronti?

La puntata che sembrava più filler, e più inutile della stagione ossia The Lying Detective si è dimostrata la più solida e la più interessante fin ora da The Great Game, e ci ha anche regalato un intenso confronto tra Benedict Cumberbatch e Toby Jones che interpreta Culverton Smith, un filantropo Miliardario con un oscuro segreto e una magnetica personalità. Il confronto tra i due personaggi è una delle cose più coinvolgimenti sopratutto per quanto sono magnetici i due personaggi e per quanto la regia porti ogni loro movimento in primo piano.

La puntata si pone come un grande McGuffin e non solo è interessante come vien posto, ma anche lo sviluppo è così interessante da essere quasi più interessante di cosa nasconde in realtà, ossia Eurus Holmes (Sian Brooke), Il Vento dell’Est è arrivato, e qui si arriva alla necessità di avere un dinamico duo ben formato e solido, che senza la tragedia quello che vedremo più in là non avrebbe avuto lo stesso impatto sui personaggi e sullo spettatore.

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Siamo arrivati al gran finale dunque? Ebbene si, gran finale in più sensi, infatti ora che il Vento dell’est è arrivato i nostri eroi sono costretti a fare i conti con i loro demoni interiori, con il loro passato e con una sfida estenuante a livello psicologico e a livello di azione, riportando ulteriormente la stagione 4 ad un ritorno alle origini.

Questa stagione infatti non solo è qualitativamente con buona pace di tutti, la migliore dopo la Stagione 2 che ci ha regalato un’altro grandissimo scontro, ossia quello tra Sherlock e Moriarty. La regia messa in gioco in ogni puntata è davvero notevole, come d’altronde Sherlock ci abitua ormai da anni (anche nella terza stagione nonostante tutto) e la fotografia che presenta molte similitudini con quella delle prime due stagioni e quindi fa battere il cuore ai fan in ogni inquadratura.

Gatiss e Moffat anche con Moriarty hanno fatto un ottimo lavoro, riuscendo a riportare il personaggio tra i “vivi” e mantenendo un alone di mistero sulla sua figura che non viene ridotta a pedina del gioco di Eurus, come c’era il rischio.

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In definitiva questa Quarta Stagione ha avuto un sapore malinconico, triste e più psicologico della Quarta Stagione, è riuscita a definire completamente i personaggi di Sherlock e Watson e a portare una ventata di aria fresca, chiudendo il cerchio.

Quindi si, la 4×03 chiude tutto, serve una Quinta Stagione? A mio parere no, anzi vorrei che Sherlock non continui, voglio rimanere con il bellissimo ricordo della Quarta Stagione come finale, non vogliono trovarmi un Cumberbatch e un Freeman ultracinquantenni correre e risolvere casi, e per quanto adori Sherlock meglio questo addio che un arrivederci a qualcosa di meno memorabile.

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